2023-05-01
«Uso la fede e il dubbio per distinguere i miracoli dalle truffe»
iStock. Nel riquadro, Daniela Del Gaudio
La direttrice dell’Osservatorio sulle apparizioni Daniela Del Gaudio: «I veri veggenti sono umili, quando qualcuno non lo è penso subito a un ciarlatano».Il suo mestiere, di fatto, è dubitare. Per smascherare le bugie dei falsi veggenti. Basta però chiacchierare un po’ con suor Daniela Del Gaudio, per capire che in lei il dubbio non stride con la fede. È stata da poco nominata direttrice del nuovo Osservatorio internazionale sulle apparizioni (Oia), nato per volere della Pontificia accademia mariana di Roma. A insegnare Teologia dogmatica ci è arrivata un po’ per scelta e un po’ per volere della madre generale del suo primo convento francescano in provincia di Avellino: ci entrò diciottenne dopo una vocazione a sorta a soli 15 anni «grazie alla Cresima». Quella suora la fece studiare, e tanto. Racconta di essere nata in una famiglia di insegnanti, che fu «contraria al mio farmi suora fino a quando videro il valore sociale della mia vocazione. Con l’insegnamento del latino e greco - la mia prima laurea è stata quella in Lettere classiche - e poi di teologia, che sento proprio confacente a me».Se lo immaginava, a 15 anni, di avventurarsi tra santoni, lacrime di statue, presunte visioni, stimmate e biforcazioni?«Mai. Una ragazza che sogna di diventare suora si immagina tra i poveri della parrocchia, o magari in missione… Ora questo lavoro così affascinante. Per fortuna non sono da sola, perché l’osservatorio coinvolgerà molte persone competenti: docenti accreditati presso la Santa Sede, esperti mariani o di teologia spirituale di fama internazionale».Anche laici?«Certo. Medici, ad esempio, perché tra i criteri per certificare le apparizioni ci sono esami di salute fisica e psichica. O avvocati, perché dobbiamo stare attenti a truffe e circonvenzione di incapaci».Siete quelli che mettono il timbro definitivo sui miracoli?«Non proprio: siamo uno degli istituti accreditati. È il vescovo della diocesi dove si svolgono i fatti, a decidere di volta in volta chi chiamare a fare un esame approfondito. Le apparizioni non sono dogmi di fede, e il Papa non viene direttamente coinvolto. Noi studiamo quelle presenti, del passato e future: svolgiamo una funzione supporto».C’è quindi una liberale concorrenza interna alla Chiesa sul giudizio per i fenomeni paranormali?(Ride) «In un certo senso sì».Viaggerà molto, per lavoro.«Capiterà, certo. Ma ci doteremo di responsabili in ogni nazione».Per un esame «a chilometro zero». «Esatto, capillare».Il suo osservatorio interviene se l’evento ha a che fare con la Madonna, giusto?«La Vergine che è stata assunta in cielo alla sua morte con tutto il corpo. Appare proprio grazie a questo corpo glorioso. Così dice la fede cattolica».Ci sono così tante segnalazioni di visioni e altri fenomeni celesti?«Migliaia. Ma le apparizioni certificate e documentate sono una ventina dall’inizio del cristianesimo».Una ventina in 2023 anni?«Esatto, sì. La prima quando la Madonna era in vita: apparve con un fenomeno di bilocazione a San Giacomo, che era scoraggiato nella sua missione di evangelizzazione in Spagna. Annunciò la conversione di chi si fosse recato nel futuro santuario di Nostra Signora del Pilar a Saragozza. Un luogo dove nel 1500 addirittura ricrebbe una gamba dopo due anni».Un vero miracolo…«Eccezionale». Poi però ci sono i truffatori.«E i falsi veggenti, i fenomeni isterici, o paranormali. Bisogna vagliare. I criteri di autenticità li ha promossi Paolo VI».Le ci sono voluti anni di studio, ma ci può spiegare in modo semplice come si capisce se c’è da fidarsi di un’apparizione o altri fenomeni?«Primo: se è di utilità per la Chiesa o per il momento. Ad esempio, ci sono apparizioni certificate in tempo di persecuzioni. O di particolare sofferenza. Secondo, devono essere eventi che rispettano la rivelazione. Noi definiamo questi avvenimenti “rivelazioni private”. Quella “pubblica” è finita con la morte degli Apostoli». Terzo?«I veri veggenti sono molto nascosti. Umili. Hanno la priorità di tutelare la veridicità del messaggio ricevuto. Non si fanno protagonisti nei media».Altre caratteristiche che giocano a favore?«La centralità di Cristo. Le frasi del Vangelo. Gli elementi della vita cristiana. La Madonna è colei che ci porta a Gesù e non va certo contro la rivelazione pubblica». Anche in Italia ci sono state apparizioni certificate?