2022-09-10
Ragazzine in festa e mamme col bebè. Ancora stupri firmati dalle risorse
A Pisa due immigrati palpeggiano delle giovani dirette a un concerto, poi picchiano i poliziotti intervenuti. Orrore a Brescia: irregolare aggredisce donna con un neonato in braccio e tenta di strapparle i pantaloni. Alcuni fatti di cronaca raccontano gesti che vanno al di là del bene e del male: la violenza su una madre di Brescia è fra questi. La donna passeggiava in pieno giorno a via Cefalonia, sul grembo, avvolto in una fascia, il figlio appena nato. In quegli istanti viene sorpresa alle spalle da un uomo, un trentenne che si avventa con le mani sulle sue parti intime e prova in preda alla furia anche a strapparle i pantaloni. Lei prova a difendersi, grida. Pochi attimi che sembrano non passare mai con il pensiero al suo bimbo, che in una eventuale caduta rischiava di farsi del male. Un passante si accorge della brutale aggressione e interviene immediatamente. Il trentenne abbandona la sua preda e si allontana, ma l’allarme nel frattempo era già scattato. La polizia è riuscita a fermare e intercettare il maniaco: un immigrato irregolare che ha tentato di fornire false generalità. Perché è importante che sia un immigrato? Perché questo lo ricollega ad altri fatti di cronaca simili che raccontano tutto il disagio del fallimento delle politiche migratorie italiane e della mancata integrazione.Come a Pisa. Questa volta l’aggressione avviene in un concerto in piazza. Si esibisce Ariete, cantante di 19 anni originaria di Anzio. I fan sono per lo più ragazzini, come lo sono le giovani aggredite nella centralissima piazza dei Cavalieri. La molestia anche qui arriva per mano di due stranieri irregolari. Immediatamente bloccati e identificati dalla polizia. Uno dei due, senegalese, ha opposto resistenza prima contro i fan che avevano dato l’allarme, aggredendoli, poi con gli agenti intervenuti sul posto colpendo con calci e pugni per poi danneggiare anche la volante. Lì scatta l’arresto, ma dopo qualche ora in cella e dopo un processo per direttissima, il giudice lo sottopone alla misura cautelare dell’obbligo di firma giornaliero, riconsegnandolo di fatto alla strada e alla libertà di circolazione. Non sono passate che poche settimane dallo stupro choc di Piacenza. Quando un richiedente asilo originario della Guinea è stato arrestato con l’accusa di violenza sessuale nei confronti di una donna ucraina. L’episodio ripreso da una telecamera e rilanciato sui social network ha indignato l’Italia intera. Le immagini mostravano la violenza, consumata alle prime ore dell’alba a terra, su un marciapiede della centralissima via Scalabrini. Sempre a Piacenza, pochi giorni fa, un altro tentativo di stupro. Un sedicenne egiziano è saltato addosso a una cameriera ventenne di rientro dal lavoro. L’aggressione anche qui avviene in pieno centro tra piazza Sant’Antonino e via Giordani, dopo un inseguimento. La donna spinta contro un pilone di cemento viene palpeggiata e insultata ma riesce a scappare e a chiamare il 113. È andata bene perché il ragazzo, fermato dagli agenti, aveva con sé un coltello a serramanico. La vittima è stata soccorsa e portata in ospedale. Il minore non accompagnato è ospite di una comunità e sarebbe stato segnalato diverse volte per mancati rientri, per i quali però non è mai stato preso nessun provvedimento. Un fatto molto simile era avvenuto nella stessa città un paio di mesi prima. La dinamica più o meno la stessa: sempre in centro una diciannovenne era stata spinta contro un muro, aggredita e palpeggiata ovunque. Urlando aveva attirato l’attenzione di alcuni residenti ed era riuscita a scappare e poi a chiamare il 112. L’aggressore in quel caso non è mai stato individuato. E ancora Monza, dove il 5 settembre scorso una ragazza è stata bloccata e palpeggiata in pieno giorno. Avvicinata e afferrata per un braccio mentre parlava al cellulare con una amica, spintonata contro una ringhiera e aggredita. Il terrore fortunatamente non le ha impedito di chiedere aiuto: urlando ha attirato l’attenzione degli agenti che passavano nei paraggi consentendo loro di intervenire subito per fermare il marocchino di 26 anni che la stava aggredendo. La vittima è una giovane alla quale al pronto soccorso dell’ospedale San Gerardo sono stati diagnosticati 15 giorni di prognosi per contusioni multiple e cervicalgia.L’aggressore, fermato in flagranza di reato, aveva fatto domanda per un permesso di soggiorno temporaneo grazie al procedimento di emersione lavoro che permetteva nel 2020 agli immigrati irregolari che lavoravano di mettersi in regola. Possibilità che l’uomo si è giocato grazie a dei precedenti di polizia per reati contro la persona ed il patrimonio. Il marocchino è stato portato nella casa circondariale di Sanquirico a disposizione dell’autorità Giudiziaria.Sempre a Monza, a giugno, una donna di 32 anni è stata aggredita poco prima di mezzogiorno al parco: uno sconosciuto ha tentato di violentarla ma le sue urla l’hanno messo in fuga.Politiche di immigrazione incontrollata che portano conseguenze disastrose quindi. E che nonostante i risultati ormai sotto gli occhi di tutti, continuano ad esser portate avanti dalla sinistra e nello specifico dall’attuale ministro dell’Interno Luciana Lamorgese. A Lampedusa ieri sono sbarcati altri 104 migranti, arrivati con tre diverse imbarcazioni. Nella notte il primo carico aveva a bordo 29 persone compresi un minorenne e sei donne partiti dalla Libia. I richiedenti asilo arrivano da Gambia, Senegal, Mali, Costa d’Avorio e Guinea.Poi la motovedetta Cp305 della Guardia costiera ha soccorso 33 naufraghi, fra cui 16 donne, che erano al largo dell’isola su un’imbarcazione alla deriva. La stessa unità più tardi ha agganciato un altro barchino alla deriva con 42 immigrati, tra egiziani e palestinesi, a bordo. I tre gruppi sono stati portati all’hotspot dove, al momento, ci sono circa 650 persone per una capacità di 350.
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