2022-07-06
Vittime dell’iniezione snobbate solo qui: in Uk primo rimborso da 120.000 sterline
L’indennizzo nel Regno Unito è quasi il doppio di quello italiano. Confronto impietoso pure con Austria, Francia e Germania.In caso di morte correlata alla vaccinazione anti Covid, il Regno Unito versa ai familiari del deceduto un indennizzo di 120.000 sterline, l’equivalente di 140.000 euro. Quasi il doppio di quanto lo Stato italiano concede a chi ha perduto un congiunto dopo l’inoculo, riconosciuto come causa dopo un iter lungo, complicato e costoso. La prima a ottenerli è stata Vikki Spit, fidanzata dell’ex cantante rock Zion, 48 anni, ammalatosi otto giorni dopo aver ricevuto il vaccino e morto nel maggio 2021. La donna si è lamentata per la pochezza della cifra, chissà che cosa avrebbero da dire i parenti dell’insegnante genovese deceduta il 4 aprile del 2021 a seguito della somministrazione di Astrazeneca, e che si sono dovuti accontentare di una consolazione di nemmeno 78.000 euro. Al di fuori di questo assegno una tantum, ci sono gli indennizzi previsti per i danneggiati con lesioni irreversibili post vaccinazioni obbligatorie, nelle quali rientra l’anti Sars-CoV2 raccomandata dall’autorità sanitaria italiana. Anche qui, al termine di procedure estenuanti per riconoscere la correlazione, si tratta di pensioni che vanno da un minimo di 1.600 euro, massimo 1.800 euro ogni due mesi, più una tantum di circa 70.000 euro. Nel Regno Unito, se un individuo può provare una disabilità grave (almeno il 60%) tramite la valutazione medica e le cartelle cliniche, riceve comunque il pagamento di 120.000 sterline, esentasse, secondo lo schema Vdpa (Vaccine damage payments). Lo scorso marzo, sir Christopher Chope propose al parlamento inglese di aumentare l’indennizzo, portandolo a 177.000 sterline, mostrando così di avere più a cuore disabilità e lesioni conseguenti l’inoculo «al fine di promuovere la fiducia nel vaccino tra coloro che altrimenti potrebbero essere riluttanti», dichiarò il parlamentare del partito conservatore. Chiese anche: «Perché qualcuno che è disabile al 50% a causa di un danno da vaccino non dovrebbe ricevere nessun indennizzo?», questione che nessuno dei politici italiani si è mai sognato di sollevare alla Camera o al Senato. Christopher Chope ha ricordato che «più di 450.000 segnalazioni di reazioni avverse ai vaccini anti Covid sono arrivate all’Agenzia di regolamentazione dei medicinali e dei prodotti sanitari inglesi», ma che quel numero è una sottostima «del numero effettivo di persone colpite nel Regno Unito», considerato che «si segnala solo il 10% delle reazioni gravi e tra il 2% e il 4% delle reazioni non gravi». In Austria, viene riconosciuta l’invalidità dall’età di 15 anni se in seguito alla vaccinazione la tua capacità di lavorare si è ridotta di almeno il 20% per più di tre mesi. L’importo cresce con l’aumentare della disabilità. Inoltre viene versato un assegno di cura, un’indennità di assistenza che varia da 775 a 2.324 euro. In caso di decesso, viene riconosciuta una pensione alla vedova, una pensione per gli orfani e un contributo di 936 euro per le spese funerarie del poveretto morto in seguito al vaccino. Comunque, anche per coloro che hanno subito danni lievi o invalidità lavorativa di durata superiore a 24 giorni, l’Austria riconosce 883,56 euro come prestazione una tantum. Siamo d’accordo, è niente per un danneggiato, ma in Italia nemmeno se sei mezzo morto dopo la vaccinazione ci sono ristori quasi automatici. In Francia non esiste un importo minimo o massimo di compensazione. L’indennizzo sarà pari all’intero pregiudizio subito dalla vittima. L’Ufficio nazionale per l’indennizzo degli infortuni medici, delle malattie iatrogene e delle infezioni nosocomiali (Oniam) dispone di un periodo di sei mesi per decidere sulle richieste di risarcimento, anche per le vaccinazioni stabilite come misura sanitaria di emergenza seppure non obbligatoria. In Germania, alle persone il cui disturbo di salute è riconosciuto come danno causato dalla vaccinazione, vengono forniti ausili medici e cure mediche, rimborsate spese di cura, ricevono aiuti in denaro e prestazioni sociali. L’aiuto è commisurato al danno ricevuto, si parte con una pensione mensile da 156 a 811 euro al mese e possono essere previste varie indennità fino ad un massimo di 626 euro. Se il richiedente non è più in grado di esercitare una professione a causa del danno alla salute, si verificherà se è dovuto un risarcimento per infortunio sul lavoro. Bayerischer Rundfunk (Br), l’emittente radiotelevisiva pubblica locale del Land tedesco della Baviera, un anno fa ha fatto dei conteggi sugli indennizzi da vaccino anti Covid. Un bambino danneggiato, con gravi limitazioni cerebrali e cognitive, riceve 15.000 euro al mese tra pensione di base, indennità di accompagnamento, indennità di cura, pensione compensativa e risarcimento infortunio professionale. Oltre a questo, gli vengono assicurati servizi medici e terapeutici. Un conteggio di necessità molto triste, ma doveroso se si ha rispetto nei confronti dei danneggiati da un vaccino raccomandato, quando non è stato imposto.
L'ex amministratore delegato di Mediobanca Alberto Nagel (Imagoeconomica)
Giorgia Meloni ad Ancona per la campagna di Acquaroli (Ansa)
«Nessuno in Italia è oggetto di un discorso di odio come la sottoscritta e difficilmente mi posso odiare da sola. L'ultimo è un consigliere comunale di Genova, credo del Pd, che ha detto alla capogruppo di Fdi «Vi abbiamo appeso a testa in giù già una volta». «Calmiamoci, riportiamo il dibattito dove deve stare». Lo ha detto la premier Giorgia Meloni nel comizio di chiusura della campagna elettorale di Francesco Acquaroli ad Ancona. «C'é un business dell'odio» ha affermato Giorgia Meloni. «Riportiamo il dibattito dove deve stare. Per alcuni è difficile, perché non sanno che dire». «Alcuni lo fanno per strategia politica perché sono senza argomenti, altri per tornaconto personale perché c'e' un business dell'odio. Le lezioni di morale da questi qua non me le faccio fare».
Continua a leggereRiduci