2025-08-01
Zelensky fa retromarcia sull’anticorruzione
Volodymyr Zelensky (Ansa)
Modificata la norma che limitava i poteri delle autorità di controllo. Von der Leyen soddisfatta, ma il commissario Kos ribadisce: «Restano criticità». Il presidente ucraino: «Ora confiscare i beni russi». Mosca attacca Kiev e conquista una città del Donetsk.Dopo aver scatenato l’ira dell’Ue, il dietrofront del presidente ucraino, Volodymyr Zelensky sulla legge anticorruzione è andato ufficialmente in porto: il Parlamento di Kiev ha approvato il ripristino dell’indipendenza degli organismi anticorruzione. Il leader di Kiev ha così ricevuto il via libera per firmare la legge che garantisce «il normale e indipendente lavoro» di queste agenzie, a differenza di quella precedente firmata da lui stesso la scorsa settimana che di fatto esautorava l’Ufficio nazionale anticorruzione dell’Ucraina (Nabu) e l’Ufficio del procuratore specializzato anticorruzione (Sapo).Con la manovra che quindi strizza l’occhio a Bruxelles in vista del percorso di adesione all’Ue, il primo ministro ucraino, Yulia Svyrydenko, ha dunque affermato: «Questa è una chiara risposta alle aspettative della società e dei nostri partner europei».Immediate sono state le reazioni dei vertici dell’Ue, che hanno accolto con favore la decisione ucraina. Il presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e il presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa, hanno commentato su X che questa legge «è un passo positivo», ribadendo però che «le riforme in materia di stato di diritto e anticorruzione in Ucraina dovranno proseguire» dato che «rimangono essenziali per il progresso dell’Ucraina nel percorso europeo». Sulla stessa linea anche l’Alto rappresentante dell’Ue, Kaja Kallas, che ha spiegato che la scelta di Kiev «di ripristinare i poteri degli organismi anticorruzione dimostra la sua determinazione a rimettersi rapidamente in carreggiata quando sono in gioco i valori democratici europei». Chi non ha nascosto le sue perplessità è invece il commissario europeo all’Allargamento, Marta Kos: pur riconoscendo che «la legge odierna ripristina le garanzie fondamentali», ha puntualizzato che «le criticità rimangono» e ha ricordato che «il rispetto dei valori fondamentali e la lotta alla corruzione devono restare la priorità».Intanto, sul fronte bellico, oltre all’approvazione, da parte della Rada, dell’aumento della spesa per la difesa pari a 9,8 miliardi di dollari, Zelensky continua a insistere sulla necessità di «confiscare i beni russi e usarli per la pace» anche «per difendere il mondo dall’aggressione russa». E ha suggerito alla comunità internazionale di spingere Mosca a un «cambio di regime», altrimenti «anche dopo la fine della guerra» la Russia «continuerà a cercare di destabilizzare i paesi vicini». Quel che è certo è che il presidente americano, Donald Trump, oltre a essere frustrato con l’omologo, Vladimir Putin, ha perso la pazienza pure con il predecessore dello zar russo, l’attuale vicecapo del Consiglio di sicurezza nazionale, Dmitry Medvedev. Quest’ultimo aveva bollato come «un gioco di ultimatum» le dichiarazioni del tycoon sulla scadenza di dieci giorni imposta alla Russia e aveva persino aggiunto: «Ogni nuovo ultimatum è una minaccia e un passo verso la guerra. Non tra la Russia e l’Ucraina ma con il suo stesso Paese», ovvero con gli Stati Uniti. «Sta entrando in un territorio molto pericoloso» e «deve stare attento a come parla» ha detto Trump su Truth riferendosi a Medvedev, dopo averlo definito come «l’ex presidente fallito della Russia che si crede ancora presidente». Parole che non hanno sortito l’effetto sperato, visto che Medvedev non sembra essere preoccupato degli avvertimenti del tycoon: «Se alcune parole dell’ex presidente della Russia provocano una reazione così nervosa in un presidente degli Usa così temibile, significa che la Russia ha ragione su tutto e continuerà a seguire la sua strada» ha risposto. E anzi, ha pure minacciato: Trump «si ricordi dei suoi film preferiti sugli zombie e anche di quanto possa essere pericolosa la leggendaria “mano morta”». Si tratta di un riferimento esplicito a un sistema di deterrenza nucleare russo, risalente alla Guerra fredda, in grado di lanciare in modo automatico missili nucleari nel caso in cui fosse stata spazzata via la leadership russa da un raid nemico.E in merito all’accusa di russofobia avanzata da Mosca al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è intervenuto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, che ha rispedito «al mittente le accuse». Il vicepremier ha poi sottolineato: «È inaccettabile, un’offesa a tutto il popolo italiano. Certamente non ci facciamo intimidire da una lista del ministero degli Esteri russo».Nel frattempo, sul campo di battaglia, Mosca ha lanciato un altro massiccio attacco: otto missili da crociera Iskander-K e 309 droni sono piombati sull’Ucraina. Le difese aeree di Kiev sono riuscite ad abbattere 288 velivoli senza pilota e tre missili. «Terroristi russi» ha scritto Zelensky su Telegram, spiegando che Kiev è stata la città più presa di mira. Nella capitale, infatti, dove è stato colpito anche un edificio residenziale, il bilancio è di almeno 11 morti e 135 feriti. Il ministero della Difesa russo ha anche annunciato ieri di aver conquistato la città di Chasiv Yar, nel Donetsk. Poco dopo però è arrivata la smentita dell’esercito ucraino, secondo cui Mosca «mente sistematicamente».
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