2018-06-16
Un carabiniere per arrestare il degrado
Ilva e gasdotto Tap sono in cima alla lista delle priorità del ministro Sergio Costa. L'ambizione è cambiare la politica in materia di salvaguardia del suolo, gestione dei rifiuti e mutamenti climatici. E ci sono ancora 370.000 strutture inquinate dall'amianto.È ufficialmente al governo da due settimane, ma il nuovo ministro dell'Ambiente, Sergio Costa, fortemente voluto da Luigi Di Maio ha già le idee molto chiare: «Il gasdotto Tap è un'opera inutile, il progetto verrà revisionato», ha detto. Aggiungendo di voler «eliminare subito le fonti inquinanti» dall'Ilva di Taranto. Insomma, due fra le questioni ambientali più sentite nel nostro Paese sono state messe in cima alla lista delle priorità. Del resto Costa, già comandante della Regione Campania dei Carabinieri forestali, di reati ambientali si occupa da tempo, grazie all'impegno in prima linea nell'inchiesta sulla cosiddetta Terra dei fuochi. Napoletano, classe 1959 e laureato in Scienze agrarie, ha un compito fondamentale: cambiare la politica italiana in materia di salvaguardia del suolo, gestione dei rifiuti e cambiamenti climatici. Tutte questioni inserite nel contratto di governo Lega-5 stelle. Un testimone pesante, quello lasciato dal predecessore, Gianluca Galletti, soprattutto a causa della presenza di questioni mai realmente risolte. Nel documento gialloverde si legge che occorre «portare la questione ecologica al centro della politica. In Italia questo significa concentrare le risorse nella necessaria manutenzione del territorio e nella innovazione». Una promessa che mette in evidenza i limiti della passata gestione. A pesare è la questione Ilva, così come le proteste dei no Tap, che chiedono a gran voce di bloccare il Trans Adriatic pipeline, ovvero il mega gasdotto che dovrebbe portare il gas dall'Azerbaigian al Salento, passando sotto l'Adriatico. Ma ci cono molti altri problemi che attendono risposte adeguate. La Verità li ha riassunti in cinque punti: proprio su questi, il ministro Costa dovrà concentrare gli sforzi.1) Suolo. Terremoti, frane, inondazioni. Quasi ogni anno il nostro Paese è colpito da calamità che, in molti casi, si rivelano altamente distruttive a causa della pessima gestione del suolo e dei corsi d'acqua. Di manutenzione e lotta al dissesto idrogeologico si parla da sempre, ma finora poco o niente è stato fatto. Il nuovo governo promette di cambiare le cose: bisogna «avviare una serie di interventi diffusi in chiave preventiva di manutenzione ordinaria e straordinaria del suolo, anche come volano di spesa virtuosa e di creazione di lavoro, a partire dalle zone terremotate, oltre che ad azioni per responsabilizzare il cittadino sui rischi connessi alla tutela del territorio», recita il contratto di governo. Che prosegue: «Per contrastare il rischio idrogeologico sono necessarie azioni di prevenzione che comportino interventi diffusi di manutenzione ordinaria e straordinaria del suolo su aree e siti ad alto rischio, oltre a una necessaria attuazione degli interventi di mitigazione del rischio». In sostanza si tratta di invertire decisamente una tendenza che negli ultimi anni ha visto l'Italia patire tragedie immense, a partire dai terremoti di Amatrice e Norcia.2) Economia verde. Altro punto sul quale il governo di Giuseppe Conte pone l'accento è quello di favorire lo sviluppo di green economy ed economia circolare. «Il nostro compito è quello di sostenere la green economy, la ricerca, l'innovazione e la formazione per lo sviluppo del lavoro ecologico e per la rinascita della competitività del nostro sistema industriale, con l'obiettivo di decarbonizzare e defossilizzare produzione e finanza e promuovendo l'economia circolare», spiega il contratto. Una questione che si intreccia con quella, decisamente urgente, relativa alla gestione dei rifiuti. Ci sono città, a partire da Roma, che ancora fanno fatica ad assorbire l'immondizia, che spesso viene abbandonata agli angoli delle strade o tracima dai cassonetti, anche in pieno centro. L'esecutivo