La maxi misura approvata dal Bundestag ha trainato la filiera legata alla Difesa. Ma il futuro dei prezzi delle azioni dipende dalla capacità di tradurre gli annunci in una crescita solida, non solo indotta dai consumi.«Da inizio anno una delle Borse migliori è quella tedesca grazie alle misure straordinarie annunciate dal governo Merz», spiega Salvatore Gaziano, responsabile delle strategie di investimento di SoldiExpert Scf. «Ma da qualche mese a vedere l’indice Dax il clima di euforia si è un po’ raffreddato e c’è chi vede delle sfide ancora importanti da superare». Per l’investitore, il punto è come posizionarsi. La spinta iniziale è arrivata dal maxi piano approvato dal Bundestag (difesa e infrastrutture), che ha trainato i titoli collegati a riarmo, cantieri, rete elettrica, materiali, ingegneria e sistemi dual-use. Qui l’approccio più lineare resta un’esposizione tematica: società della difesa, aziende di infrastrutture/servizi pubblici con contratti indicizzati e player dell’automazione industriale. Accanto a queste, utilities di rete e rinnovabili con pipeline visibile e disciplina sul capitale.La seconda gamba è la «qualità difensiva»: campioni nazionali dell’export con bilanci solidi, pricing power e filiere globali (chimica di specialità, healthcare, software industriale). Più selettivo l’approccio su ciclici profondi e auto tradizionale: il comparto è sotto pressione per transizione elettrica, concorrenza asiatica e capex pesanti. Meglio puntare su nicchie ad alto valore aggiunto della catena (componentistica power-electronics, test & measurement, software per veicoli, fornitori di sistemi di sicurezza) evitando esposizioni sbilanciate su modelli a basso margine.Sul «come» investire: un insieme diversificato tramite etf su Dax/Mdax/Prime All Share, con sovrappesi tattici ai temi difesa-infrastrutture e automazione può essere di certo interessante. In ottica rischio-rendimento, può essere utile affiancare coperture sul cambio (se il portafoglio è in dollari/franchi o sterline) e su volatilità di breve periodo. Per quanto riguarda il reddito fisso, è bene privilegiare emissioni investment grade legate a progetti infrastrutturali o green senior garantite da flussi regolati. È sensato pianificare ingressi scaglionati (piani di accumulo) e ribilanci periodici, così da sfruttare fasi di debolezza del mercato tedesco senza inseguire i prezzi. «Il Dax ha un rapporto prezzo/utili di circa 15 volte e continua a essere scambiato a multipli che, rettificati per la crescita attesa, lasciano spazio a una potenziale rivalutazione se sarà realizzata la prevista accelerazione di questi ultimi nei prossimi due anni. Il futuro della Borsa tedesca è strettamente legato alla capacità del governo Merz di tradurre gli annunci in una crescita solida», conclude Gaziano.
Ecco #EdicolaVerità, la rassegna stampa podcast del 19 novembre con Flaminia Camilletti
Roberto Calderoli e Luca Zaia (Ansa)
Attilio Fontana e Luca Zaia siglano le pre-intese su Protezione civile, professioni, previdenza integrativa e sanità. Il Doge: «Subito 300 milioni agli ospedali». Roberto Calderoli: «Federalismo fiscale entro marzo o saltano 32 miliardi di Pnrr».
Diciotto novembre. Data storica. Un anno dopo l’intervento della Corte costituzionale che ha fermato, di fatto, l’entrata in vigore della legge Calderoli sull’Autonomia differenziata, sono arrivate le prime storiche pre-intese tra i governatori di Veneto e Lombardia con il ministro degli Affari regionali su quattro materie: Protezione civile, professioni, previdenza complementare e gestione finanziaria della sanità. Nella Costituzione c’è scritto che sono 23 le materie che possono essere affidate in gestione alle Regioni, ma 15 sono «protette» dai Lep, ovvero bisogna fissare i Livelli essenziali di prestazione prima di procedere alla devoluzione. «Entro la legislatura», saranno fissati i criteri per i Lep ha annunciato Roberto Calderoli ieri mattina a Palazzo Balbi, la sede della Regione Veneto, durante la firma dell’accordo con Luca Zaia.
Imagoeconomica
Il nuovo ad dei francesi, Olivier Gavalda: «Seguiamo con grande attenzione le possibili opzioni di fusione». La Bce potrebbe concedere l’autorizzazione a salire oltre il 20% e arrivare al 29%. Il governo preferisce un’operazione Banco-Monte dei Paschi.
Crédit Agricole guarda al mercato italiano come elemento chiave della propria strategia di crescita. Il nuovo amministratore delegato Olivier Gavalda arrivato a maggio ha dichiarato di seguire «con grande attenzione» le possibili opzioni di fusione tra la controllata Crédit Agricole Italia e il gruppo Banco Bpm. La banca francese, che ha poco meno del 20% del capitale di Banco Bpm e potrebbe essere autorizzato dalla Bce a superare la soglia sensibile e arrivare fino al 29%, sta infatti collaborando con advisor come Deutsche Bank e Rothschild per esplorare una possibile fusione con il gruppo guidato da Giuseppe Castagna.
Sergio Mattarella e Francesco Saverio Garofani (Imagoeconomica)
Garofani, consigliere di Mattarella, davanti a politici, funzionari e sportivi ha parlato della necessità di dare «provvidenziali scossoni» per evitare la vittoria del centrodestra. Bignami gliene ha chiesto conto ma invece della giustificazione dell’ex pd è arrivato un comunicato del Quirinale che vaneggia: «Attacco ridicolo». Ma qui di ridicolo c’è solo il tentativo di mettere il bavaglio al nostro giornale.






