
Il musicista, sfrattato per debiti con il fisco: «Sono disposto a ricomprare la mia abitazione di Monza, venduta all'asta: se il nuovo proprietario dirà di sì, donerò 200.000 euro a chi aiuta i senzatetto».Morgan, non il pirata ma Marco Castoldi già frontman dei Bluvertigo e telegiudice, ricomincia dalla radio. O piuttosto finisce perché questa sera (in diretta alle 21 su Radio 2) va in onda l'ultima puntata di Cantautoradio, il suo programma dedicato alla vita, l'arte e la poetica dei cantautori della storia della musica italiana. Canzoni, improvvisazione, letture e monologhi, una miscela alla Morgan. Racconterà attorno al «cantavolo» Domenico Modugno, assieme a un agguerrito manipolo di ospiti: Massimo Ranieri, Renzo Arbore, Vinicio Capossela, Simone Cristicchi, Petra Magoni e l'Orchestra Notturna Clandestina del maestro Enrico Melozzi.Perché una trasmissione sui cantautori?«Perché i cantautori sono una forma d'arte di cui siamo noi italiani gli iniziatori. Abbiamo sviluppato e reso altissima la canzone, questo dagli anni Cinquanta ai Settanta, poi è arrivata una nube a coprire il cielo. I cantautori storici sono un patrimonio come Michelangelo, Leonardo e Vivaldi. L'Italia non avrà inventato il transistor o il motore a scoppio, ma ha inventato la canzone e anche l'opera lirica. Ti pare poco?».Ci sono ancora i cantautori o erano frutto di una felice congiuntura culturale?«Oggi ci sono io».Solo tu? Sei modesto…«Pensandoci bene no, anche altri. Ho radunato i cantautori di oggi intorno a una canzone che ho scritto io e che è anche la sigla del programma: Cantautore. L'hanno cantata 40 cantautori contemporanei e ho in mente una roba rivoluzionaria»Quale?«Sul Web il pubblico potrà montare la sua versione della canzone con le voci di chi preferisce nel punto che desidera. Vuoi sapere i nomi di chi ha partecipato?»Se li elenchi tutti e 40 finiamo qui l'intervista per mancanza di spazio…«Dai in ordine alfabetico: Alex Britti, Alice, Renzo Arbore, Edoardo Bennato, Caparezza, Carmen Consoli… E poi Eugenio Finardi, Gino Paoli, Max Pezzali, Francesco Guccini, Roberto Vecchioni…».Si contenga Morgan.«Chiude la lista Federico Zampaglione. Mi hai chiesto se ci sono ancora i cantautori: certo che ci sono, eccoli qui. Non mancano certo le persone, piuttosto è la società che è disgregata. Oggi non esistono più una politica o una legge ispirate da valori morali, esiste solo l'individuo e proprio da questo bisogna ricominciare».Stasera celebrate Mister Volare…«Un grandissimo perché non ha insegnato tanto a vivere la musica quanto a musicare la vita».Parliamo anche di quelli delle puntate precedenti: Fabrizio De André, perché tra i maestri?«Perché insegna la misericordia e la pietà, abbraccia gli ultimi e aiuta a comprendere gli altri».Luigi Tenco?«Era talmente bravo da trasformare in opera d'arte la sua disperazione. Ti commuovi ascoltandolo».Sergio Endrigo?«Grande perché è il poeta degli occhi, lui insegna a guardare il mondo. È tutto nello sguardo».E Franco Battiato?«Battiato è la vera avanguardia, sarà sempre moderno anche tra un secolo. Un maestro nella musica, nelle parole e nella vita».Enzo Jannacci.«Lui era la combinazione tra Battiato e De André, declina la misericordia nella forma dell'ironia».E Umberto Bindi?«Il maestro dei maestri, il più grande musicista della storia della canzone italiana».Ti mancano le telecamere o preferisci la radio?«Adoro l'idea del non vedere in un mondo dove tutto è spiattellato e sbattuto in faccia. La radio permette di vedere la musica, perché vedere la musica non significa guardare un cantante che fa finta di cantare ma guardare dentro di sé».L'ispirazione del tuo programma?«Divertire seriamente, questo è il mio modo di fare radio».Con la televisione hai chiuso?«Ho un conflitto terribile con la tv, perché non è ancora preparata a un linguaggio moderno. Un Arbore oggi non avrebbe spazio, farebbe paura così come faccio paura io».Quindi non vedremo più Morgan ai talent show?«Il gioco è bello solo se dura poco: io non sono un opinionista, lo lascio fare a chi è convinto. E poi sono desideroso di trovare nuovi talenti, ce ne sono troppi in giro».Stai per pubblicare un libro con una proposta di legge per la creazione di vincoli sui laboratori creativi degli artisti. Ovvio che c'è qualcosa di autobiografico in questa scelta…«Il problema riguarda me ma anche tanti altri. È incredibile che la casa di Monza mi sia stata tolta dai giudici come fosse una casa normale, che non ci siano stati appigli per far valere la realtà».Qual è la realtà?