gialloblù sostiene che farà dimenticare queste scene di ordinario degrado grazie alla cosiddetta economia circolare, ovvero un sistema economico pianificato per riutilizzare i materiali in successivi cicli produttivi, riducendo al massimo gli sprechi. «Una corretta e virtuosa applicazione di questa politica, in linea con la gerarchia europea nella gestione dei rifiuti, comporta una forte riduzione del rifiuto prodotto, una crescente percentuale di prodotto riciclato e contestualmente una drastica riduzione della quota di rifiuti smaltiti in discarica e incenerimento, fino ad arrivare al graduale superamento di questi impianti, adottando metodi tecnologicamente avanzati ed alternativi». Una prospettiva che potrebbe cambiare per sempre l'immagine di molte città italiane.3) Amianto. All'ordine del giorno c'è anche il problema dei siti ancora inquinati dall'amianto e che attendono di essere bonificati. Secondo l'ultimo dossier di Legambiente, attualmente in Italia sono 370.000 le strutture dove è ancora presente questa fibra responsabile di tumori e malattie. Di queste 50.744 sono edifici pubblici, 214.469 edifici privati e 20.296 siti industriali. Numeri che, sottolinea l'associazione, mostrano il grave ritardo dei piani regionali sull'amianto e delle attività di censimento e mappatura. È proprio su questo che il nuovo esecutivo intende intervenire in maniera decisa: «È necessaria una mappatura capillare di tutte le eventuali strutture a rischio amianto partendo dalle scuole, al fine di intervenire per la rimozione e lo smaltimento presso siti idonei dei materiali contenenti amianto», si legge sul contratto, «è necessario altresì snellire i procedimenti di bonifica definendo accuratamente responsabilità e metodologie, salvaguardando i controlli per individuare i responsabili delle contaminazioni e la tutela delle matrici ambientali, garantendo la trasparenza dei dati e la partecipazione dei cittadini».4) Clima. Altro punto all'ordine del giorno è la lotta ai cambiamenti climatici. Questione che si lega strettamente a quella relativa allo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili. Su questo punto il contratto di governo non è però chiarissimo. Si limita a ricordare che «sono necessari interventi per accelerare la transizione alla produzione energetica rinnovabile e spingere sul risparmio e l'efficienza energetica in tutti i settori. È quindi fondamentale potenziare le azioni attualmente considerate a livello nazionale per il contrasto al cambiamento climatico e per la transizione verso modelli sostenibili di economia e gestione delle risorse rinnovabili». Palazzo Chigi intende anche potenziare i servizi di car sharing, lo sviluppo della mobilità elettrica, delle reti ciclabili e del bike sharing e migliorare la rete ferroviaria regionale, che spesso fa dannare i pendolari.5) Ilva. Infine c'è il caso Ilva. Quello che al momento ancora nessun governo è stato in grado di risolvere definitivamente. Dopo più di 30 anni di attesa, a Costa spetta trasformare in realtà le promesse di Lega e 5 stelle: « Ci impegniamo a concretizzare i criteri di salvaguardia ambientale, secondo i migliori standard mondiali a tutela della salute dei cittadini del comprensorio di Taranto, proteggendo i livelli occupazionali e promuovendo lo sviluppo industriale del Sud, attraverso un programma di riconversione economica basato sulla chiusura delle fonti inquinanti, per le quali è necessario provvedere alla bonifica, sullo sviluppo della green economy e delle energie rinnovabili e sull'economia circolare. Anche al fine di prevenire misure sanzionatorie da parte dell'Unione europea prevediamo misure volte all'adeguamento degli standard di contrasto all'inquinamento atmosferico secondo le norme in vigore». Per Taranto e i suoi 200.000 abitanti sarebbe una svolta epocale.
Il laboratorio della storica Moleria Locchi. Nel riquadro, Niccolò Ricci, ceo di Stefano Ricci
Il regista Stefano Sollima (Ansa)
Robert F.Kennedy Jr. durante l'udienza del 4 settembre al Senato degli Stati Uniti (Ansa)