2025-01-27
Willem Jacobus Eijk: «Spetta alla politica decidere quali migranti vanno accolti»
Willem Jacobus Eijk (Ansa)
Il cardinale: «Soccorrere i rifugiati; sugli altri si valuti qual è il bene della comunità Proponiamo anche ai giovani la virtù della castità: sono i più disposti a praticarla».Incontriamo il cardinale Willem Jacobus Eijk al santuario di San Francesco di Paola, in Calabria, dove il porporato olandese ha presentato il suo ultimo libro, edito in Italia da Cantagalli: Sull’amore. Matrimonio ed etica sessuale. Un compendio del magistero cattolico, vergato da un autore che non è solamente un teologo, ma anche un medico e un bioeticista.Eminenza, lei è conservatore?«Forse la mia, agli occhi della gente di oggi, è una posizione conservatrice. Ma in sé, il mio non è conservatorismo. La Chiesa fonda il suo insegnamento sull’ordine della creazione, sulle intenzioni del Creatore. Dunque, la mia non è una posizione conservatrice; è semplicemente una posizione cattolica».Ma impopolare. Perché, ad esempio, la Chiesa continua a opporsi all’uso dei contraccettivi?«I contraccettivi impediscono il dono della procreazione, che è parte integrante del dono reciproco sul quale si fonda il matrimonio. L’atto coniugale è l’espressione specifica, autentica, di questo dono reciproco totale: la contraccezione, che inibisce il concepimento di una nuova vita, blocca a livello fisico il dono della maternità e della paternità».Sulla concezione dell’omosessualità, l’insegnamento della Chiesa sta cambiando?«Anche gli atti omosessuali non possono essere espressione di quel dono reciproco totale di cui parlavamo prima».Perché?«In primo luogo, perché non permettono il dono della procreazione. Ma c’è un secondo aspetto, molto importante: Dio ha creato il matrimonio come unione di uomo e donna. Due persone sessualmente distinte e complementari, che insieme possono generare una nuova vita. E questo, nei rapporti tra persone dello stesso sesso, manca».Quindi?«Come ci ha mostrato la teologia del corpo di Giovanni Paolo II, l’unione matrimoniale tra uomo e donna, sessualmente distinti ma complementari, riflette le relazioni fra le tre Persone Divine all’interno della Trinità. Crediamo in un Dio in tre persone distinte, Padre, Figlio e Spirito Santo. Nel rapporto omosessuale non può riflettersi questa dimensione della relazione tra le tre persone divine nella Trinità».Niente rapporti fuori dal matrimonio: un fardello pesante…«Lo riconosco: è difficile vivere secondo la morale sessuale cattolica. È un’etica esigente. Le nostre difficoltà sono una conseguenza del peccato originale: i nostri impulsi sessuali, i nostri affetti, sono “disturbati”, non corrispondono più alla norma radicata nell’ordine della creazione. Persino la nostra ragione risulta in qualche modo offuscata e - più importante ancora - la nostra volontà indebolita».È un ideale impossibile?«Niente affatto: è possibile viverlo, esercitando la virtù della castità». Altro valore impopolare…«Al contrario di ciò che pensano in molti, la castità non è pruderie, non è una gestione spastica della sessualità».No? «La virtù della castità ci mette in grado di integrare i nostri impulsi nella totalità della nostra persona, secondo il nostro stato di vita. Così dice il Catechismo: “La castità esprime la raggiunta integrazione della sessualità nella persona e conseguentemente l’unità interiore dell’uomo nel suo essere corporeo e spirituale”. Naturalmente, dobbiamo lottare per acquisirla. Ma quando la otteniamo, raggiungiamo la capacità di dominio sui nostri impulsi. E se falliamo, non è una tragedia: possiamo sempre ricorrere al sacramento della confessione».Cerchiamo di essere pratici: come cantava Fabrizio De André, «la voglia svanisce e il figlio rimane». Una coppia sposata dovrebbe puntare a procreare ogni volta che si congiunge sessualmente? «No. Anche la Chiesa comprende che c’è bisogno di una qualche forma di controllo delle nascite. Chiede una genitorialità generosa, ma secondo le proprie possibilità e i propri limiti».Come ci si regola?«Esistono metodi accettabili per il controllo delle nascite: quelli naturali. Ad esempio, avere rapporti coniugali soltanto nei giorni non fertili della donna. E ci sono maniere piuttosto semplici per individuarli, tipo il calcolo della temperatura basale, o l’esame della mucosa della cervice uterina. Tante coppie cattoliche usano efficacemente questi metodi».La virtù della castità non fa scappare i giovani delle chiese?«I giovani che vengono in chiesa, in realtà, sono i più inclini ad accettare per intero la dottrina della Chiesa. Incluse la morale matrimoniale e l’etica sessuale».In effetti, si dice che i seminari tradizionalisti siano i più fecondi. La Chiesa «conservatrice» attira di più i giovani?«Lei si sta riferendo a quella parte della Chiesa che adotta ancora il rito tridentino. Ma c’è anche una Chiesa che segue le indicazioni del Concilio Vaticano II. E i cui seminari, come ho accennato prima, non sono “conservatori”, ma semplicemente cattolici. Insegnano la dottrina. Vorrei riportare la mia esperienza». La ascoltiamo.