«Io creavo nella mia casa. Ciò ha un valore indiscutibile perché la casa di un'artista è la sua officina, la organizza in modo diverso dagli altri. Avevo il mio laboratorio in casa, sfrattandomi mi hanno sabotato e impedito di fare il mio mestiere. In Italia non è riconosciuto il ruolo dell'artista che in fondo è un artigiano. Tenevo lì tutti i miei strumenti, la sala di registrazione e dimmi: dove vado a lavorare ora? Mi sono rivolto anche al ministro Dario Franceschini».Cosa gli hai detto?«Che vanno tutelate con un vincolo le case degli artisti in vita perché sono dei futuri musei. L'artista va messo nella condizione di produrre l'opera perché così anche lo Stato ne trae vantaggio. Se gli artisti sono produttivi e non dei disperati è una forza per il Paese. Abbiamo bisogno di governi che credano nell'arte, perché se noi italiani abbiamo un senso nel mondo e nella storia è proprio grazie all'arte. Il nostro capitale è l'arte, non ci vuole tanto a capirlo».Hai paragonato la tua casa al Vittoriale… qualcuno ha sorriso.«Non ha capito niente quel qualcuno. Non è che mi paragono, il punto è un altro: le case di Gabriele D'Annunzio o Giacomo Leopardi, diventate musei, non sono nate dal nulla dopo che loro sono morti. Le hanno realizzate mentre erano in vita, proprio come la mia».Lo sai che non sei il solo, in Italia si contano 150 sfratti al giorno…«Lo so e la casa è la più importante cosa che hai. Per ripararti dal freddo vai a casa, per proteggerti e pensare vai a casa. C'è un legame profondo tra la pietra e chi la abita, questo vale per tutti ed è tremendo subire uno sfratto. Però per uno come me, che fa di quello che ha attorno un oggetto d'arte, lo è ancora di più».Capisco il dolore, però se ti hanno tolto la casa ci sono dei motivi. Il debito con il fisco…«Io non ho mai ordinato a chi gestiva il mio denaro di non versare le tasse. E invece non venivano pagate e i soldi si sono volatizzati».C'era anche il problema degli alimenti alle tue figlie…«Ho sempre mantenuto Anna Lou e Lara al massimo delle mie possibilità, senza battere ciglio. Guadagnavo bene e per anni ho pagato regolarmente. Poi mi sono preso una fregatura dai datori di lavoro e a quel punto non ho potuto più dare niente a nessuno. Io voglio pagare, ma ho bisogno della mia casa per lavorare».Dove vivi adesso?«Da nessuna parte, non ho indirizzo fisso. Di solito sto in un alberghetto a Milano».Ti sei un po' ripreso dopo lo sfratto?«Per niente, se tiro avanti è grazie alla forza d'animo e al mio dono. Mi hanno massacrato giudici e ufficiali giudiziari, sono dei terroristi. Chi si è aggiudicato la mia casa all'asta a un quinto del valore effettivo dovrebbe ridarmela se è una persona per bene, perché rivoglio il mio gioiello. Posso fare un appello sul tuo giornale?».Certo.«Caro signore che mi ha fregato la casa, ascolti: le ridò i suoi 200.000 euro e ci aggiungo altri 200.000 che verserò in beneficenza ai senzatetto e agli orfani. Me la restituisce per favore? Adesso vediamo cosa mi risponde».Chiudiamo sulla musica, hai composto nuove canzoni?«Ho più di 1.000 inediti che metterò sul Web uno al giorno, il pubblico li merita, l'industria discografica no. Sai una cosa? Che è proprio bello tornare a parlare di musica».
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I Maga sfidano le censure del Vecchio continente: la vice di Alice Weidel e un militante escluso dalle elezioni per sospetti sulla sua «lealtà alla Costituzione» vanno a Washington dai funzionari di Marco Rubio e di Jd Vance.
Paolo Longobardi (Getty images)
Il presidente di Unimpresa: «Va data sicurezza alle transazioni delle pmi che operano in più valute. L’Occidente imponga standard di qualità contro la concorrenza sleale».
Mario Draghi (Ansa)
L’ex premier si accorge soltanto ora che gli obiettivi green sono «irrealizzabili». Poi critica la burocrazia continentale: «Troppo lenta, potrebbe non riuscire a riformarsi». Il suo piano B: alcuni Stati facciano da sé.
Sehrii Kuznietsov (Getty Images)
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- Invasione nazista, Berlino secca: «Soldi alla Polonia? Storia chiusa». Merz: «Ma siamo al fianco di Varsavia». Presto possibile vertice Trump-Zelensky.