
Ogni anno in tutto il mondo circa 700 milioni di persone sono colpite da una malattia trasmessa da questi insetti. Un milione i decessi.È stata pochi giorni fa, il 20 agosto, la Giornata mondiale della zanzara, World mosquito day, istituita non per celebrare il fastidioso insetto, ma per sensibilizzare sui pericoli dei morsi di zanzara in particolar modo riguardo alla malaria. La Giornata mondiale della zanzara, infatti, è stata creata per ricordare la scoperta del legame tra uomo, malaria e zanzare. Avvenuto nel 1897, quando il medico vincitore del Premio Nobel per la medicina nel 1902 Sir Ronald Ross scoprì che a trasmettere la malaria erano proprio le zanzare Anofele. Fu un grande passo avanti nella lotta alla malaria, perché rendeva l’uomo consapevole della fonte della malattia. Attenzione! Non tutti i morsi di zanzara trasmettono la malaria, è abnormemente più vero il contrario. Primo, perché non tutte le zanzare possono pungere: possono pungere solo le zanzare femminili. Poi, perché tra queste solo le zanzare Anofele (famiglia dei Culicidi, sottofamiglia Anofelini) possono trasmettere la malaria. La malaria dalle nostre parti, a partire dagli anni Cinquanta, è stata debellata. Oggi qui è una malattia rarissima, prevenibile e, ora, abbastanza curabile. Diventa una minaccia assai temibile solo laddove non sia diffusa la profilassi di prevenirla e curarla, come in Africa. La malaria è infatti presente in oltre cento paesi del mondo, per lo più dislocati in aree tropicali, ma il maggior impatto è quello in terra africana: nel 2018, il 93% dei casi mondiali di malaria cioè di 228 milioni e il 94% dei decessi mondiali per malaria che sono circa 405.000 sono stato registrati lì. Certamente la malaria oggi in Italia non c’è, non siamo una nazione malarica, però si possono registrare casi in viaggiatori che ritornano in Italia da - o in immigrati che provengono da - paesi endemici. Vaccinatevi, quindi, se siete in partenza per luoghi dove essa è di casa, perché resta una malattia cui fare enorme attenzione e qualifica la zanzara come il primo animale in classifica in termini di uccisioni umane, seguita dagli stessi esseri umani, dai serpenti e dai cani (fonte ScienceAlert 28 febbraio 2018, "Deadliest creatures worldwide by annual number of human deaths as of 2018"). Non a caso il Ministero della Salute nell’opuscolo «Malattie trasmesse dalle zanzare. Consigli ai viaggiatori internazionali» spiega come esistano, per di più, numerose infezioni tropicali trasmesse da zanzare: malaria, febbre gialla, chikungunya, dengue, zika ed altre. A causa della maggiore resistenza agli insetticidi, della tropicalizzazione del clima anche di aree non tropicali, della globalizzazione e degli scambi di merci internazionali e intercontinentali sempre più frequenti tra Paesi e dei viaggi, anche, più diffusi anche grazie all’avvento del capitalismo turistico low-cost, queste malattie ora si diffondono più rapidamente e frequentemente fuori dai luoghi in cui sono purtroppo ancora normali. Le malattie trasmesse dalle zanzare sono malattie nell’uomo o in altri vertebrati causate da batteri, virus, protozoi o elminti, che la zanzara trasporta e trasmette. Tecnicamente sono vettori di questi agenti patogeni e, pensate, secondo stime circa 700 milioni di persone, con oltre un milione di morti, ogni anno nel mondo sono colpite da una malattia trasmessa dalle zanzare. Gli agenti patogeni possono essere trasmessi anche per altre vie, ad esempio le emotrasfusioni, ma la trasmissione con il morso/puntura della zanzara durante il suo pasto di sangue è quella più frequente. Anche se non ci trasmette la malaria o altra malattia tropicale, il morso della zanzara non è piacevole. All’inverso, la zanzara è casomai metafora di pungolo fastidioso, pensiamo al programma di Radio24 Giuseppe Cruciani e David Parenzo che si intitola, proprio perché ciò vuol essere in chiave critica, La zanzara. Capiamo innanzitutto perché la zanzara morde e conosciamola meglio (ehm, a distanza, una conoscenza virtuale, eh eh). Le zanzare non sono tante solo nel senso che ne girano sempre troppe: anche una in una stanza è eccessiva. Chiamiamo zanzare, nome scientifico Culicidae Meigen, ben 3500 circa specie della famiglia di insetti dell’ordine dei Ditteri (Nematocera: Culicomorpha). Una famiglia che è il gruppo più numeroso della superfamiglia dei Culicoidea, che a sua volta comprende insetti simili ai Culicidi ma, ad eccezione dei Corethrellidae, non in grado di pungere. Caratteristica dei Culicidi è che le femmine sono anche ematofaghe, cioè in particolari periodi della propria esistenza si cibano di