2023-02-11
L’ultimo sacrilegio gender: è fluido anche Dio
Nella Chiesa anglicana si stanno chiedendo (seriamente) se non sia il caso di riferirsi all’Altissimo con una formula neutra, anziché il maschile in uso da secoli. È un’offesa alla religione ma anche al buonsenso: che si fa allora con il «Salve Regina»?Ci mancava solo Dio. Infatti, il Creatore poteva sfuggire alla propaganda no gender, ovvero alla campagna che mira alla cancellazione dell’identità sessuale delle persone per sostituirla con un’identità di genere indefinita? Se siamo arrivati al punto da sostituire padre e madre con genitore 1 e genitore 2, così da non urtare la suscettibilità delle coppie omosessuali con definizioni che siano riconducibili al loro sesso, non si poteva che finire con un creatore 1 e un creatore 2, cioè ambivalente, un po’ maschio e un po’ femmina, in modo da non far torto né all’uno né all’altra, ma soprattutto di compiacere la teoria che vuole eliminare dal vocabolario ogni riferimento all’identità sessuale per sostituirla con un’identificazione percepita o manifestata.Sì, pensavo che avessimo toccato il fondo l’altro giorno, quando ho letto che Alessandra Mussolini si è rifiutata di firmare un formulario del Parlamento europeo, di cui è deputata, perché il modulo per ottenere il lasciapassare per accedere all’edificio, oltre al nome e cognome, prevedeva l’apposizione di una crocetta per dichiararsi maschio o femmina. Per l’onorevole, il passaporto di Bruxelles con la definizione del sesso di appartenenza non è inclusivo, in quanto non è prevista l’opzione «altro» oppure «non voglio menzionarlo». «Ho cancellato la mia domanda di lasciapassare perché non intendo rispondere al fatto di essere maschio o femmina», ha spiegato la parlamentare eletta nelle file di Forza Italia, che poi ha annunciato di aver scritto ai vertici Ue per segnalare l’atteggiamento discriminatorio di genere: «Se si accettano queste convenzioni non faremo un passo avanti». Insomma, pure Bruxelles, nonostante le aperture alle coppie Lgbtq+, è retrograda. Alla deputata deve essere sfuggito il simbolino con la F sulla sua carta d’identità e sul passaporto che le serve a passare la frontiera, altrimenti avrebbe stracciato pure quelli come ha fatto con il modulo del Parlamento. Soprattutto, deve esserle sfuggito che gli italiani e pure gli europei sono alle prese con problemi leggermente più rilevanti, come la guerra alle porte d’Europa e un’inflazione che si mangia stipendi e pensioni, frutto anch’essa della guerra. Dunque, scatenare un conflitto per l’identità di genere forse non è il caso. Anche perché probabilmente, la maggioranza degli elettori di centrodestra, gruppo nel quale Alessandra Mussolini è stata eletta, non la pensa allo stesso modo. Naturalmente, non credo che i rappresentanti del popolo debbano comportarsi come se fossero dei militari di una caserma, ma una linea condivisa certo non guasterebbe.Come dicevo, pensavo che con la deputata di Forza Italia, e la sua pretesa che sui moduli per l’identità sessuale ci fosse un’opzione diversa da quelle definite da madre natura, si fosse toccato il fondo, ma evidentemente mi sbagliavo. Ieri infatti, ho appreso da un articolo del Corriere della Sera che anche Dio è a rischio di essere vittima della campagna no gender. Da una corrispondenza della capitale inglese, ho infatti appreso che nella Chiesa anglicana ci si chiede se per definire Dio sia opportuno continuare a usare il maschile o non sia meglio utilizzare un genere neutro. Non so se qualcuno abbia proposto di scrivere Dio sostituendo la o con un asterisco, come è abitudine dei paladini no gender per cancellare le desinenze maschili e femminili, ma da quel che ho capito la proposta mirerebbe a rendere neutro il Padreterno, in modo che le persone definite non binarie, ovvero che non si sentono né maschio né femmina, non siano urtate. Anziché Dio, lo si vorrebbe chiamare «King», che però sempre un po’ macho è, dunque c’è chi sostiene sia preferibile «Creator». Certo, poi c’è il problema di recitare le preghiere. Come la mettiamo con il Padre nostro? Usiamo la schwa, cioè una vocale intermedia, che così non si sbaglia? E con il Salve Regina, come ci comportiamo? Non vorremo mica fare torto a chi desidera pregare Nostra Signora, ma non vuole che sia identificata con una donna preferendo l’identità maschile? In Gran Bretagna, pare che il sinodo abbia risolto la faccenda rinviando a un «approfondimento» che dovrà essere eseguito da un’apposita commissione. Certo Dio non ha sesso, ma quando si fa il segno della croce si nomina il padre, il figlio e lo Spirito santo, mica la madre, la figlia e Santa Speranza. Dunque, urge correzione per compiacere la moda gender less. Non so se al Padreterno toglieranno la barba, per rappresentarlo fluido, come gli idoli dei giovanissimi che si affacciano al Festival di Sanremo. Se sai cantare, ma non dichiari di essere indeciso sulla tua identità sessuale, non sei nessuno. Dunque, è possibile che presto si vorrà adeguare alle nuove tendenze anche l’Essere supremo. Come dice la Mussolini, bisogna abbattere gli steccati. Anche quelli tra il serio e il ridicolo.