«In Olanda, alcuni anni fa, abbiamo introdotto dei corsi preparatori al matrimonio. Non c’erano molti iscritti, perché i matrimoni in chiesa sono rari ormai. Tuttavia, quelli che vogliono ancora sposarsi in chiesa compiono una scelta consapevole. Quando abbiamo iniziato, ci chiedevamo cosa avrebbero pensato quei giovani di un insegnamento basato sulla teologia del corpo di San Giovanni Paolo II. Alla fine del corso, abbiamo constatato che tutti loro erano entusiasti. Ecco perché è importante che noi trasmettiamo l’insegnamento della Chiesa alle nuove generazioni, ai nuovi cattolici: quando lo facciamo, vediamo che c’è terra fertile per questo messaggio».Cosa pensa delle benedizioni gay, legittimate dal Dicastero per la Dottrina della fede? Hanno spaccato la Chiesa e sono diventate un rito di serie B, da amministrare in fretta e quasi di nascosto. «Non mi addentro in questa discussione, ma credo che il documento del Dicastero abbia provocato qualche malinteso. I vescovi africani e quelli dell’Europa orientale hanno preso le distanze; lo hanno fatto pure i vescovi olandesi, sebbene in modo più diplomatico. Dopodiché, il Santo Padre ha specificato che non si benedice il rapporto “coniugale”, bensì si benedicono le persone».Dunque?«Be’, non si tratta di una modificazione fondamentale della dottrina, perché la Chiesa ha sempre benedetto persone singole, quindi pure i peccatori… È molto più importante quello che ha detto il Papa sull’ideologia gender: su questo, non ha fatto altro che ribadire la dottrina della Chiesa, senza mezzi termini».Francesco ha deplorato la «frociaggine» nei seminari. La Conferenza episcopale italiana, invece, ha aperto ai seminaristi gay, chiarendo che chi ha quella inclinazione può essere ammesso al sacerdozio, purché rimanga casto.«La Congregazione per l’educazione cattolica, nel 2005, ha stabilito che non si possono accettare sacerdoti la cui omosessualità fa parte del nucleo della persona. D’altra parte, ci possono essere persone che hanno avuto solo alcune fugaci relazioni omosessuali: con queste ultime è possibile aprire una fase di discernimento. Il Papa non ha cambiato tali linee guida e non lo hanno fatto nemmeno i vescovi italiani: bisogna leggere attentamente ciò che hanno scritto».Lei proviene da un Paese, l’Olanda, che è stato pioniere dell’eutanasia. Anche in Italia sono forti le spinte a una sua piena liberalizzazione. Si sente di ammonirci?«Attenzione a non finire su un piano inclinato. In Olanda, quando aprimmo la discussione sulla legittimità dell’eutanasia, alla fine degli anni Settanta, l’idea era di concederla soltanto ai malati terminali. Poi, verso la fine degli anni Ottanta, il perimetro fu allargato a chi non era terminale. Negli anni Novanta, a chi pativa una sofferenza psichica definita insopportabile. E ancora, a chi, mentre era nel pieno delle sue facoltà, aveva sottoscritto un testamento biologico, nel caso in cui si fosse trovato in condizione di non poter esprimere il proprio consenso a causa della demenza. Poi, ai depressi. Ecco: questo è il tipico sviluppo, che si può constatare empiricamente. Ma c’è anche un aspetto intrinseco del meccanismo del piano inclinato: se si accetta che sia lecito porre fine, attraverso l’eutanasia, ad alcune gravi sofferenze, non si vede perché le altre sofferenze, benché meno intense, debbano essere escluse. Se in Italia pensate di poter limitare i casi di eutanasia, vi sbagliate».Secondo il Papa, non accogliere i migranti è un peccato mortale. Siamo obbligati a spalancare le frontiere a tutti?«Nei confronti di un vero rifugiato, una persona che non può tornare in condizioni di sicurezza nel proprio Paese, è doveroso esercitare la carità. Però ci sono anche molti migranti economici. Spetta all’autorità politica stabilire chi accogliere, in funzione del bene comune. La Chiesa fornisce dei principi generali; la loro applicazione spetta all’autorità politica. Purtroppo, manca anche solidarietà tra i Paesi dell’Unione europea, quanto alla gestione dei migranti».Benedetto XVI, nella sua famosa «profezia», descrisse il futuro della Chiesa come una sorta di ritorno alle catacombe. Ci stiamo arrivando davvero?«Sì. Soprattutto in Olanda. Abbiamo un numero molto ristretto di cattolici praticanti. Ma quelli che lo sono, sono fedelissimi all’insegnamento della Chiesa, pregano, hanno un rapporto personale con Cristo. Come disse proprio papa Benedetto, dobbiamo puntare sulle “minoranze creative”, poiché esse conoscono le risposte alle sfide del tempo. Quell’espressione era mutuata dalle opere dello storico britannico Arnold Toynbee, che aveva studiato la nascita e il tramonto di almeno 20 civiltà. Secondo lui, l’inizio di una cultura è sempre determinato da una minoranza creativa. Noi dobbiamo mettere in piedi una minoranza creativa cristiana».
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.