sangue onde prelevarne le proteine che esso contiene. Ciò che consente loro di farlo è il particolarissimo apparato boccale che permette, ricordiamocelo, solo alla femmina, di pungere ed estrarre il fluido vitale. I Culicidi annoverano molte specie ematofaghe, di cui fanno le spese soprattutto l’uomo e gli animali domestici come gatto e cane. Si tratta di una famiglia di insetti la cui origine è stata datata al Giurassico inferiore e, più recentemente, fra il Giurassico superiore e il Cretaceo. Siamo in area temporale Jurassic Park e le quasi microscopiche zanzare, sebbene da un punto di vista morfologico siano il contrario dello spaventoso gigantesco dinosauro, hanno un po’ un impatto dinosauro su di noi, proprio per via del particolare apparato boccale femminile. Maschio e femmina si differenziano per le antenne piumose, su un corpo abbastanza simile e lungo che va dai 3 ai 9 mm, massimo 15. Le antenne sono fatte di setole lunghe e fitte nel maschio, il quale ha anche un apparato boccale diverso. L’apparato boccale si definisce di tipo pungente-succhiante nelle femmine mentre quello dei maschi è soltanto succhiante. Il maschio ha epifaringe e prefaringe fuse e non ha o se ce le ha sono solo accennate mandibole e mascelle: perciò non può perforare. Egli si alimenta di nettare e melata, liquidi zuccherini (esiste anche il prelibato miele di melata), motivo per cui è definito glicifago, come glicifagi sono generalmente i Nematoceri e di base anche le zanzare anche ematofaghe. Perché la femmina di zanzara è anche ematofaga? Perché l’emoglobina e le altre proteine che assume suggendo i fluidi ematici di vertebrati o invertebrati soddisfano il fabbisogno proteico necessario a completare la maturazione delle sue uova. Digrediamo un attimo verso la vita della zanzara. Le femmine depongono le uova in aree idriche, dentro e sopra l’acqua, sopra anche nel senso di sopra supporti che contengono acqua, uova che poi possono resistere mesi in siccità, ma hanno bisogno di essere sommerse d’acqua per schiudere e avviare il ciclo larvale. Il ciclo vitale di una zanzara ha quattro fasi: uovo, larva, pupa e adulto. Le larve e le pupe si sviluppano solo in presenza di acqua. Il ciclo di vita delle zanzare, più breve per i maschi (10-15 giorni), lungo per le femmine (in certi casi fino a 4-5 mesi), può essere univoltino (solo 1 generazione all'anno) o multivoltino (più generazioni) a seconda di specie e ambiente inteso anche come temperature ambientali. Possono esserci anche 15 generazioni l’anno, i due poli sono che negli ambienti tropicali le generazioni sono praticamente continue, invece in clima temperato l’inverno rappresenta una fase di pausa. La zanzara sverna a stadio di uovo, larva e anche adulto, in alcuni casi, ma a temperature invernali non c’è mai schiusa, sebbene l’inverno non sia di per sé uno sterminatore di uova, purtroppo, perché pensate che alcune uova possono restare in tale fase anche anni. L’uovo poi, data acqua e caldo, diventa larva e pupa in breve tempo. Poi c’è lo sfarfallamento, l’elevazione in volo di solito in sciami, durante il quale avviene l’accoppiamento. I maschi riconoscono il ronzio, cioè il rumore delle ali in volo, delle femmine mature e accoppiandosi depositano in esse un secreto genitale che solo se è il primo accoppiamento della femmina è fertile (cioè la femmina può poi accoppiarsi con altri successivi maschi, ma il primo secreto accolto avrà inibito la sua fecondazione del seme ricevuto da costoro) e le garantisce fertilità per tutto l’arco di vita. Dallo sfarfallamento in poi inizia quindi la maturazione delle uova, cui seguirà il deposito, maturazione che però si interrompe se la nostra non fa il pieno di proteine. Del nostro sangue. Solo in quel caso, dopo quello che tecnicamente si definisce in modo un po’ inquietante per quanto perfettamente corrispondente alla realtà pasto di sangue, le uova giungono a maturazione. Ci sono delle eccezioni. Le specie di zanzare con femmine autovigeniche maturano le uova della sola prima ovatura senza pasto di sangue, necessario dalla seconda in poi, e altre specie hanno le femmine mai ematofaghe. In alternativa, al posto del pasto di sangue (di mammiferi, uccelli, rettili e anfibi o di altri organismi ematofagi che hanno appena succhiato il sangue da un vertebrato) può andare bene anche un pasto di emolinfa di altri artropodi. La zanzara che punge riassumendo è femmina e con uova che maturano col pasto di sangue. Perché la zanzara punge proprio noi? Si chiamano aspetti etologici dell’ematofagia e sono interessanti. Alcuni nematoceri ematofagi selezionano l’ospite in base a stimoli visivi