2020-11-05
Un indagato di troppo. Il convegno giuridico che imbarazza Ermini
Ad Alba il vice del Csm e il gotha dei magistrati tra i relatori con l'avvocato accusato nell'inchiesta sul concordato Astaldi.Potrebbe essere il titolo di un film: Weekend con l'indagato. Ma i protagonisti non saranno attori professionisti, bensì un parterre de roi di toghe eccellenti. Partiamo dall'inizio: venerdì 20 novembre e sabato 21 ad Alba (Cuneo) si terrà il ventisettesimo convegno (in diretta streaming) organizzato dall'associazione albese dello studio del diritto commerciale e avrà come tema un primo bilancio su lockdown, crisi, banche e ristrutturazioni. Alla kermesse, che può contare su sponsor come la Ferrero e Banca Intesa Sanpaolo, parteciperà (da remoto causa Covid) il gotha della magistratura italiana, dal primo presidente della Cassazione, Piero Curzio, al Procuratore generale della Cassazione, Giovanni Salvi, dal vicepresidente del Csm, David Ermini, all'ex presidente della Corte di appello di Roma, Luciano Panzani e molti altri magistrati, oltre a commercialisti e avvocati di grido i cui nomi ricorrono molto frequentemente nelle procedure fallimentari e concorsuali perché nominati dai giudici curatori o commissari dei concordati preventivi o delle amministrazioni straordinarie.L'appuntamento è la plastica rappresentazione della commistione, tutta italiana, tra controllori e controllati. Ma a lasciare un po' stupefatti, ancor più dopo la vicenda Palamara, è che tra i relatori figuri «l'avv. prof. Stefano Ambrosini» indagato dalla Procura di Roma proprio per una vicenda di «crisi di impresa», anzi per la crisi di impresa più imponente e più grave che l'Italia abbia mai avuto e, a quanto pare, anche l'Europa. Si tratta del concordato preventivo Astaldi che registra un passivo di oltre 3,5 miliardi di euro. Ebbene, in detta procedura il Tribunale fallimentare di Roma presieduto da Antonino La Malfa ha nominato tra i commissari proprio Ambrosini scomodandolo da Torino (dove ha lo studio principale), quando a Roma ci sono oltre 20.000 avvocati iscritti all'albo. Sennonché costui incappa in una indagine del Nucleo speciale anticorruzione della Guardia di finanza. Per Ambrosini la buccia di banana è rappresentata da una conversazione intercettata il 4 febbraio 2019. In essa il commissario straordinario di Astaldi, Francesco Rocchi, chiama l'attestatore del concordato Corrado Gatti (entrambi indagati, ndr). Al minuto 17 circa, quest'ultimo parla dell'onorario dei commissari. Discutono su come passare da 21 milioni a 36. Rocchi chiede: «Ti sposta molto se tu metti il medio (la tariffa di 36 milioni, ndr)?». Gatti risponde che deve fare una verifica, poi chiede conferma di quanto detto da Rocchi. In particolare dice: «Ma tu dici di valutare di mettere il dato medio?». Rocchi risponde di sì, spiegando che Ambrosini sarebbe orientato su quello e commentando: «Stefano è l'unica cosa di cui si sta realmente preoccupando... mi sta scrivendo da Abu Dhabi su questa storia!!!».A parte l'incredibile trattativa tra controllato e controllore sui compensi, a detta del commissario Rocchi il principale pensiero del collega Ambrosini non sarebbe stato far andare avanti la procedura nell'interesse dei creditori, ma preoccuparsi del proprio compenso. L'anno scorso quando è uscita la notizia dell'inchiesta Ambrosini si è dimesso da commissario.A luglio la Procura di Roma ha notificato a lui e agli altri professionisti sotto inchiesta l'avviso di conclusione delle indagini preliminari. L'accusa però non è più, come era inizialmente, di corruzione in atti giudiziari (pena prevista da 6 a 12 anni), ma è oggi di interesse privato del curatore negli atti del fallimento (da 2 a 6 anni), in pratica l'abuso d'ufficio del commissario, ma anche di induzione indebita a dare o promettere utilità (da 6 anni a 10 anni e 6 mesi), in questo caso da parte della società sottoposta alla procedura a un commercialista.Un anno fa l'ex presidente della Corte d'appello di Roma, Panzani, torinese come Ambrosini, rilasciò un'intervista al Fatto quotidiano, in cui dichiarava di conoscere Ambrosini da quando Stefano «aveva i pantaloni corti». Era amico del padre magistrato, Giangiulio, con cui condivide «la stessa matrice culturale, la corrente di Magistratura democratica», quella delle toghe di sinistra. La stessa del presidente della Corte di cassazione e del procuratore generale che prenderanno parte al simposio del prossimo 20-21 novembre. Panzani è stato presidente del Tribunale di Alba e da 27 anni è uno degli organizzatori dell'evento.Panzani e Ambrosini hanno collaborato e condiviso molte pubblicazioni. Nel 2019, l'ex commissario decise di disertare il meeting albese a causa dei suoi guai giudiziari. Quest'anno ci ha ripensato. Panzani spiega il perché: «Gli abbiamo chiesto un contributo e lui si è detto disponibile. Io parto dal principio che per tutti c'è la presunzione di innocenza fino alla condanna definitiva. Mi guardo bene dal buttare la croce addosso a qualcuno in base a un avviso di garanzia».Ambrosini condivide lo studio romano con l'avvocato Maria Antonietta Tanico. Una scelta non casuale. Infatti la Tanico è amica di Panzani: «Lei è un'esperta di Cina e ci siamo conosciuti molti anni fa quando io studiavo diritto cinese», conferma la toga, secondo cui Ambrosini e la Tanico potrebbero essersi conosciuti proprio a uno dei congressi ad Alba.Al Fatto Panzani avrebbe anche raccontato che il presidente della sezione fallimentare La Malfa (oggi facente funzione di presidente del Tribunale) gli aveva mandato copia del decreto di nomina di Ambrosini nella procedura Astaldi, invio non previsto dalla legge e che potrebbe spiegarsi con un interessamento di Panzani al conferimento dell'incarico. Il magistrato in pensione precisa: «In realtà mi mandò il provvedimento che riguardava l'ammissione della società Astaldi alla procedura di concordato, un provvedimento che mi interessava in quanto procedura rilevante». La Malfa con La Verità aggiunge: «Non ricordo il fatto. Se è ciò avvenuto, sarà stato probabilmente nell'ambito dei rapporti istituzionali con il presidente della Corte d'appello». Ma torniamo al convegno. Molti dei partecipanti sono di Magistratura democratica o vicini ad essa. Curzio, Primo presidente della Cassazione, farà un saluto dopo il sindaco di Alba e il presidente nazionale dei commercialisti. Panzani è incaricato, invece, della relazione introduttiva. Ermini disquisirà di lockdown nei tribunali, Salvi dell'esperienza del gruppo di lavoro presso la Procura generale sul «sostegno finanziario alle imprese». Ambrosini con Marco Arato avrà l'onore dello speech finale prima delle conclusioni. Argomento? «Garanzia Sace e fondo centrale di garanzia. Coerenze e incoerenze». Per l'ora di pranzo sarà tutto finito. Ma purtroppo, per quest'anno, visto che l'appuntamento sarà virtuale, i relatori dovranno rinunciare alla degustazione di tartufo bianco locale.