- Il gruppo assicurativo illustra la semestrale e nega l’interesse per la banca senese. Il Mef tace: aspetterà l’insediamento della nuova Commissione Ue prima di decidere sulla privatizzazione. Mediobanca fa sapere di non essere coinvolta.
- Generali presenta conti robusti. L’ad Philippe Donnet: «Abbiamo fatto un buon lavoro». E non si sbilancia sulla riconferma.
Il gruppo assicurativo illustra la semestrale e nega l’interesse per la banca senese. Il Mef tace: aspetterà l’insediamento della nuova Commissione Ue prima di decidere sulla privatizzazione. Mediobanca fa sapere di non essere coinvolta.Generali presenta conti robusti. L’ad Philippe Donnet: «Abbiamo fatto un buon lavoro». E non si sbilancia sulla riconferma.Lo speciale contiene due articoli.Il progetto del terzo polo bancario resta al momento in frigorifero. Dovrebbe riunire sotto il cappello di Unipol gli sportelli di Mps, Bper e Banca Popolare di Sondrio. Una versione allargata di quella che un tempo era definita la «Galassia della finanza rossa» visto che il gruppo assicurativo è controllato dalla Lega Coop e la banca senese (per sua disgrazia) per decenni ha gravitato nell’orbita del Pci e dei suoi eredi politici. Il progetto saltò nell’estate di 19 anni fa quando Piero Fassino, segretario del partito telefonava a Giovanni Consorte, presidente del gruppo assicurativo per avere notizie sulle partecipazioni bancarie della sinistra. Da allora molte cose sono cambiate ma la combinazione fra Mps e Unipol non ha mai preso forma. Né l’appuntamento appare prossimo. L’indicazione emerge con chiarezza nel corso della presentazione dei conti semestrali della compagnia d’assicurazione. In assenza del presidente Carlo Cimbri che da tempo seleziona i suoi appuntamenti con la comunità finanziaria a rispondere sono il direttore generale Matteo Laterza e il responsabile delle attività assicurative Enrico Sanpietro. «Non commentiamo quello che scrivono i giornali. Il management è molto impegnato per gli obiettivi del nuovo piano industriale 2025-2027», dice Matteo Laterza , «Sarà molto importante perché consoliderà la forma del gruppo dopo la fusione con UnipolSai». A giugno Carlo Cimbriaveva precisato che Mps non rientra nei piani di Unipol nè di Bper controllata al 24%. Due giorni fa due giorni fa anche Gianni Papa, amministratore delegato di Bper di cui Unipol possiede il 24% aveva negato qualunque ipotesi di allargamento del perimetro di attività. «Non c’è sul tavolo» aveva detto. È anche vero che l’operazione, eventualmente, sarebbe effettuata direttamente da Unipol. Laterza non ha voluto commentare nemmeno le indiscrezioni secondo cui il governo non vedrebbe di buon occhio una fusione tra Mps e la compagnia bolognese per la colorazione «rosso Coop» del suo azionariato, preferendo per Siena un futuro in autonomia. Al Mef, viene fatto notare, non esiste alcuna posizione sul tema, né a favore né contro, mentre Mediobanca, tirata in ballo come possibile candidata, ribadisce di essere concentrata sul suo piano, che non contempla il Monte tra i potenziali target.A questo punto gli scenari si restringono. C’è un impegno da parte del governo italiano di uscire dall’azionariato del gruppo senese entro l’anno. Nulla esclude, però, che gli orientamenti possano cambiare. Con la nuova commissione, infatti, verrà cambiata la squadra che governa la Ue. Probabilmente verrà modificata anche la gestione dell’Antitrust europea. Margrethe Vestager non dovrebbe essere confermata aprendo le porte ad un nuovo negoziato. Significa che il Mef potrebbe restare nell’azionariato in posizione di rilievo rinviando ad altri momenti l’eventuale privatizzazione della banca.Sgomberato il campo dalle indiscrezioni restano sul tavolo i conti. Il gruppo assicurativo bolognese ha realizzato un utile netto consolidato di 555 milioni di euro nei primi sei mesi, in aumento dai 517 milioni di un anno fa. In particolare il ramo Danni ha registrato premi diretti per 4,58 miliardi e un risultato ante imposte di 508 milioni, il ramo Vita premi per 3,584 miliardi e un risultato ante imposte per 139 milioni. Nel Danni, scrive Equita, «i premi, in linea con le attese, hanno mostrato una crescita del +7% annuo, con un ottimo andamento sia nel Motor (+10%) che nel Non Motor (+6%)». Il business Vita «è risultato leggermente migliore delle attese». Alla luce dei risultati, la compagnia ha confermato di aspettarsi «un andamento reddituale