o sonori, invece i culicidi hanno un’attenzione soprattutto chemiotropica e basata sull'emissione di cairomoni col concorso di altri fattori di tipo fisico associati a colore e calore. Nello specifico umano, il meccanismo di attrazione della zanzara è ancora in parte sconosciuto, ma già dagli anni Sessanta si sa che i cairomoni che la calamitano hanno a che fare con l'acido lattico, l’acido urico e l’ammoniaca contenuti dal sudore prodotto dall’attività fisica. Le zanzare sono anche attratte dal vapore acqueo e dall’anidride carbonica che emettiamo respirando, oltre che da una temperatura corporea alta. Ecco perché fare sport all’aria aperta e in generale essere accaldati o più caldi di altri aumenta le possibilità di essere punti. Produciamo anidride carbonica sia respirando, sia traspirando e pare che le zanzare riescano a rilevarla, e così a rilevare la presenza di una persona appetibile in uno spazio vuoto, fino a ben 50 m di distanza. Persone in sovrappeso e donne incinte sono più colpite perché hanno uno scambio maggiore tra ossigeno e anidride carbonica, i bambini sono meno punti. Accessoriamente, oltre che quelle del sudore hanno rilevanza anche le sostanze volatili del nostro sebo e, parrebbe, ma la questione è ancora oggetto di studio, i microorganismi cutanei (la microflora) che possono anche cambiare in virtù di cosa mangiamo, del periodo più o meno stressante e dei cambiamenti ormonali che viviamo. A livello di alimentazione, uno studio condotto con la birra ha dimostrato che bere alcolici aumenti l’attrattiva per le zanzare in virtù dell’odore del corpo modificato dall’alcol. Poi il gruppo sanguigno: pare che alcune specie di zanzare preferiscano il gruppo 0, poi il B, poi l’A e che si rivolgano solo all’85% della popolazione che emette segnali chimici di questi gruppi che esse recepiscono. Anche i colori degli abiti attraggono la scocciante sanguisuga volante: Zanzara la vampira, così potremmo chiamarla parafrasando il titolo del vecchio fumetto hard Zora la vampira, ama i colori scuri e forti, meno quelli chiari. È bene sapere che il meccanismo di attrattiva della nostra pelle funziona anche al contrario: quando la zanzara ci punge, rilascia su di noi feromoni di aggregazione che attraggono altre femmine in cerca di pasto di sangue…Come avviene la puntura? La zanzara sceglie il punto coi sensilli del labellum del labbro superiore. Tramite le mandibole e le mascelle perfora finché trova il capillare sanguigno. Poi introduce gli stiletti boccali, guidati dalla proboscide. Poi immette saliva attraverso il canale salivare dell'ipofaringe, la saliva svolge funzione innanzitutto momentaneamente anestetizzante perché non ci rendiamo conto, poi anticoagulante e rubefacente, cioè diluisce e fa aumentare il flusso sanguigno nel capillare, perché la suzione, così velocizzata, giunga a compimento prima che l’ospite, allertato poi dal dolore, reagisca uccidendola (o provando a farlo) con una manata. L’habitat ideale per la zanzara giovane è l’acqua stagnante, dolce come salmastra, dall’acqua piovana raccolta o l’acqua che resta nel sottovaso di un vaso annaffiato troppo, passando per fitotelmi e grandi aree umide interne o costiere (stagni, paludi, foci, ecc.). La zanzara non colonizza il corso d’acqua, ma le rive delle anse dove l’acqua ristagna. Poiché il ristagno idrico si può verificare anche in seguito all’antropizzazione di una zona, sia urbana sia rurale, la zanzara si posiziona spesso nei pressi di queste aree per stare vicina all’uomo da poi pungere. Larve di zanzare si trovano nelle risaie e in generale nelle colture irrigate per sommersione, nei canali di bonifica, nei bacini artificiali, nei serbatoi aperti, compresi i sottovasi, nelle discariche, nelle acque di deflusso di reflui organici, nelle fognature. Quando l’ospite umano non c’è, la zanzara si rivolge a popolazioni di ospiti di sostituzione, detti serbatoi, composti da primati, uccelli, animali domestici. Non solo la tendenza a pungere per succhiarci il sangue le fa rassomigliare a piccoli vampiri, di cui imitano anche il ritmo biologico: sono passive di giorno, quando amano rifugiarsi a riposare in luoghi freschi e all’ombra, attive in orario crepuscolare e notturno. Con eccezioni. La zanzara tigre, purtroppo ben rappresentata negli ambienti urbani, è diurna, punge e succhia principalmente di mattina e pomeriggio.
Giuseppe Cruciani (Ansa)
Il giornalista: «In tv l’intellighenzia progressista mostrifica la vittima. Bisognerebbe scendere in piazza in difesa del libero pensiero: vedremmo chi davvero vuole il dialogo».
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