2021-01-02
Con o senza vaccino si tornerà a volare: biglietti più cari fino al 60 percento
True
Riprenderemo a viaggiare in aereo, ma quando, come e con quali prezzi dipende da accordi governativi e capacità di rassicurare i passeggeri. Anche con la tecnologia e la corretta comunicazione. Se in autunno le tariffe di business erano calate per stimolare la domanda, ora si sono alzate per permettere la compensazione delle perdite.Fare previsioni sul traffico aereo commerciale di questi tempi è molto complicato. La situazione evolve ogni settimana e non sempre in modo prevedibile. È sicuro che torneremo a viaggiare in aeroplano come prima, ma dobbiamo porre le condizioni perché questo possa accadere in tempi brevi accelerando la ripresa. Le ondate pandemiche che si manifestano in momenti diversi nei vari continenti sono l'ostacolo maggiore da superare, e la rapidità delle vaccinazioni di massa è soltanto una delle azioni risolutive da attuare per risolvere quella che per l'aviazione è stata la peggiore crisi dei suoi 117 anni. Le inizialmente ottimistiche notizie sul fronte della diffusione dei vaccini stanno portando i governi verso accordi limitati e facilmente cancellabili tra le nazioni, una strategia che se da un lato ha una certa logica, dall'altra è insufficiente per aiutare le compagnie aeree. E' infatti improbabile che l'immunità globale arrivi in tempo per evitare l'ecatombe del settore, a meno che i governi non agiscano immediatamente e in modo coordinato. Per tornare a salire sugli aeroplani senza più paura di contagio occorre però eliminare alcune procedure che prima del 2020 erano la prassi. In primis le code con assembramento per effettuare registrazioni e controlli di sicurezza che implicavano la permanenza del passeggero in aeroporto molto tempo prima della partenza. Ed anche se questo spaventa le società di gestione che affittano gli spazi commerciali interni agli scali, è bene ricordare che i clienti degli aeroporti sono i vettori aerei, mentre chi acquista un biglietto è cliente della compagnia aerea.Un altro fattore da eliminare è la quarantena all'arrivo in una nazione diversa da quella di partenza attraverso l'utilizzo dei tamponi rapidi oppure della trasmissione delle informazioni di negatività virale da parte dei passeggeri stessi. Quindi, almeno secondo l'Associazione internazionale dei vettori (Iata), inizialmente sarebbe opportuno distanziare l'arrivo dei voli negli aeroporti in modo da evitare la concentrazione di troppe persone nello stesso luogo e nello stesso momento.I segnali attuali sono tali da far pensare che un miglioramento concreto possa avvenire entro la fine di marzo, ma esiste il rischio che a una riduzione della minaccia rappresentata dal Covid-19 non corrispondano provvedimenti coordinati e identici da parte di diversi governi, ostacolando la capacità del settore di sfruttare il ritorno della domanda.Proprio le autorità dei singoli Paesi potrebbero decidere di richiedere a tutti i viaggiatori in arrivo di fornire la prova d'essere vaccinati, il che peserebbe inevitabilmente sulla domanda perché i programmi di inoculazione vengono attuati a velocità diverse tra nazione e nazione.Le compagnie aeree dal canto loro dovranno decidere se imporre o meno che solo i viaggiatori vaccinati possano salire sui loro aeroplani, una scelta ragionevole che tuttavia potrebbe limitare la vendita dei biglietti. In questa incertezza talune nazioni adottano un atteggiamento d'attesa nei confronti dell'apertura dei propri confini, frenando ulteriormente le intenzioni dei viaggiatori.Per favorire la trasmissione di informazioni Iata propone anche l'applicazione gratuita Travel Pass per accedere ai test rapidi pre-imbarco e alle registrazioni delle vaccinazioni, aiutando i passeggeri a dimostrare la loro possibilità di viaggiare. Le previsioni per il 2021 appena cominciato, aggiornate alla metà di dicembre, calcolavano che le compagnie aeree europee avrebbero visto un riempimento medio del 65 percento dei posti entro il prossimo agosto, ma è bastata la notizia della scoperta della variante inglese del virus perché diverse nazioni chiudessero i confini ai voli provenienti dal Regno Unito. Anche gli Stati Uniti, la vigilia di Natale, hanno introdotto la regola per cui i passeggeri provenienti dalla Gran Bretagna devono presentare un test negativo prima dell'imbarco. Ed anche se in seguito è stato chiarito che il mondo ne era già a conoscenza, le rinunce sono state centinaia.Stante questa situazione, almeno per i prossimi mesi le compagnie aeree pianificano di volare semplicemente dove possono farlo, una situazione che favorisce le low-cost rispetto ai grandi vettori perché queste operano da più scali decentrati piuttosto che dai pochi grandi hub, dove saranno attivi i voli ritenuti essenziali. Le rotte internazionali secondarie, specialmente quelle a lungo raggio, torneranno attive in seguito e anche laddove prima si utilizzavano grandi aeroplani è probabile che saranno usati aeromobili più piccoli che possano essere riempiti più facilmente. In breve, per esempio, potrebbe essere necessario arrivare negli Usa passando da NewYork e non più direttamente ad Atlanta o Washington.Uno degli effetti collaterali della pandemia e del quasi azzeramento del traffico aereo sarà la rottamazione delle flotte più vecchie in favore di aeroplani più moderni, comodi e meno inquinanti, sempre a patto che questi viaggino pieni, in modo da suddividere l'impatto delle emissioni per il massimo numero di passeggeri. Non bisogna tuttavia illudersi che la crisi porti a tariffe più basse, in quanto i costi per riportare in linea di volo le flotte ferme e le operazioni di sanificazione e distanziamento comportano inevitabilmente un aggravio di costi gestionali. Secondo i gestori dell'applicazione di viaggi Hopper (Usa), le tariffe in business class per partenze della prossima primavera hanno in media un prezzo superiore del 60 percento rispetto a quelle del 2020, aumento che per la classe economica si ferma al 20 percento. Se in autunno le tariffe di business erano calate per stimolare la domanda, ora si sono alzate per permettere la compensazione delle perdite.Sul fronte dei viaggi di piacere, le prenotazioni della scorsa estate, quando sembrava che la pandemia fosse superata, hanno mostrato che i turisti sono pronti a tornare, e talune compagnie sfrutteranno la necessità degli aeroporti più colpiti dalla mancanza di passeggeri per ottenere prezzi più favorevoli per i servizi aeroportuali, favorendo per le vacanze proprio i collegamenti punto a punto. Inoltre, i fallimenti che colpiranno alcune compagnie aeree creeranno la disponibilità di aeroplani ed equipaggi pronti per essere impiegati, dunque sarà possibile vedere la nascita di nuovi vettori che, partendo inizialmente con pochi collegamenti, potranno crescere andando a occupare le fasce di mercato svuotate dalla pandemia.