2018-10-10
«Verona è la città dell’amore e della vita. La sinistra e Tosi sono in malafede»
Il sindaco Federico Sboarina: «La mozione non è contro la 194, ma aiuta le donne in difficoltà. Il Pd gioca sulla pelle dei nostri figli. In tutta Italia ci sono molte realtà impegnate in questo senso, che lavorano nel solco tracciato dalla legge».«Giulietta genitore 1 e Romeo genitore 2, ma le pare possibile?». Federico Sboarina, sindaco di Verona, osserva il ribollire della sinistra contro la sua «Città a favore della vita» e ha la sensazione di guardare il mondo girare al contrario. Scuote il capo e spara un'altra domanda retorica: «Perché dire che la famiglia è composta da mamma e papà e che veder nascere un bimbo è una gioia dovrebbero essere considerate bestemmie?». Eppure il vespaio sollevato con quella mozione (apparentemente) contro la legge 194, nel quarantesimo anno della sua adozione, non si placa. Eppure i vertici del Pd hanno duramente contestato la loro capogruppo, Carla Padovani, che l'ha votata. Eppure, nonostante l'obiezione di coscienza contro l'aborto sia al 70%, questo come altri temi etici è diventato impraticabile per chi non si adegua al pensiero unico progressista: l'accusa di illiberalità e omofobia è sempre dietro l'angolo. Sindaco Sboarina, cosa risponde a chi la traveste da diavolo?«Di leggere, di imparare a leggere o di non essere in malafede dopo avere letto. Nello specifico, la mozione che ha scatenato le critiche non è contro la legge 194 sull'aborto, ma si ancora ai suoi articoli 1, 2 e 5. Noi parliamo di prevenzione dell'aborto e di sostegno alla maternità. Tutto il resto è un'enorme strumentalizzazione».Scendiamo nel dettaglio.«Mai proposto di abolire la 194, che è una legge dello Stato e va applicata. E neppure di limitare la libertà delle donne, anzi di aumentarla. La mozione approvata in consiglio comunale chiede di aiutare le donne a superare le cause psicologiche e magari anche economiche che stanno alla base di un'interruzione di gravidanza, chiede di informare meglio, di supportare associazioni, non solo cattoliche, che difendono la vita. A Verona e in tutta Italia ci sono molte realtà impegnate in questo senso, che lavorano nel solco tracciato dalla legge 194».Quindi?«Quindi la mozione è a favore della vita, non contro la legge. Soprattutto a favore delle donne che non avrebbero avuto alternativa».Ne converrà, è anche una decisione politica.«Sono un uomo di destra, i miei valori sono nel programma votato dai veronesi. Non recedo da nulla. Sostengo la famiglia naturale, papà e mamma, non genitore 1 e genitore 2. E quando una mamma decide di portare a termine una gravidanza invece che interromperla sono contento. Un bimbo che nasce è felicità per tutti, o no?».Verona proclamata «Città a favore della vita» non è pleonastico?«Premesso che non credo esistano città a favore della morte, il senso è di adesione alla vita naturale dal concepimento alla fine. Verona è già la città dell'amore grazie all'impatto mondiale di Giulietta e Romeo; essere “Città della vita" è una conseguenza normale».Quindi nessuna polemica avrebbe senso?«Oggi in Italia c'è una cultura dominante del tutto distorta. Se io pronuncio frasi normali come quella che un bambino ha diritto ad avere un padre e una madre divento illiberale e omofobo. E mi trasformo in un cupo essere medioevale se mi azzardo a sostenere che l'interruzione di gravidanza non può essere uno strumento per limitare le nascite. Pazzesco».Il Pd ha sbranato la capogruppo in consiglio comunale che ha votato a favore.«Ho chiamato Carla Padovani e le ho espresso la mia solidarietà. L'hanno massacrata senza neanche leggere la mozione, mentre lei a differenza dei soloni l'aveva letta. Ha votato in scienza e coscienza, è una persona perbene».Perché è partita la carica preventiva? Colpa dei social?«Dovrebbero spiegarcelo i dirigenti del Pd. Il problema è che i dem, su questi temi etici, tendono a strumentalizzare tutto. È vergognoso quando lo fanno sulla pelle dei bambini, quando si parla di vita».Il consigliere Alberto Zelger, firmatario della mozione, ha detto alla radio parole pesanti contro i gay.«Alcuni di quei passaggi non rappresentano il mio pensiero. Tra l'altro erano frasi fuori tema, che non riguardavano la mozione. Alla Zanzara lo hanno tirato per i capelli».A Verona c'è una maggioranza pro vita e un'università fortino dei diritti Lgbt. Una bella dialettica.«L'amministrazione non ha niente a che vedere con certe iniziative dell'università, facciano ciò che vogliono. Niente da temere, abbiamo valori e radici forti. Le preoccupazioni nascono quando certi messaggi arrivano a una società superficiale, fragile. Non è il nostro caso».La sua Verona ha una spina nel fianco: Flavio Tosi. L'ha criticata anche sul concerto di Andrea Bocelli all'Arena.«Ogni mattina in Africa le gazzelle si svegliano e cominciano a correre. Ogni mattina Tosi, che non ha ancora digerito il fatto che il sindaco possa essere un altro, si sveglia e comincia a parlare. Non è una spina nel fianco mia, è solo un problema suo: fa una vita triste».Ieri ha organizzato una conferenza stampa contro la mozione. «Imbarazzante. Ricordo quando andava in giro con la maglietta “No gay pride". Adesso si fa affiancare dal liberal Giorgio Pasetto ed è sulle posizioni radicali di Emma Bonino. L'uomo dei salti mortali».L'alleanza Lega-Forza Italia, in fibrillazione a Roma, regge nelle città?«Il riverbero delle polemiche nazionali qui non si percepisce. L'alleanza funziona anche perché le dinamiche locali creano coesione; ci sono rapporti personali e di stima che fanno da collante. Per dire, il ministro Lorenzo Fontana torna a Verona per il weekend e ci vediamo anche allo stadio. I problemi si affrontano e si risolvono».Matteo Salvini è venuto a Verona a presiedere il primo Comitato sicurezza. Perché?«Perché la sicurezza è un tema chiave del territorio e perché avevamo qualche buona idea da condividere. Il taser per la polizia municipale arriva da qui».
Attività all'aria aperta in Val di Fassa (Gaia Panozzo)
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