2024-08-14
Il mercato farà capire a Ursula che la transizione è una catastrofe
Ursula von der Leyen (Ansa)
La Von der Leyen è convinta di accelerare sui progetti ambientalisti nei suoi primi 100 giorni. La realtà sta dicendo che il piano è utopistico: banchieri e fondi hanno visto che le risorse pubbliche non ci sono.Un paio di giorni fa Ursula von der Leyen ha postato su Instagram una sua fotografia. La presidente Ue appariva ritratta in un momento di relax: seduta in un prato e con in mano un volume dalla copertina arancione. Ad accompagnare l’immagine c’era una frase: «L’estate è il periodo migliore per recuperare i libri non letti». A prima vista avrebbe potuto sembrare la classica istantanea scattata durante le vacanze, ma come hanno spiegato gli esegeti del pensiero della numero uno dell’Europa si trattava di un messaggio ai partiti di destra e in particolare a Giorgia Meloni. La chiave per capire che cosa intendesse dire Ursula von der Leyen starebbe nel titolo del volume che teneva tra le mani: «Democrazia e rivoluzione», ma soprattutto nel sottotitolo: «Vie d’uscita dall’immaturità ecologica infinita». La sinossi poi cancellerebbe ogni dubbio: «È emersa una contraddizione tra democrazia ed ecologia, tra l’inevitabile pressione del tempo e la lentezza apparentemente divina della democrazia». Insomma, la presidente Ue in questo modo avrebbe voluto sottolineare il suo impegno a realizzare nei primi cento giorni del suo secondo mandato la famosa svolta verde di cui tanto si è discusso. Il programma del Green deal presentato al momento della riconferma non sarebbe stato un escamotage per guadagnarsi i voti degli europarlamentari filo ambientalisti, ma un’adesione convinta alle battaglie ecologiste. Tutto ciò per smentire il sospetto che Von der Leyen, dopo la rielezione, prepari una brusca frenata del piano che prevede lo stop a caldaie e motori termici per raggiungere gli obiettivi di riduzione della CO2 nei prossimi anni.Noi ovviamente non siamo nella testa della presidente Ue e dunque non sappiamo quanto sia convinta la sua mossa e nemmeno ci spingiamo a ipotizzare che la fotografia postata sui social sia un modo per tranquillizzare i Verdi e prendere le distanze da una destra che è più attenta alle esigenze di agricoltori e imprenditori piuttosto che a quelle degli ambientalisti di Ultima generazione. Tuttavia, che la Von der Leyen sia convinta o meno di quel che dice poco importa, perché ci penserà il mercato a farle cambiare idea sul Green deal. In particolare ci penseranno i grandi fondi, ovvero le multinazionali della finanza, che da sempre sono le prime ad accorgersi dei cambiamenti in arrivo. Infatti, tutti gli analisti delle grandi case d’investimento fino a ieri erano orientati ad investire il risparmio gestito nella grande transizione green. Chiunque annunciasse un piano di sviluppo per ridurre le emissioni e vedeva arrivare fiumi di liquidità, perché la grande finanza, considerava gli investimenti in ambiente alla stessa stregua di quelli nella new tech. La svolta verde per qualcuno era la nuova Silicon Valley, ovvero un eldorado con cui fare soldi a palate, perché la gente sarebbe stata costretta a cambiare auto, a sostituire la propria caldaia, e a rinnovare le proprie case per renderle compatibili con i nuovi parametri ecologici. L’innovazione green ovviamente avrebbe fatto l’interesse di pochi, a svantaggio di molti, ma questo accade sempre con le rivoluzioni. E però la certezza della Grande Finanza, che fino a ieri sosteneva il Green deal europeo, negli ultimi tempi comincia a vacillare. Fondi d’investimento, merchant bank e analisti iniziano a pensare che i soldi pubblici, quelli che dovevano sostenere la transizione verde, siano finiti e dunque siano esaurite anche le possibilità di fare guadagni facili con i fondi messi a disposizione dagli Stati. Se fino a ieri raccomandavano di comprare ogni cosa apparisse ecologicamente compatibile, ora non più, perché qualcuno evidentemente ha fatto i conti e si è accorto che il cambiamento non si ripaga. Gli uomini che muovono miliardi da un capo all’altro del mondo non credono più alla rivoluzione green e cominciano a dirottare i soldi altrove. Come spesso accade la Grande Finanza anticipa i fenomeni ed è con quella che Ursula von der Leyen dovrà fare i conti. I libri letti in ritardo, che con il suo post su Instagram a quanto pare vorrebbero lanciare un messaggio all’Europa, non serviranno a molto. Più delle analisi di qualche professore convertito all’ambientalismo duro e puro contano le analisi degli investitori. E quelle hanno già decretato la fine del Green deal: la vecchia economia degli idrocarburi continua a convenire di più di quella nuova, che oltre a promettere emissioni zero pare garantire anche zero guadagni.
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Massimo Cacciari (Getty Images)