2025-06-13
«Underdogs», il mondo animale raccontato nella nuova serie Disney+
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La nuova serie di Disney+, al debutto online lunedì 16 giugno, è narrata dalla voce calda di Ryan Reynolds, abile nel raccontare di puntata in puntata le creature più bizzarre del regno animale, le loro modalità di sopravvivenza e la capacità intrinseca di portare avanti gli equilibri dei propri ecosistemi. Gli underdogs, nel linguaggio popolare inglese, assomigliano agli sfigati, agli ultimi: gruppi di persone emarginate, ma non di quell'emarginazione figlia di una punizione intenzionale, quanto piuttosto di un'invisibilità che susciti indifferenza. Sono strambi, bruttarelli. Sono costretti a vivere nell'ombra. Eppure, esistono contesti nei quali silenzio e indifferenza, nei quali l'invisibilità possa trasformarsi in una dote preziosa. Necessaria, persino.Underdogs, nuova serie di Disney+, al debutto online lunedì 16 giugno, pare reggersi interamente su questo assunto. Lo dice la voce calda di Ryan Reynolds, narratore di un documentario che, di puntata in puntata, racconta le creature più bizzarre del regno animale, le loro modalità di sopravvivenza e la capacità intrinseca di portare avanti gli equilibri dei propri ecosistemi. Le puntate sono cinque, la serie un documentario. A cambiare, nel mezzo di una fotografia e di una qualità visiva spesso sorprendente, è il tono impresso alla narrazione. Non c'è il nozionismo accademico o il fare aulico che, tradizionalmente, accompagna le produzioni di genere. La voce di Ryan Reynolds, anche produttore dello show, è divertita, il suo tono sbarazzino. L'idea è quella di favorire l'apprendimento (o, quanto meno, la conoscenza del regno animale) attraverso l'ironia. Un'ironia palpabile, data - laddove possibile - dal connubio tra parole e immagini. Brilla, infatti, una grotta della Nuova Zelanda. Brilla senza riflettori, perché ad accenderla sono i posteriori luminescenti delle cosiddette larve mucose, vermoni bianchi, grassottelli, i cui sederi sfidano il buio. «Sono entusiasta: è una gioia lavorare ad un progetto che posso finalmente guardare insieme ai miei figli, senza dovergli tappare gli occhi e le orecchie per due ore», ha dichiarato l'attore, spiegando come ogni episodio sia deputato ad affrontare una tematica specifica, declinata di volta in volta sul racconto di animali spesso dimenticati.All'interno di Underdogs, dunque, c'è spazio per tutto. Per i superpoteri improbabili, come la bolla esplosiva del gambero pistola e l’invisibilità della rana di vetro, o per le peggiori strategie educative del regno animale, esemplificate nella determinazione con cui il koala nutre i suoi cuccioli attraverso le proprie feci. «Siamo estremamente fieri di portare gli eroi non riconosciuti del regno animale in cima alla catena alimentare dell'intrattenimento», ha detto ancora Ryan Reynolds, la cui produzione include anche aspetti antropomorfi del vivere sociale. Ci sono rituali di accoppiamento e truffe, ci sono i macachi, ladri di merendine nelle zone turistiche. C'è, soprattutto, la volontà di spiegare, fuori di retorica, come spesso a reggere sulle spalle le sorti del mondo non siano i grossi predatori, rumorosi e ingombranti, ma i piccoli e silenziosi operai, a proprio agio nell'ombra.
Un modello Keqiao SS 2026 durante la Milano Fashion Week. Nel riquadro, Ruan Chuping
Brunello Cucinelli (Imagoeconomica)
Plastico del Ponte sullo Stretto (Imagoeconomica)
Nel riquadro, Andrea Baccarelli, preside della T.H. Chan school of public health di Harvard. (IStock)