
Il senatore leghista Simone Pillon che vuole riformare l'affidamento: «Per la sinistra intendiamo far salire i costi e favorire il coniuge più ricco? Falso: faciliteremo gli accordi, garantiremo tempi paritetici contro chi ci vuole lucrare».La mediazione familiare obbligatoria, i tempi paritetici da spendere insieme alla prole, il piano genitoriale per la formazione educativa, la doppia residenza, l'eliminazione dell'assegno per i figli e dell'assegnazione della casa. Sono le misure principali del disegno di legge di riforma dell'affidamento, a firma del senatore leghista Simone Pillon, che si pone l'obiettivo di incentivare l'accordo tra genitori che si separano e di garantire il diritto dei bambini a crescere con un padre e una madre. Il ddl rientra nel contratto di governo e in questi giorni sono arrivate molte critiche dagli ambienti femministi e della sinistra, che stimano un notevole aumento dei costi di separazione. Senatore Pillon, il suo ddl sull'affido condiviso viene contestato per i costi aggiuntivi che graverebbero sulla coppia, come quello per l'obbligo di mediazione. In poche parole dicono che questa sarà una riforma che farà spendere di più? «È vero semmai il contrario perché la mediazione costa molto meno di una causa civile e inoltre il primo appuntamento è gratuito. In tal mondo i genitori potranno avere un'altra occasione per accordarsi senza spendere altro denaro per la causa. Inoltre, il punto cardine è che il genitore meno abbiente non sarà costretto a lunghe cause per vedere i figli, in quanto il giudice, in caso di disaccordo, dovrà comunque garantire tempi paritari previsti dalla legge. Infine è stato abrogato il possibile addebito della separazione». Quest'ultima non è una norma a favore di chi lascia il coniuge?«È diventato sempre più difficile ottenere l'addebito della colpa della separazione, ma ad oggi entrambi i coniugi continuano a fare la causa fino in fondo per ottenerlo. Abrogandolo si elimina una delle cause del litigio e si risparmia tempo e denaro». L'eliminazione dell'assegno di mantenimento è un regalo al genitore più ricco? «Il genitore più ricco dovrà comunque dare un contributo maggiore perché il criterio di proporzionalità è garantito, ma semplicemente invece che versare un contributo all'altro genitore lo impiegherà a copertura delle spese del figlio. Conosco molti padri disposti a pagare anche di più pur di avere la certezza che quel denaro sia davvero impiegato per i figli. A questo serve la suddivisione dei costi dei figli per capitoli di spesa e chi guadagna di più paga di più».E il mantenimento del coniuge?«Non confondiamo i due piani: il coniuge più debole continuerà ad avere il diritto al mantenimento se esistono i presupposti».Fanno discutere anche le norme sulla casa: se viene assegnata a uno dei due genitori, costui deve versare all'altro un'indennità di occupazione...«Abbiamo deciso di sopprimere l'istituto di assegnazione della casa perché anche questa era una ragione di litigio. Tra l'altro avendo il figlio due domicili non serve più l'assegnazione della casa. Quindi l'alloggio seguirà le normali regole del diritto civile con contratto di uso frutto, uso abitazione o locazione».Una delle prime cause di povertà è la separazione, nota è la situazione di padri separati che finiscono a dormire in macchina. Il provvedimento è pensato anche per queste situazioni? «Si, ma principalmente per diminuire la conflittualità, perché molto spesso si chiedeva il collocamento del figlio per continuare a godere della casa familiare. Questa è una legge che mette al centro il bambino e il suo inalienabile diritto a crescere con la mamma e il papà. È inutile fare i genitori a distanza, per crescere un figlio occorre stare con lui quanto più tempo possibile». Poi c'è la questione del numero dei giorni di frequentazione, fissati a un minimo di 12 al mese…«I genitori saranno liberi di accordarsi diversamente sui tempi che riterranno opportuni, ma in caso di disaccordo devono sapere che il giudice non sceglierà né l'uno né l'altro, ma garantirà al bambino una eguale frequentazione. Questo è un invito ad accordarsi nel migliore dei modi, a ritrovare la propria capacità di dialogo nella responsabilità della crescita dei figli. E la figura del mediatore serve proprio come ulteriore sostegno».Insomma, i genitori sono esortati ad arrivare a un accordo…«Tutta questa legge sta in piedi se funziona il piano genitoriale, ovvero ai genitori viene chiesto di presentare la loro proposta su come crescere ed educare i propri figli indicando il percorso di studi e le attività collaterali, quali catechismo, sport, studi all'estero. Normalmente si litiga su tutto, ma quando i due genitori sono costretti a parlare di cosa vogliono per loro figlio improvvisamente si trova un accordo. Allora, costringendoli a mettere nero su bianco, con un piano genitoriale, li si aiuta ad andare d'accordo». A settembre iniziano le audizioni con le associazioni delle famiglie separate. Il testo è aperto a possibili modifiche? «Noi ascolteremo tutti. Già prima di scrivere la norma sono state sentite varie realtà. Ora ascolteremo di nuovo, ma poi decideremo. Sto ricevendo molte lettere di papà e di mamme che chiedono di andare avanti per il bene dei loro figli. Il contratto di governo lo ha previsto con chiarezza e vogliamo dare all'Italia una legge all'avanguardia mondiale per il trattamento della crisi familiare».