«Diverse, certo. Forse tra le mie preferite c’è quella, nel 1800, ad Alfonso Ratisbonne, ateo di famiglia ebrea. Diventò poi sacerdote e dedicò la vita all’apostolato per gli ebrei. C’è poi la statua della Madonna di Siracusa, che ha lacrimato. Una statuetta in gesso che ha una storia molto bella perché la Vergine diede un segno di vicinanza nella sofferenza a persone che appartenevano a una famiglia come tante».Ci sono veggenti che sostengono di aver visto la Madonna anche più volte. Fenomeni che si ripetono.«Alla piccola Mariette Beco, a Banneaux in Belgio, apparve otto volte. Ci sono casi in cui la Madonna è apparsa anche per 50 anni. Nel santuario mariano più noto al mondo - Guadalupe, in Messico - le apparizioni furono tre, con diversi altri segni. Ogni storia è a sé».È successo in tutto il mondo?«In Francia come in Vietnam, in Cina, in Polonia, o in Lituania e altrove. L’ultima “approvata” è negli Stati Uniti, a Champion, nel Wisconsin».Quando invece lei sente «puzza di bruciato»?«Quando mi trovo davanti a persone che non conoscono l’umiltà. O che vano contro il magistero della Chiesa. Ad esempio, parlando male del Papa. Ovviamente, poi, quando c’è una frode a scopo di lucro».Capita spesso?«Molto spesso. E ci sono poi casi molto pericolosi. Avrà letto anche lei la storia della cosiddetta “setta del digiuno” in Kenia: settimana scorsa sono stati riesumati 90 corpi e ritrovati nella foresta anche molti bambini. Si prometteva di vedere Gesù se si smetteva di mangiare».Può esprimersi sulla Madonna di Trevignano? È un caso che ha avuto molta rilevanza sui media in queste settimane.«Non posso dire nulla in merito, è in corso un’indagine. Gli elementi glieli ho detti, ciascuno può dedurre in attesa di un’ufficialità».A far discutere - e non certo da oggi - c’è poi Medugorje. Se Fatima o Lourdes sono certificate, una certezza per quel luogo ancora non c’è.«Occorre aspettare la fine delle apparizioni: sono ancora in corso. E poi si tratta di una località complessa, sia per questioni politiche, che di prese di posizioni negli anni. Ora è stato nominato un Nunzio apostolico per guidare la pastorale del posto, e con calma - mentre il clima diventerà più disteso - si passerà all’esame per l’approvazione delle apparizioni. Mi sembra che l’orientamento sia intanto quella di riconoscerla come santuario».Oltre alle apparizioni e alle statuette che piangono ci sono altri fenomeni che la Chiesa attribuisce direttamente alla Madonna?«A Fatima ad esempio il sole si è messo a danzare, ed è stato visto da centinaia di persone, anche atee. Ma la devo correggere: i miracoli non li fa la Madonna. Ma Dio. Lei intercede per noi. È un po’ come se dovessi domandare un favore al re: andrò dalla regina, perché sia più potente la mia richiesta».Lei ha mai assistito di persona a qualcosa che è convinta sia stato un miracolo?«Nella mia vita ho conosciuto persone che si sono convertite per grazia. E questo per me è un miracolo. Come quel signore che a Lourdes - insegnando ci andavo spesso, con l’Unitalsi - trovò la fede nonostante pensasse al suicidio per una brutta malattia e per aver perso il lavoro».Miracoli solo immateriali, quindi?«Non direi. Ho conosciuto personalmente alcuni miracolati di Lourdes. L’istituto deputato ad analizzare i tanti casi che vengono presentati in quel luogo ne ha approvati solo una sessantina tra migliaia. Quelli, cioè, in cui c’è stata la sospensione o il superamento di una regola scientifica».Ad esempio?«Ad esempio un uomo senza cornee che ha ripreso a vedere. O una malattia con un decorso che si è bloccato improvvisamente. Casi insomma in cui anche i medici atei che partecipano alla commissione non hanno saputo dare una spiegazione. Io ho conosciuto una persona che era ammalata di tumore, ed è guarita. E un paralitico che ha ripreso a muoversi».Sembra che dubitare non ostacoli la sua fede.«Anzi. Sento l’obbligo morale di non avere pregiudizi, di arrivare alla verità di una constatazione. Voi giornalisti dovreste parlare di più di questi fenomeni “paranormali”, secondo me».Perché lo dice?«Perché c’è tanta gente che poi si affida a maghi e sedicenti santoni. Ma come diceva Benedetto XVII, che era un grande teologo, bisognerebbe abolire la parola “aldilà”, perché i santi e i morti non sono da un’altra parte. Sono vicini a noi, e a volte si mostrano concretamente».
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.