2025-03-26
Via al piano per riaprire le miniere
Il commissario Ue agli Affari interni Stephane Séjourné (Ansa)
L’Unione presenta 47 progetti di estrazione, lavorazione e riciclo. Obiettivo: autonomia su litio e cobalto nel 2030. Il commissario Séjourné: «Non dipenderemo più dalla Cina».L’Unione europea ha compiuto un passo significativo nell’ambito della sicurezza dell’approvvigionamento di materie prime strategiche con l’approvazione di un elenco di 47 progetti chiave distribuiti in 13 Paesi, tra cui l’Italia. Questa iniziativa mira a rafforzare la filiera industriale europea e a diversificare le fonti di approvvigionamento, riducendo la dipendenza da fornitori esterni.Secondo quanto dichiarato dalla Commissione europea, questo rappresenta un traguardo fondamentale per l’attuazione del Critical Raw Materials Act. L’obiettivo è garantire che l’estrazione, la lavorazione e il riciclaggio delle materie prime strategiche all’interno dell’Ue coprano almeno il 10%, il 40% e il 25% rispettivamente della domanda complessiva entro il 2030.Oltre all’Italia, i Paesi coinvolti in questi progetti includono Belgio, Francia, Germania, Spagna, Estonia, Repubblica Ceca, Grecia, Svezia, Finlandia, Portogallo, Polonia e Romania. Le iniziative selezionate coprono vari segmenti della filiera delle materie prime, con 25 progetti dedicati all’estrazione, 24 alla lavorazione, 10 al riciclaggio e 2 focalizzati sulla sostituzione delle materie prime critiche.Complessivamente, i progetti riguardano 14 delle 17 materie prime strategiche identificate dal Critical Raw Materials Act. Tra queste spiccano il litio (22 progetti), il nichel (12), il cobalto (10), il manganese (7) e la grafite (11). Questi investimenti avranno un impatto significativo sulla catena di approvvigionamento europea delle batterie, contribuendo a raggiungere gli obiettivi di autosufficienza per l’estrazione, la lavorazione e il riciclaggio di litio e cobalto entro il 2030. Inoltre, sono previsti importanti progressi per grafite, nichel e manganese. Altri progetti riguardano materie prime essenziali per il settore della difesa, come il magnesio (un progetto) e il tungsteno (tre progetti), rafforzando la resilienza industriale europea.Un altro aspetto rilevante è il valore transfrontaliero di questi progetti, che presentano un investimento totale previsto di 22,5 miliardi di euro. La Commissione, insieme agli Stati membri e alle istituzioni finanziarie, fornirà supporto per facilitare l’accesso ai finanziamenti e promuovere connessioni tra produttori e acquirenti. Inoltre, i progetti beneficeranno di procedure semplificate per il rilascio delle autorizzazioni, garantendo un iter prevedibile per i promotori. Secondo il Critical Raw Materials Act, il tempo massimo per il rilascio delle autorizzazioni sarà ridotto a 27 mesi per i progetti di estrazione e a 15 mesi per le altre iniziative, un miglioramento significativo rispetto agli attuali tempi di attesa, che possono variare tra i cinque e i dieci anni.Il regolamento è entrato in vigore il 23 maggio 2024 e ha previsto una scadenza al 22 agosto 2024 per la presentazione delle candidature ai progetti strategici. La Commissione ha inoltre ricevuto domande per iniziative localizzate in Paesi terzi, ma una decisione su tali progetti sarà presa in un secondo momento.D’altronde, secondo il commissario Ue agli Affari Interni, il francese Stephane Séjourné, è giunto il momento in Europa di riaprire le miniere. «Le terre rare», spiega Séjourné al quotidiano La Repubblica, «sono il punto chiave per l’Unione europea. Non averle rappresenta una minaccia esistenziale. Sono fondamentali per l’industria e per la difesa. Non dobbiamo più dipendere da altri Paesi: né dalla Russia né dalla Cina. Senza litio, nichel o grafite non possiamo produrre batterie elettriche. Senza germanio, non possiamo produrre semiconduttori. Il mondo è cambiato rispetto a due o tre anni fa. La situazione geostrategica non è più quella di prima. Dobbiamo prenderne atto».
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