
Oggi viene presentata la proposta di legge per ricostituire il corpo dello Stato, smembrato e svuotato durante il renzismo. Italia unica nazione al mondo a essersi privata di uomini specializzati nella difesa dell'ambiente.Continuano le iniziative per smontare la riforma Madia. Oggi pomeriggio, nella sala stampa della Camera, sarà presentata la proposta di legge per la ricostituzione del corpo forestale dello Stato. A illustrare l'iniziativa i deputati Silvia Benedetti, Salvatore Caiata, Andrea Cecconi, Catello Vitiello (M5s), Antonio Tasso (Gruppo misto-Sogno Italia), e la Federazione rinascita forestale ambientale, sodalizio nato dopo che il governo Renzi aveva smembrato la Forestale dividendo personale e flotte tra carabinieri e vigili del fuoco.Nella presentazione si ricorda che durante il renzismo l'Italia è diventata l'unica nazione al mondo a essersi privata di un corpo specializzato nella preservazione del bene ambientale e che il decreto del 2016 con il quale si scioglieva il Cfs, imponendo la militarizzazione coatta di parte del personale, non ha portato né più efficienza dei servizi necessari a salvaguardare i boschi, né risparmi per l'amministrazione pubblica. Risultato: oggi nelle nostre foreste non c'è quasi nessuno che controlla o che spegne incendi in tempi rapidi e anche zone che in passato erano ritenute tranquille vivono momenti di emergenza, come il Varesotto qualche settimana fa. Dunque la Forestale potrebbe rinascere, a patto però che non si crei un mostro governativo, ma un compartimento snello ed efficiente. Lo strumento normativo con il quale questo disegno di legge potrebbe attuarsi è l'abrogazione dei capi III, IV e V del decreto legge 177/2016 (Razionalizzazione delle funzioni di polizia e dei servizi strumentali - Assorbimento del corpo forestale dello Stato), a eccezione dell'articolo 8.2 e 8.3 e dell'articolo 11, che invece istituiscono il Comando unità per la tutela forestale, ambientale e agroalimentare dell'arma dei carabinieri e della direzione generale delle foreste del Dipartimento delle politiche europee e internazionali e dello sviluppo rurale del ministero delle Politiche agricole alimentari, forestali e del turismo. Così facendo potrebbe avvenire una contestuale ricostituzione del Cfs nelle forme previste dalla legge 36 del 6/2/2004, che ne prevedeva il nuovo ordinamento.Le intenzioni del provvedimento vedrebbero la nuova Forestale divenire operativa entro un anno dall'entrata in vigore della legge e la possibilità per il personale in servizio nel Cfs al 31 dicembre 2016 d'essere reinquadrato nei ruoli, mantenendo la stessa qualifica e sede di servizio che aveva prima dell'era Renzi. Avrebbero così facoltà, ma non obbligo, di ritornare civili anche coloro che il primo gennaio 2017 si erano risvegliati carabinieri. Nel frattempo, come si legge nel disegno di legge, in attesa dell'effettiva ricostituzione del Cfs, la direzione generale delle foreste potrebbe occuparsi della gestione transitoria per un anno con il compito di curare il passaggio delle funzioni istituzionali e delle relative risorse umane, strumentali e finanziarie dal comando unità per la tutela forestale, ambientale e agroalimentare dei carabinieri e dagli altri corpi ed enti dello Stato interessati, come vigili del fuoco, polizia, Finanza e ministero delle Politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, alla ricostituita Forestale.Se da un lato l'occasione per dotare il Paese di un corpo efficiente è opportuna e sarebbe da prendere al volo, dall'altra il rischio di fare pasticci rimane alto. Vero è che il disegno prevede che le persone in servizio nei corpi di polizia provinciale, abili al servizio d'istituto certificato da strutture sanitarie pubbliche e con età inferiore a 50 anni al momento della domanda, possano chiedere di transitare nel ricostituito Cfs, facendo domanda entro 90 giorni dall'entrata in vigore della legge alla direzione generale delle foreste e all'amministrazione di appartenenza, con diritto a essere assegnato nella stessa provincia ma con obbligo di frequentare un corso di formazione iniziale presso la ripristinata scuola della Forestale dello Stato. Finito il suo ruolo di traghettatrice, la direzione generale delle foreste sarebbe abolita con una revisione della suddivisione dei comparti di specialità delle forze di polizia.Dal punto di vista dei costi la proposta prevede l'assenza di nuovi o maggiori oneri finanziari a carico del bilancio dello Stato, dato che prevede il trasferimento dei fondi stanziati nei relativi capitoli di bilancio da alcune amministrazioni come carabinieri, vigili del fuoco, guardia di finanza e direzione generale delle foreste al nuovo corpo e in un unico centro di costo. Nel concreto, la nuova Forestale dovrebbe però non avere i difetti della sua precedente veste, a cominciare dall'evitare, come in passato, accuse di una gestione troppo «famigliare» dei suoi vertici, ma anche avere un mandato specifico che non la veda più invadere i compiti di altre organizzazioni. Ci riferiamo a quelli di polizia giudiziaria che, se da un lato erano vissuti come l'evoluzione della missione del corpo, dall'altra vedevano l'impiego di risorse per chiedere «patente e libretto» a chi incrociava una pattuglia di divise verdi. Negli ultimi decenni abbiamo proprio fatto questo errore e tutti fanno tutto: la guardia di finanza, ovvero la polizia tributaria, ferma gli automobilisti controllando l'assicurazione, e i carabinieri e la polizia militare li troviamo nei boschi a controllare i funghi che mettiamo nei cestelli. Sarebbe l'occasione per fare un po' d'ordine.
Nadia Battocletti (Ansa)
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