2025-02-08
Usaid ha secretato fondi per oltre 300 miliardi, finiti in parte allo speculatore
Smontando l’ente, Donald Trump vuol scoprire come siano state usate in 14 anni le sovvenzioni classificate. Somme trasferite attraverso strutture opache, tra cui le Ong di George Soros.Filantropo, ma a spese dello Stato. Perfino l’accezione migliore di George Soros, lo speculatore finanziario di origini ungheresi che tanto piace alla sinistra mondiale, va rivista decisamente al ribasso. Tra il 2010 e il 2024 l’astronomica cifra di 98,7 miliardi di dollari è passata dalle tasche dei contribuenti Usa alle casse di organizzazioni non profit tra cui quelle legate a Soros, per il finanziamento di tutta una serie di attività coperte da Washington nel mondo, compresa la guerra non convenzionale. Il canale è stato Usaid, l’agenzia federale creata nel 1961 con l’obiettivo di lottare contro «la povertà globale» e favorire «il miglioramento delle potenzialità democratiche». Ora che Donald Trump l’ha fermata, si scoprono gli altarini. Due analisti di Debug Lies News, esperti di intelligence e questioni geopolitiche, hanno condotto un’analisi monumentale di quello che ha fatto Usaid in questi anni, in particolar modo con le amministrazioni di Barack Obama e Joe Biden, andando a incrociare documenti di bilancio, manuali interni di Usaid e materiale riservato «scappato» con Wikileaks. La loro analisi conclude che tra il 2010 e il 2024 «quasi 312,9 miliardi in operazioni segrete di Usaid sono stati trasferiti attraverso strutture finanziarie opache», con una cifra stimata di 98,7 miliardi «incanalati nei programmi allineati alla Fondazione». Se la parte di Soros non è certa al centesimo. Resta l’enorme massa finita sotto il timbro del segreto. La ricerca svela non tanto ciò che una grande democrazia ha diritto di fare nel mondo, ma il volto di una sedicente filantropia che si crede migliore di Elon Musk. Si tratta del modello Soros, fatto di «lobbying strategico, acquisti di mezzi d’informazione, manipolazioni elettorali » nelle nazioni target. Forte del rilevante aiuto dato nella caduta del comunismo nell’Europa dell’Est, Soros ha continuato a mischiare le proprie battaglie ideologiche, per i diritti civili, per la democrazia e per l’ambiente, con l’agenda politica internazionale della Casa Bianca. E per le sue «campagne d’opinione», ha ricevuto montagne di dollari su cui ora l’amministrazione Trump vuole veder chiaro. Perché magari non tutte quelle campagne erano esattamente nell’interesse degli americani. Scorrendo l’analisi degli «interventi», ci si imbatte nel capitolo Albania. Usaid e Osf (Soros Foundation) hanno finanziato con 9 milioni di dollari, tra il 2016 e il 2018, una campagna politica interna di riforma della giustizia che alla fine ha ristrutturato e consolidato il potere dei socialisti. In Ucraina, dal 2003 al 2004, Soros e Usaid hanno fatto arrivare oltre 80 milioni di dollari agli attivisti «per la democrazia». Insomma, ai partiti che si allontanavano da Mosca. E tra il 2010 e il 2020, Usaid, sempre con i soliti canali «filantropici», ha finanziato con 1,8 miliardi le forze ucraine anti-russe, fornendo anche supporto logistico, assistenza legale e strategica. Ovviamente molto finanziata anche l’attività dell’Osf in America Latina, dove sono state condotte vere e proprie campagne di destabilizzazione costate milioni di dollari. In Guatemala le organizzazioni riconducibili a Soros hanno montato campagne contro la corruzione, ovviamente «centrate esclusivamente su alcune figure politiche», come scrivono gli analisti Usa, «e dando forza più a precisi obiettivi ideologici che a riforme politiche neutrali». Ok, si parla solo di paesi come il Guatemala o l’Albania, perché qui lo spunto nasce da Usaid, ma basta fermarsi un attimo e pensare a tutte le nazioni dove in questi anni le varie «tangentopoli» hanno rovesciato questo o quel governo, risparmiando alcuni politici e affondandone altri, per avere un piccolo brivido lungo la schiena. La documentazione esaminata evidenzia che Usaid e la galassia Soros, dal punto di vista finanziario, hanno dialogato in modo opaco, attraverso 479 società coperte in paradisi bancari come British Virgin Islands, Lussemburgo, Cipro e Andorra. Anche qui, per le anime belle che si chiedono perché esistano ancora certe piazze finanziarie, c’è materiale di riflessione ed è un materiale molto liberal. In definitiva, lo studio afferma che in paesi come «Cuba, Bolivia, Ucraina e Medio Oriente, i progetti di Usaid sono stati usati per manipolare gli scenari politici a favore degli interessi Usa». Molte campagne media sono state create a tavolino, e anche certi media. Per esempio, il twitter di Cuba, ZunZuneo, è stato costruito per alimentare dissenso politico e mobilitare l’opposizione. In Afghanistan e in Iraq, Usaid ha finanziato direttamente «operazioni contro-insurrezionali». Infine, una piccola osservazione che illumina il brodo di cultura delle varie Troike, che per rovesciare un governo hanno sempre bisogno di una campagna stampa. Gli analisti ricordano che Usaid collabora attivamente col Fondo monetario internazionale, Banca Mondiale e «autorità finanziarie regionali» (insomma, le banche centrali) «per imporre obblighi sul debito, riforme strutturali e, ciclicamente, prestiti che perpetuano la subordinazione economica di questo o quel paese». Se davvero Trump e Musk smantelleranno il binomio impazzito tra Usaid e Soros foundation, va a finire che avranno fatto qualcosa di «sinistra».
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.