2022-01-04
I vaccinati scoperti superano i mai inoculati
In arrivo un’altra stretta per i no vax. Eppure, sono 5,5 milioni ad aver rifiutato la puntura: un terzo rispetto a chi ha avuto il richiamo oltre sei mesi fa, e risulta quindi privo di protezione. Platea in potenziale aumento a causa dei ritardi nella campagna del booster.Ci libereremo dal virus quando non ci sarà più Speranza, nel senso di Roberto, come ministro della Salute. La conferma viene dai dati. Non un facinoroso no vax, ma uno studioso raffinato e affine alla sinistra, Luca Ricolfi, afferma su Repubblica: l’illusione vaccinale porta a smarrirci e il green pass ha fatto credere ai vaccinati che corressero pochissimi rischi. Ricolfi è tranchant: «La politica può anche imporci l’obbligo, ma non può esortarci ossessivamente a vaccinarci - no vax, vaccinati scaduti, bambini - e poi non garantire che almeno la capacità di vaccinazione sia portata quanto prima a un livello accettabile». Siamo alla Caporetto del sistema sanitario e Speranza pare il generale Luigi Cadorna; il Paese va verso la paralisi e ci sono i malati di mille altre patologie che rischiano la vita. Negli ospedali ci sarebbero 13.000 tra medici e infermieri contagiati, segno evidente che il vaccino non copre. Il virologo genovese Matteo Bassetti, di solito durissimo con i no vax, twitta: «Lo dico da 36 giorni che Omicron è meglio di Delta... gli unici che non lo hanno capito stanno a Roma. Al ministero della Salute». Siamo al 24 ottobre del 1917: l’esercito italiano andò in rotta. Oggi gli sbandati sono decine di milioni d’italiani privi di protezione, privi di un’indicazione univoca e chiara. Pare tornato Giuseppe Conte - il ministro della Salute è sempre lo stesso - e i conti sono presto fatti: i non inoculati sono 5,5 milioni, i vaccinati «scaduti» sono 18 milioni. Ammettendo una residua capacità di protezione del siero a 8 mesi del 30% ci sono in giro circa 12 milioni di persone munite di validissima carta verde che si contagiano e possono contagiare esattamente come un non vaccinato. Ogni giorno questa platea, visto che la campagna per la terza dose per integrale responsabilità di Roberto Speranza è partita con tre mesi di ritardo, s’ingrossa perché l’inoculazione del richiamo non riesce a stare dietro alla progressiva scadenza dei vaccini. Eppure si continua a dare la caccia solo ai no vax. La ragione? Si tenta di non far perdere del tutto la faccia al Cts e al ministro della Salute che ha fatto disastri fin dalle mancate chiusure a Nembro e Alzano il 5 marzo del 2020 su cui indaga la Procura di Bergamo. Mario Draghi s’accinge domani in Consiglio dei ministri a deliberare l’obbligo vaccinale mascherato imponendo il pass rafforzato a chiunque lavori. Non avere questo passaporto, che la realtà si sta incaricando di dimostrare dannoso, significa non percepire lo stipendio, di fatto non vivere. C’è anche, Pd in testa, chi insiste per l’obbligo vaccinale puro, ma ci sono ragioni giuridiche insormontabili. Intanto può essere imposto solo con una legge ordinaria e non è il Cdm, ma il Parlamento, che deve decidere. La Costituzione all’articolo 32 è esplicita: «Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge». Se si sceglie il decreto, ci si pone a rischio di conseguenze non valutabili qualora non dovesse essere convertito. Comunque lo Stato dovrebbe assumersi l’integrale responsabilità. In più non si può imporre un obbligo se non si è in grado di garantirlo. È già accaduto con le mascherine Ffp2, ma è molto più complicato che si possa imporre la puntura pena la perdita del lavoro se non si è in grado d’inoculare. Già oggi ci sono liste d’attesa per la terza dose che vanno oltre il mese. Tutto questo rivela che la carta verde non serve, anzi è pericolosa perché nonostante si sappia che chi è vaccinato da lunga pezza possa contagiare, il salvacondotto resta valido per nove mesi. S’invoca l’emergenza, ma la validità della carta verde passerà a sei mesi - comunque superiore all’efficacia dell’immunizzazione - solo a partire dal primo febbraio. Luca Ricolfi, che pure obtorto collo non si oppone all’obbligo, avverte: «Non mi è mai piaciuta granché l’idea d’imporre un vaccino completamente nuovo e penso» - ecco l’atto d’accusa al governo e a Roberto Speranza - « che, con scelte di politica sanitaria più sagge, non saremmo mai arrivati a porci questa domanda». Stima Ricolfi che il numero di positivi è attorno ai 6 milioni (il rapporto tra non vaccinati e vaccinati scaduti è circa 1 a 3,5) e che le terze dosi viaggiano a 400.000 al giorno, il numero dei morti è quadruplo rispetto a due mesi fa. Eppure non si fa altro se non seguire la strada dell’emergenza cieca che ci ha portato al disastro: mascherine Ffp2 obbligatorie, ma a carico dei cittadini, lockdown per i non vaccinati, carta verde rafforzata. L’andamento dei contagi dice però che tutto questo non è risolutivo: andava fatta l’areazione forzata, potenziati i trasporti, andava fatto un vero tracciamento, sistemate le scuole. È stato un errore puntare solo sui vaccini e ancora più errato è stato creare una falsa sicurezza attraverso la carta verde. A dimostrarlo stanno i dati dei Paesi che hanno vaccinato a raffica: in Israele (già alla quarta dose), in Portogallo, in Spagna i contagi sono risaliti moltissimo, segno evidente - sostiene Ricolfi - che «a questi livelli di vaccinazione e con questi vaccini pensati per varianti precedenti, la Omicron risulta ancora vincente». Leggendo i dati però sembra che sia effettivamente meno letale. Ma domani il governo per nascondere la sua incapacità obbligherà tutti alla puntura, pena la perdita del lavoro. Sia detto per inciso: dopo Caporetto Cadorna fu cacciato. È bene che Mario Draghi se lo ricordi.