2018-06-23
Veltroni non va a segno: sinistra divisa a Siena
La civica di un ex della Margherita si sfila dall'apparentamento per bloccare il centrodestra e scrive al Pd: «Non siamo in vendita». Persino l'ex sindaco di Roma s'era mobilitato per imbastire il patto e mantenere rossa la città di Mps. Ora il ribaltone è possibile. Anche perché l'ambiente dei 5 stelle si sta orientando verso Luigi De Mossi, il candidato vicino al centrodestra.Sono circa 3 milioni gli italiani che domani (dalle 7 alle 23) torneranno alle urne per i ballottaggi di 75 Comuni dove si sfideranno soprattutto centrodestra e centrosinistra. Sfide per le quali sono scesi in campo i big della politica nazionale. Il caso più eclatante è Siena, città del Monte dei Paschi, dove ieri è arrivato il ministro dell'Interno Matteo Salvini per sostenere, nella piazza del Palio, il candidato vicino al centrodestra Luigi De Mossi (24,2%) che fronteggia il candidato dem - con soli 3 punti di vantaggio - Bruno Valentini (27,4%). Ed è proprio la sfida di Valentini, già messa a rischio dal 40% di voti totalizzati da una decina di liste civiche, che rischia di far male all'intero Pd. L'autolesionismo di sinistra non ha fine e i nomi del partito spesso non bastano. Ci ha provato prima Walter Veltroni, a scendere in campo per ufficializzare l'appoggio a Valentini da parte dell'ex sindaco - dal 1990 al 2001 - Pierluigi Piccini, arrivato terzo il 10 giugno proprio a capo di una civica che, da sola, ha conquistato il 21,27% dei voti, diventando a tutti gli effetti la prima forza politica della città visto che il «vero» Pd non è andato oltre il 18%. Veltroni ha messo un sigillo a una coalizione di sinistra nuova ma già vecchia, come quella targata Ds. Una coalizione d'ispirazione democratica e progressista la più ampia possibile, con Psi e Leu, per fare da argine alla destra e da far benedire all'ex premier Paolo Gentiloni che giovedì sera ha fatto il suo intervento in «zona neutra», il circolo Arci di Fontebecci. Invece, a rompere le uova nel paniere, ha pensato l'ex Margherita Alessandro Pinciani, che già aveva corso con la sua lista civica e che ha scritto una bella lettera al segretario renziano del Pd. Pinciani che ha attaccato anche l'ex ministro Carlo Calenda, andato a Siena da «non politico che non rende onore a chi ha rischiato e sofferto per la politica», ha ribadito un secco no al sostegno a Valentini scrivendo che la lista «non è sul mercato» e non si può supportare chi fa soltanto «roboanti chiacchiere». Insomma niente coalizione e rischio vittoria del centrodestra con De Mossi. Tanto più che che gli ambienti vicini ai 5 stelle, che al primo turno si erano astenuti, hanno fatto sapere di essere disposti a votare proprio l'avvocato senese.Anche a Pisa - dove la Lega al primo turno ha sfiorato il 25% - il testa a testa sarà tra il candidato del centrodestra Michele Conti (33,3%) e l'ex assessore al Bilancio del centrosinistra, Andrea Serfogli (32,3%). A Massa il sindaco uscente Alessandro Volpi, sostenuto da Pd, Leu e altre 5 liste civiche (33,9%) si scontrerà con l'avvocato Francesco Persiani (28,2%) portato da Lega, Fdi e Forza Italia. Il Pd ha già perso invece la rossa Terni (dove la Lega ha preso il 29,9%) che domenica vedrà lo scontro tra il candidato del centrodestra Leonardo Latini (49,2%) e il pentastellato Thomas De Luca (25%). Spera in Ancona il Pd, dove la sindaca uscente Valeria Mancinelli, con il suo 48% non ha conquistato il Comune al primo turno. Va così al ballottaggio con Stefano Tombolini, candidato civico sostenuto dal centrodestra (28,4%).Sfida molto particolare per il centrodestra quella di Imperia tra l'ex ministro Claudio Scajola sostenuto da un gruppo di civiche (35,3%) e il candidato del centrodestra, l'architetto Luca Lantieri (28,7%). Scajola, già due volte sindaco nonché coordinatore di Forza Italia, si scontra con il candidato sponsorizzato dal governatore della Liguria, Giovanni Toti, artefice del modello politico che tiene insieme Forza Italia, Lega, Fdi e civici. A Sondrio il ballottaggio è fra il centrodestra di Marco Scaramellini (46,8%) contro Nicola Giugni, centrosinistra (36,1%). Particolarmente originale lo scontro di Imola, per la prima volta al ballottaggio con due donne. Negli ultimi 25 anni il sindaco - di centrosinistra e maschio - era stato eletto sempre al primo turno. Stavolta invece Carmen Cappello, sostenuta da Pd e alleati, non è andata oltre il 42% e dovrà vedersela con la candidata del M5s Manuela Sangiorgi, che ha preso il 29,3%. Ballottaggio a Teramo tra il candidato di centrodestra, ex assessore ai Trasporti della giunta Chiodi, Giandonato Morra (34,6%) e quello delle civiche di centrosinistra e Pd, Gianguido D'Alberto (21,1%).A Viterbo Giovanni Arena (centrodestra, 40,2%) è in netto vantaggio e se la vedrà con la «civica» ed ex consigliera di opposizione Chiara Frontini (17,5%). Ad Avellino il M5s è al ballottaggio con il funzionario dell'Agenzia delle Entrate Vincenzo Ciampi (20,2%) contro l'avvocato penalista Nello Pizza del centrosinistra (42,9%). A Brindisi si rivota per il candidato sindaco Roberto Cavalera, sostenuto da una coalizione di centrodestra (34,7%) e Riccardo Rossi del centrosinistra, (23,5%).A Messina il candidato di centrodestra Placido Bramanti (28,2%) si confronta con il deputato regionale Cateno De Luca, «civico» ma esponente dell'Udc (19,8%). Fuori dai giochi l'ex sindaco «no global» Renato Accorinti (14,2%). A Ragusa, dove il M5s il 4 marzo ha ottenuto il 47,3% dei voti, la sfida è tra il grillino Antonio Tringali (22,7%) e il candidato di Fdi, Peppe Cassì (20,8%).A Siracusa invece Ezechia Reale del centrodestra (37,1%) se la vedrà con il «civico» Francesco Italia (il 19,6%).
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