Francesco Zambon (Getty Images)
Audito dalla commissione Covid Zambon, ex funzionario dell’agenzia Onu. Dalle email prodotte emerge come il suo rapporto, critico sulle misure italiane, sia stato censurato per volontà politica, onde evitare di perdere fondi per la sede veneziana dell’Organizzazione.
Riavvolgere il nastro e rivedere il film della pandemia a ritroso può essere molto doloroso. Soprattutto se si passano al setaccio i documenti esplosivi portati ieri in commissione Covid da Francesco Zambon, oggi dirigente medico e, ai tempi tragici della pandemia, ufficiale tecnico dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Di tutte le clamorose notizie diffusamente documentate in audizione, ne balzano agli occhi due: la prima è che, mentre gli italiani morivano in casa con il paracetamolo o negli ospedali nonostante i ventilatori, il governo dell’epoca guidato da Giuseppe Conte (M5s) e il ministro della salute Roberto Speranza (Pd) trovavano il tempo di preoccuparsi che la reputazione del governo, messa in cattiva luce da un rapporto redatto da Zambon, non venisse offuscata, al punto che ne ottennero il ritiro. La seconda terribile evidenza è che la priorità dell’Oms in pandemia sembrava proprio quella di garantirsi i finanziamenti.
Quest’anno in Brasile doppio carnevale: oltre a quello di Rio, a Belém si terrà la Conferenza Onu sul clima Un evento che va avanti da 30 anni, malgrado le emissioni crescano e gli studi seri dicano che la crisi non esiste.
Due carnevali, quest’anno in Brasile: quello già festeggiato a Rio dei dieci giorni a cavallo tra febbraio e marzo, come sempre allietato dagli sfrenati balli di samba, e quello - anch’esso di dieci giorni - di questo novembre, allietato dagli sfrenati balli dei bamba che si recheranno a Belém, attraversata dall’equatore, per partecipare alla Cop30, la conferenza planetaria che si propone di salvarci dal riscaldamento del clima.
La deposizione in mare della corona nell'esatto luogo della tragedia del 9 novembre 1971 (Esercito Italiano)
Il 9 novembre 1971 si consumò il più grave incidente aereo per le forze armate italiane. Morirono 46 giovani parà della «Folgore». Oggi sono stati ricordati con una cerimonia indetta dall'Esercito.
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Quarantasei giovani parà della «Folgore» inghiottiti dalle acque del mar Tirreno. E con loro sei aviatori della Royal Air Force, altrettanto giovani. La sciagura aerea del 9 novembre 1971 fece così impressione che il Corriere della Sera uscì il giorno successivo con un corsivo di Dino Buzzati. Il grande giornalista e scrittore vergò alcune frasi di estrema efficacia, sconvolto da quello che fino ad oggi risulta essere il più grave incidente aereo per le Forze Armate italiane. Alle sue parole incisive e commosse lasciamo l’introduzione alla storia di una catastrofe di oltre mezzo secolo fa.
