2019-05-19
«Vi dimostro che non siamo euro ortodossi»
Il senatore del M5s Gianluigi Paragone: «Nessuna retromarcia di Di Maio, la flessibilità ce la prenderemo nei fatti dopo il voto, non a parole. Se la Lega prosciuga Fi sarà primo partito. Noi andremo al 23%, davanti al Pd. Chi al posto di Sergio Mattarella? Ci faranno cadere prima apposta...».Gianluigi Paragone, senatore del Movimento 5 stelle, è a Levico Terme, provincia di Trento. Non è candidato ma è in piena campagna elettorale: «Anche se non sono candidato: mi piace di più, mi muovo in scioltezza».Paragone, come mai Di Maio si mette a fare il paladino dei conti pubblici? La fa soffrire?«Mi aspettavo questa domanda. Di Maio però ha già chiarito: non siamo affatto diventati euro ortodossi. Questa trasformazione non c'è, tutt'altro. La flessibilità di bilancio ce la prenderemo senza farne argomento di campagna elettorale. Non esisteremo un minuto a ridurre le imposte e i balzelli vari sulle bollette. L'obiettivo è rimettere i soldi in tasca alle famiglie. Sintetizzando con un tweet la flessibilità la si prende, non la si annuncia».E quando arriverà la proposta di legge per l'abolizione dell'obbligo del pareggio di bilancio in Costituzione, il M5S come voterà?«Ma è ovvio, è nel contratto: voteremo per abrogarlo. Non abbiamo nessuna volontà di rimanere imprigionati nella gabbia dell'ortodossia europea».Quanto prenderà il M5s alle prossime europee?«Dal 23% in su».Lega primo partito?«Prosciugando Forza Italia sì, dovrebbe essere il primo partito».E il Pd?«Deve stare sotto il M5s».Deve restare o resterà sotto il M5s?«Deve e resterà».Quanto peserà il caso Siri sul risultato della Lega?«Tanto. Non per il caso in sé quanto per il fatto che la magistratura va anticipata più che assecondata. E appena arriva un segnale (tipo un avviso di garanzia) devi essere pronto a coglierlo. Questo chiede la gente». Dopo il passaggio ai 5 stelle le sono rimasti amici in Via Bellerio? A Salvini cosa avrebbe consigliato?«Molte persone che ricordo con piacere. Su tutti proprio Matteo Salvini, che ovviamente da quando è al governo non vedo più perché l'amicizia lascia il posto ai confronti, che sono naturali. Per questo gli consiglio di non tornare con Forza Italia e Berlusconi, così come gli suggerisco di stare attento alle alleanze che fa sul territorio: ci possono essere relazioni e consuetudini che sfociano in situazioni pericolose, vedi le mazzette che si suppone siano passate di mano in un ristorante di lusso beffardamente chiamato “mensa dei poveri"». E il suo nemico dentro la Lega chi è?«Nessun nemico. Critico tutti a viso aperto e senza rancore, se devo. Non è un mistero che il profilo di un uomo come Giorgetti, uomo di relazione col sistema, non mi faccia impazzire. Sebbene con Giancarlo abbia un rapporto umano di simpatia».Si rimetta i panni del M5s. Oggi il Movimento nel pieno della campagna elettorale cerca continuamente la rissa con la Lega, perfino sui parametri da Maastricht da non sforare, come spiegato dalla Verità. Perché?«Non cerchiamo la rissa. Rivendichiamo la nostra diversità. Siamo in campagna elettorale ed è ovvio che sia così».Come minimo ci sarà un rimpasto?«Perché mai ci dovrebbe essere il rimpasto di governo?». Mettiamola così. Se Tria si dimettesse, chi vorrebbe?«Anche qui, nessun mistero. Non sono fan di Tria. Qualora se ne andasse - per seguire l'ipotesi della domanda - auspico un ministro dell'Economia espressione delle forze politiche in Parlamento». Se invece si andasse a elezioni anticipate, il candidato premier del M5S chi sarebbe? Di Maio o Di Battista?«Alessandro non sarebbe mai candidato. Di Maio sarebbe il nostro candidato premier. La regola dei due mandati va applicata con intelligenza. Se una legislatura dura un anno o cinque non è la stessa cosa». Ma tra Di Maio e Di Battista Paragone chi vota?«Ipotesi impossibile: Alessandro poi sarebbe il nostro naturale ministro degli esteri anche grazie alle esperienze maturate in questi mesi».Torniamo alla domanda iniziale. Coi sovranisti maggioranza relativa, a Strasburgo che succede? Vita più semplice con la prossima legge di bilancio?«Assolutamente no. Devo ricordarle cosa ci dissero quelli del Patto di Visegrad quando proponemmo un deficit al 2,4%: nessuna flessibilità per l'Italia. È la grande contraddizione degli alleati della Lega». Ma a Strasburgo con chi si allea il M5S?«Con chiunque sia disponibile a volere la Bce come prestatore di ultima istanza. Con chiunque sia disponibile a parlare di debito pubblico europeo e non dei singoli Stati. E a riconoscere che il Fiscal compact non è le tavole di Mosè. Con chiunque, infine, sia pronto a non prendere ordini da un signore come Juncker, che ha governato come fosse il santo protettore di evasori ed elusori».Concretamente? Un nome?«Riproporremo il metodo del contratto di governo. Un contratto europeo. Chi approva quanto ti ho detto sopra è nostro amico, anzi alleato». Se Di Maio chiedesse un nome per un commissario Ue, cosa direbbe?«Nomi non ne ho. Ma le idee le ho chiare. Un italiano al posto di Moscovici». Andiamo avanti. 2022. C'è da nominare il nuovo presidente della Repubblica. Il contratto di governo dice nulla?«Le do una risposta più da giornalista che da senatore: secondo me ci faranno cadere prima, proprio per non consentire a questa maggioranza di eleggere il presidente della Repubblica».Un identikit del presidente della Repubblica ideale?«Innamorato della Costituzione e che riconosca a pieno titolo la supremazia della politica sulla finanza».Nome?«Sono così fesso da bruciarlo? Andiamo oltre...».La concessione ad Autostrade verrà revocata?«Non lo so, ci pensa Toninelli».Paragone, c'è una commissione banche e lei ne sarà il presidente. «Ricordiamo a chi ci legge che non tutti i partiti si sono presi il disturbo di nominare i possibili membri di loro pertinenza. Il M5s ha espresso su di me un'indicazione chiara come presidente. La mia commissione non sarà una sacra inquisizione ma farà un'indagine seria sul perché le nostre banche si sono intossicate».
Il cancelliere tedesco Friedrich Merz (Ansa)
Mario Draghi e Ursula von der Leyen (Ansa)
Il ministro dell'Ambiente Gilberto Pichetto Fratin (Imagoeconomica). Nel riquadro il programma dell'evento organizzato da La Verità
Charlie Kirk con la moglie Erika Frantzve (Getty Images)