della gestione consolidata per l’anno in corso in linea con gli obiettivi fissati nel piano strategico 2022-2024». Intermonteparla di utile leggermente inferiore alle attese, incidenza dei sinisti in linea e indice di solvibilità migliore. I risultati sono sostanzialmente in linea con le attese. Unipol ha conseguito un utile consolidato di gruppo di 555 milioni, in linea con il consesus di 557 mentre l’indice di solvibilità consolidato si è attestato al 221%, cinque punti sopra il consensus del 216%. Per Intesa Unipol ha registrato un utile ante imposte e parametri di solidità patrimoniale migliori del previsto, con un miglioramento degli indici in linea con le aspettative.<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/unipol-esclude-nozze-con-mps-2668940831.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="generali-presenta-conti-robusti-riparte-lacquisto-di-azioni-proprie" data-post-id="2668940831" data-published-at="1723284589" data-use-pagination="False"> Generali presenta conti robusti. Riparte l’acquisto di azioni proprie Primo semestre robusto per Generali che annuncia un programma di riacquisto di azioni proprie da 500 milioni per rendere dinamico il titolo a Piazza Affari. Il 30 gennaio a Venezia sarà presentato il nuovo piano industriale. «Direi che sono molto orgoglioso dei risultati che insieme alla nostra squadra abbiamo portato a casa in questi anni», dice l’amministratore delegato Philippe Donnet nel corso della presentazione della semestrale alla comunità finanziaria, «Abbiamo completato con successo tre piani strategici e siamo focalizzati sul prossimo ciclo strategico». A metà anno il gruppo ha confermato la solidità finanziaria con un risultato operativo in crescita, grazie soprattutto al contributo dei segmenti Vita e della gestione del risparmio. Il risultato operativo ha raggiunto i 3,7 miliardi segnando un incremento dell’1,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. L’utile netto è di due miliardi, in calo rispetto all’anno scorso ma a causa di utili non ricorrenti e altri eventi straordinari registrati nei primi sei mesi del 2023. Escludendoli l’utile netto sarebbe rimasto stabile. A fronte di questi risultati Donnet si dichiara disponibile, in occasione della prossima assemblea dei soci che dovrà rinnovare la governance del gruppo, ad assumersi la responsabilità per l’applicazione del prossimo piano industriale. «Stiamo lavorando con tutta la squadra per presentarlo il 30 gennaio, a Venezia» ha sottolineato nel corso dell’incontro con gli analisti. «Per quanto riguarda la mia candidatura», ha aggiunto in risposta ad una domanda, «sono molto orgoglioso dei risultati che abbiamo portato a casa in questi ultimi anni. Siamo focalizzati sulla preparazione del prossimo ciclo strategico». Per il futuro dell’attività Donnet non esclude di allargare il perimetro del gruppo con nuove acquisizioni anche se quest’anno non c’è nulla nel mirino. «Abbiamo già intrapreso un percorso di crescita importante nell’asset mangement, iniziato nel 2017 e si è accelerato questo percorso quest’anno con l’acquisizione di Conning». Quindi, «vogliamo continuare su questa strada sempre più focalizzati sul cliente, per accelerare la diversificazione», ha evidenziato il top manager. «Siamo convinti della forza dell’abbinamento fra assicurazioni e gestione del risparmio come fanno quasi tutte le grandi compagnie vita nel mondo. C’è molta potenzialità di crescita in questo abbinamento e siamo convinti che per questa sia la strada giusta, e andremo avanti». A conferma della solidità patrimoniale del gruppo Donnet ha annunciato un programma di buyback dal 12 agosto a dicembre con un investimento massimo di 500 milioni per riacquistare fino al 3% del capitale. Il programma, parte del piano strategico «Lifetime Partner 24: Driving Growth», che si concluderà a fine anno punta a offrire agli azionisti una remunerazione extra oltre ai dividendi, utilizzando risorse accumulate dal 2022 al 2024. Le azioni riacquistate saranno annullate senza ridurre il capitale sociale. Il general manager del gruppo Marco Sesana, ha sottolineato che nel nuovo piano strategico «stiamo pensando ad un approccio specifico» per le catastrofi naturali. «Il terzo trimestre è quello che storicamente ha l’impatto più forte delle catastrofi naturali», ha avvertito il direttore finanziario Cristiano Borean.
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