(…) Forse perché la Patria è passata di moda, anzi dà quasi fastidio a sentirla nominare e si scrive con la iniziale minuscola? E così dà fastidio la difesa della medesima Patria e tutto ciò che vi appartiene, compresi i ragazzi che indossano l’uniforme militare? (…). Buzzati lamentava la scarsa commozione degli Italiani nei confronti della morte di giovani paracadutisti, paragonandola all’eco che ebbe una tragedia del 1947 avvenuta ad Albenga in cui 43 bambini di una colonia erano morti annegati. Forti le sue parole a chiusura del pezzo: (…) Ora se ne vanno, con i sei compagni stranieri. Guardateli, se ci riuscite. Personalmente mi fanno ancora più pietà dei leggendari piccoli di Albenga. Non si disperano, non singhiozzano, non maledicono. Spalla a spalla si allontanano. Diritti, pallidi sì ma senza un tremito, a testa alta, con quel passo lieve e fermissimo che nei tempi antichi si diceva appartenesse agli eroi e che oggi sembra completamente dimenticato (…)
Non li hanno dimenticati, a oltre mezzo secolo di distanza, gli uomini della Folgore di oggi, che hanno commemorato i caduti di quella che è nota come la «tragedia della Meloria» con una cerimonia che ha coinvolto, oltre alle autorità, anche i parenti delle vittime.
La commemorazione si è conclusa con la deposizione di una corona in mare, nel punto esatto del tragico impatto, effettuata a bordo di un battello in segno di eterno ricordo e di continuità tra passato e presente.
Nelle prime ore del 9 novembre 1971, i parà del 187° Reggimento Folgore si imbarcarono sui Lockheed C-130 della Raf per partecipare ad una missione di addestramento Nato, dove avrebbero dovuto effettuare un «lancio tattico» sulla Sardegna. La tragedia si consumò poco dopo il decollo dall’aeroporto militare di Pisa-San Giusto, da dove in sequenza si stavano alzando 10 velivoli denominati convenzionalmente «Gesso». Fu uno di essi, «Gesso 5» a lanciare l’allarme dopo avere visto una fiammata sulla superficie del mare. L’aereo che lo precedeva, «Gesso 4» non rispose alla chiamata radio poiché istanti prima aveva impattato sulle acque a poca distanza dalle Secche della Meloria, circa 6 km a Nordovest di Livorno. Le operazioni di recupero dei corpi furono difficili e lunghissime, durante le quali vi fu un’altra vittima, un esperto sabotatore subacqueo del «Col Moschin», deceduto durante le operazioni. Le cause della sciagura non furono mai esattamente definite, anche se le indagini furono molto approfondite e una nave pontone di recupero rimase sul posto fino al febbraio del 1972. Si ipotizzò che l’aereo avesse colpito con la coda la superficie del mare per un errore di quota che, per le caratteristiche dell’esercitazione, doveva rimanere inizialmente molto bassa.
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Teresa Ribera (Ansa)
Il capo del Mef: «All’Ecofin faremo la guerra sulla tassazione del gas naturale». Appello congiunto di Confindustria con le omologhe di Francia e Germania.
Chiusa l’intesa al Consiglio europeo dell’Ambiente, resta il tempo per i bilanci. Il dato oggettivo è che la lentezza della macchina burocratica europea non riesce in alcun modo a stare al passo con i competitor mondiali.
Chiarissimo il concetto espresso dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti: «Vorrei chiarire il criterio ispiratore di questo tipo di politica, partendo dal presupposto che noi non siamo una grande potenza, e non abbiamo nemmeno la bacchetta magica per dire alla Ue cosa fare in termini di politica industriale. Ritengo, ad esempio, che sulla politica commerciale, se stiamo ad aspettare cosa accade nel globo, l’industria in Europa nel giro di cinque anni rischia di scomparire». L’intervento avviene in Aula, il contesto è la manovra di bilancio, ma il senso è chiaro. Le piccole conquiste ottenute nell’accordo sul clima non sono sufficienti e nei due anni che bisogna aspettare per la nuova revisione può succedere di tutto.










