2022-01-22
Via libera ai seggi drive in per gli elettori positivi nel parcheggio della Camera
Il Cdm acconsente agli spostamenti dei delegati contagiati o in isolamento. Permessi contatti solo col personale preposto. Il voto avverrà in macchina o in appositi gazebo.Da lunedì, uno degli abusi edilizi più invasivi del centro di Roma farà da sfondo all’elezione del nuovo presidente della Repubblica. Si tratta del parcheggio della Camera dei deputati, che da svariati anni occupa brutalmente una grande porzione di Piazza del Parlamento, deturpando uno degli angoli più suggestivi del Campo Marzio per fornire riparo alle auto private dei peones. Lì, dove una lussuosa bidonville fronteggia i palazzi rinascimentali, i grandi elettori positivi o in quarantena, stando al bislacco protocollo messo a punto dai vertici di Montecitorio, eserciteranno il proprio diritto costituzionale di scegliere il nuovo capo dello Stato. Nel clima di fobia che si era instaurato nei corridoi del Palazzo fino a qualche giorno fa, il presidente della Camera, Roberto Fico, in realtà, avrebbe fatto volentieri a meno di ospitare i positivi, evitando che questi ultimi votassero. Poi, dopo un’iniziale resistenza al pressing del centrodestra testimoniata dalle affermazioni in tv di meno di una settimana fa, la capitolazione, che è stata però condita dalla messa a punto delle novelle forche caudine. Scartata a priori l’ipotesi del voto a distanza, la scelta è caduta sul sistema del drive-in (o più correttamente drive-through) ampiamente utilizzato dall’inizio della pandemia per i tamponi. In pratica, chi tra i grandi elettori si troverà positivo o in quarantena (purché asintomatico) nel corso delle votazioni del presidente della Repubblica, potrà comunque votare nel seggio volante che proprio in queste ore gli operai incaricati dall’amministrazione della Camera stanno allestendo negli spazi del parcheggio all’aperto, che è a tutti gli effetti un’area di pertinenza di Montecitorio. In questo modo verrebbero garantiti i requisiti che Fico aveva citato a fondamento della regolarità del voto presidenziale, e cioè la segretezza, la sicurezza e la contestualità del voto. Resta ora da vedere, nello specifico, quale sarà la procedura adottata per far votare i grandi elettori nel seggio-Covid: se questi potranno scendere dalla loro auto e seguire un percorso in sicurezza per depositare la scheda nell’urna, oppure se non dovranno nemmeno scendere dall’automobile. Intanto, nel parcheggio, una ventina tra elettricisti, carpentieri, falegnami hanno tirato su i gazebo atti allo scopo, mentre a vigilare sulla regolarità delle operazioni di voto, quando si apriranno, ci saranno due segretari d’Aula e diversi funzionari di Montecitorio.A spianare l’ultimo ostacolo è stato il governo, che ieri mattina, dopo una cabina di regia e una riunione del Consiglio dei ministri, ha emanato quel provvedimento che Fico, dopo l’ultima riunione dei capigruppo, aveva invocato per consentire gli spostamenti ai parlamentari positivi. Si tratta di un decreto legge, che permetterà, per tutta la durata delle votazioni, ai grandi elettori di uscire dall’isolamento e raggiungere Roma per votare. Questi ultimi, stando a quanto scritto nel dl «sono autorizzati, previa comunicazione all’azienda sanitaria territorialmente competente, agli spostamenti con mezzo proprio o sanitario sul territorio nazionale, per il tempo strettamente necessario alle operazioni di voto e comunque con modalità tali da prevenire il pericolo di contagio, esclusivamente per raggiungere la sede del Parlamento, ove si svolge la votazione e fare rientro nella propria residenza o dimora». A fronte della possibilità di arrivare alla Camera e votare, i grandi elettori positivi non potranno utilizzare i mezzi pubblici, sostare in luoghi pubblici, entrare in contatto con altre persone che non siano «i soggetti preposti alle operazioni di voto» e non potranno consumare pasti o pernottare in luoghi diversi da quelli indicati come sede di isolamento o quarantena. Nelle fila del centrodestra si esulta, considerando che solo qualche giorno fa il voto per i positivi sembrava compromesso. In quest’ottica, decisiva è stata l’iniziativa di FdI, che con un ordine del giorno presentato mercoledì scorso in aula e approvato all’unanimità ha costretto Fico a correggere la rotta nella successiva riunione dei capigruppo. Al termine della quale aveva consegnato al rappresentante del governo, il ministro per i Rapporti col Parlamento Federico D’Incà una lettera in cui si chiedeva all’esecutivo di produrre con sollecitudine il citato provvedimento. Detto questo, non manca chi ritiene le modalità di voto messe a punto per i positivi esagerate e inutilmente vessatorie. Tra loro l’infettivologo Matteo Bassetti, per il quale - stando a quanto affermato all’Adn Kronos - «l’idea di far votare i grandi elettori positivi in un parcheggio, magari creando code e intasamenti, e non farli entrare alla Camera, è sbagliata». «Possono entrare in una zona separata della Camera - ha aggiunto Bassetti - e votare in tutta tranquillità. Gli asintomatici con mascherina Ffp2 possono accedere in una zona diversa e anche stare insieme».