2024-05-23
Washington accusa Mosca: «Ha spedito in orbita l’arma spaziale anti satelliti»
Un esercitazione della flotta russa nel Baltico (Ansa)
La Russia smentisce, però intanto ridisegna unilateralmente i confini con Lituania e Finlandia nel Baltico. Svezia in allerta per la sua isola di Gotland: «La vuole Putin».Non è Star wars; forse, è l’alba di una nuova guerra mondiale. Secondo il Pentagono, il 16 maggio la Russia ha spedito nell’orbita terrestre bassa un’arma «controspaziale, presumibilmente in grado di attaccare altri satelliti», dei quali condivide la traiettoria. In particolare, ha spiegato il portavoce della Difesa, Patrick Ryder, lo strumento bellico di Mosca minaccerebbe un satellite di proprietà del governo a stelle e strisce. Sergej Ryabkov, il suo omologo al ministero degli Esteri russo, ha bollato come «fake news» l’allarme diffuso da Washington. Ma non è la prima volta che gli Stati Uniti e la Federazione litigano sulla sicurezza spaziale.A febbraio, fonti americane avevano lasciato trapelare una notizia inquietante: gli uomini di Vladimir Putin erano al lavoro su un’arma nucleare anti satellite, capace di emettere radiazioni elettromagnetiche che avrebbero disabilitato i sistemi di comunicazione militari e civili. I repubblicani che siedono nell’equivalente del Copasir italiano, senza svelare altri dettagli, avevano alluso a una «seria minaccia» per il Paese. Anche in quell’occasione, il Cremlino aveva respinto ogni addebito: «Siamo sempre stati categoricamente contrari e lo siamo anche ora», era stata la versione dello zar, «al dispiegamento di armi nucleari nello spazio». Il 24 aprile, quindi, era approdata al Consiglio di sicurezza dell’Onu una risoluzione sulla non proliferazione nucleare in orbita, promossa dagli Usa. La Russia aveva posto il veto, chiedendo invano, insieme alla Cina, alcune modifiche al testo. Questa settimana, la bocciatura è toccata alla bozza sottoposta dai rappresentanti di Mosca.Ieri, il braccio di ferro con l’Occidente è ricominciato ben al di sotto dell’atmosfera. Citando un documento del ministero della Difesa, il Moscow Times ha informato che la Russia è pronta a modificare unilateralmente i confini marittimi con la Finlandia e la Lituania nel Mar Baltico, dichiarando come proprie acque interne una parte di quelle a Est del Golfo di Finlandia e nei pressi di Baltiysk e Zelenogradsk, nella regione dell’exclave di Kaliningrad. In mattinata, una «fonte militare-diplomatica», citata dalle agenzie russe, aveva negato che vi fosse l’intenzione di «rivedere la profondità delle acque, la zone economica o la piattaforma continentale vicino alla costa o la linea del confine di Stato russo nel Baltico». Poche ore dopo, però, il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha rifiutato di smentire la notizia. Al contrario, ha sottolineato che la crescente tensione nell’area rende necessari i «relativi passi per garantire la sicurezza nazionale».Le reazioni sono state immediate e, com’era prevedibile, piccate. Il ministro degli Esteri lituano, Gabrielius Landsbergis, ha denunciato che nel Baltico «è in corso un’altra operazione ibrida dei russi, questa volta nel tentativo di diffondere paura, incertezza e dubbi sulle loro intenzioni. Si tratta di un’evidente escalation contro la Nato e l’Ue che deve essere affrontata con una risposta adeguatamente ferma». Vilnius ha fatto sapere di aver convocato un rappresentante della Federazione, «per ottenere una spiegazione completa» sulla questione delle modifiche ai confini marittimi. «Stiamo, inoltre, coordinando la nostra risposta con i partner».Già Kaja Kallas, premier estone, aveva richiamato l’attenzione sulla «guerra ombra» che Mosca ha ingaggiato, ricorrendo al sabotaggio, agli attacchi informatici e allo spionaggio. Intanto, il presidente del Ppe, Manfred Weber, su X ha ricordato che «i confini finlandesi sono confini europei» e ha condannato lo stratagemma russo di «strumentalizzare l’immigrazione clandestina». È un riferimento alla legge che sta approvando Helsinki, in manifesta violazione dei suoi obblighi internazionali e dei diritti umani, per ammassare alla frontiera gli esuli in fuga dal regime di Putin e in seguito deportarli, qualora le loro richieste d’asilo venissero respinte.Paradossalmente, è stata proprio la Finlandia a tenere i toni bassi. Il primo ministro, Petteri Orpo, ha affermato di «non vedere al momento motivi di maggiore preoccupazione in relazione alle possibili intenzioni della Russia di spostare i propri confini marittimi nel Mar Baltico». Una volta appurato «esattamente qual è il problema», ha detto il leader finlandese, «si trarranno le conclusioni». A ogni modo, le autorità «hanno sempre monitorato la situazione e dall’inizio sono state in contatto con la Russia attraverso i canali diplomatici». A riprova del fatto che un conto è entrare nella Nato, la quale considera il Baltico il proprio «lago», un conto è iniziare sul serio un conflitto con Mosca, raccogliendone le provocazioni.Intanto la Svezia, l’altra nazione fresca di ingresso nell’Alleanza atlantica, che ha appena destinato 7 miliardi di aiuti militari all’Ucraina, ha rafforzato le difese di Gotland. Secondo il capo di stato maggiore delle forze armate, il generale Per Micael Bydén, lo zar nutrirebbe delle mire su quell’isola baltica. La battaglia navale può cominciare.
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