2025-06-12
Il Vaticano censura il flop alle urne
Andrea Tornielli (Imagoeconomica)
Nella rassegna stampa, Andrea Tornielli «cancella» gli editoriali della «Verità» e «Libero» sulla sconfitta della Cei rispetto all’immigrazione. Ha perso la linea Zuppi-Francesco.Sta scritto: «Non sappia la tua sinistra cosa fa la tua destra». Solo che Andrea Tornielli di professione giornalista e baciapile per hobby l’ha presa un po’ troppo alla lettera. E ha cancellato dalla rassegna stampa - quella che il Vaticano di cui lui è il direttore editoriale del Dicastero per la comunicazione - i giornali a lui sgraditi. Non ci sono né Libero né La Verità; strano visto che i cattolici nutrono la loro fede di verità rivelata. Hanno censurato gli «editoriali» scomodi non già per Leone XIV, ma per il comitato di resistenza bergogliana che ancora, ma probabilmente non per molto, s’annida dentro le mura leonine (sic!). Ignorato il commento di Francesco Borgonovo, vicedirettore de La Verità, che esaminando i risultati del referendum sulla cittadinanza breve osserva: «Il referendum è fallito doppiamente: persino una parte di elettori di sinistra ha votato no. Ma Conferenza episcopale italiana, Fondazione Migrantes, Caritas e la fetta di mondo cattolico di provata fede immigrazionista ignorano il messaggio». Andrea Tornielli sa bene che Cei, Migrantes e Caritas sono sponsor e in parte armatori della Mare Jonio la nave con cui Luca Casarini fa la pesca a strascico di clandestini tanto che ora è a processo a Ragusa con l’accusa di «immigrazione clandestina aggravata dall’averne tratto profitto». Nelle rassegne stampa vaticane la Mare Jonio ora è una nave fantasma. E fantasma è l’editoriale di Antonio Socci su Libero: «La Cei di Zuppi finge di non aver sentito il no sui migranti». Nota Socci: «La disfatta referendaria della sinistra italiana ha un significato politico interno, ma anche geopolitico e perfino ecclesiale. È il crollo di un pilastro dell’ideologia bergogliana di cui il cardinal Zuppi, presidente della Cei voluto da Francesco, è stato interprete». Così non si capisce se Tornielli dipenda dal Vaticano o sia al servizio di Zuppi. Dall’elezione di Leone XIV però le due cose non coincidono. Qualcuno, per carità cristiana, dovrebbe spiegarlo a Tornielli; di solito gli americani, anche da Papa, guardano negli occhi, stringono la mano e con un «niente di personale» accompagnano all’uscita: definitiva. Anche perché nella rassegna stampa che censura la destra ci sono ben 13 titoli dedicati a Donald Trump che contrasta i clandestini a Los Angeles presentato, nella migliore delle edizioni, come un despota. È il fascino del migrante a guidare Tornielli! Invece «il messaggero» del Vaticano dovrebbe essere attento a certe sfumature: Robert Francis Prevost da Chicago la prima udienza l’ha concessa a J.D. Vance. E a meno che Tornielli non si candidi al martirio dovrebbe aver capito che il Papa punta a riavvicinarsi agli Usa anche perché i soldi che servono alla Santa Sede come l’aria, compenso non trascurabile del Direttore compreso, se arrivano vengono da lì. La comunicazione vaticana è adorna di scuole della Corea, di gesti di commovente mondialismo, ma del referendum perso dalla Cei non c’è tracia. E che i vescovi lo abbiano perso è indubbio; il cardinale Francesco Savino aveva lanciato una sorta di anatema dicendo: per i cattolici votare è un dovere perché li «interpella come cittadini, ma anche come custodi del bene comune e responsabili della speranza che ci è affidata». Ora delle due l’una: o ha perso la Cei o hanno perso la fede i cristiani. Sarà per questo che Tornielli censura? O sarà per ciò che sappiamo fin dai tempi di Galileo Galilei e cioè che ai baciapile La Verità dà fastidio? Avrebbe sentenziato “Quelo”, il santone di Corrado Guzzanti, «la seconda che hai detto»!