2023-06-02
Uefa choc sull’arbitro di Champions
Una giornata di cortocircuito per la partecipazione di Szymon Marciniak a un evento della destra polacca. Per Nyon deve allinearsi al pensiero unico. Lui si è spiegato e dirigerà la finale.Alla fine tutto andrà come da copione. Il polacco Szymon Marciniak, 42 anni, resterà l’arbitro designato dalla Uefa per la finale di Champions league tra Manchester City ed Inter del prossimo 10 giugno. Non era però scontato finisse così, anzi era nell’aria che vi potesse esser un clamoroso siluramento ai danni di questo direttore di gara, nelle scorse ore finito al centro di una polemica singolare ed eloquente. Si era infatti scoperto che Marciniak il 29 maggio scorso aveva preso parte all’evento Everest organizzato a Katowice, città non lontana da Cracovia.Una partecipazione di cui non si sarebbe saputo nulla, non fosse per un aspetto: l’appuntamento risultava organizzato da Slawomir Mentzen, leader del partito - nazionalista e anti Ue - Confederazione libertà e indipendenza. Una figura, quella di Mentzen, considerata di «estrema destra» per le posizioni antisemite ed estremiste assunte da costui, come per esempio il fatto che nel 2021, osando ironizzare sul movimento antirazzista Black lives matter, abbia prodotto una birra chiamata White Ipa matters. Di conseguenza è venuto quasi automatico un accostamento tra Mentzen e Marciniak, con quest’ultimo finito nei guai e l’Uefa decisa a svolgere una indagine su di lui. Poco importa, a quanto pare, che si stesse - e si stia - parlando di uno che è considerato il miglior arbitro del mondo; e poco importa che, proprio per tale ragione, egli abbia preso parte all’ultimo atto del Mondiale di Qatar 2022 tra Argentina e Francia. Se anch’egli di «estrema destra», il quarantaduenne sarebbe stato certamente escluso dalla finale di Champions. Son però accadute due cose che l’hanno graziato. La prima è stata un intervento della Federcalcio polacca, che ha sostanzialmente preso le difese del suo arbitro. «Szymon Marciniak», recita infatti la nota della Federazione, «ha fornito ampie spiegazioni della situazione. Ha dimostrato di non conoscere Slawomir Mentzen e di non avergli mai parlato. Dopo aver parlato con l’arbitro e aver preso conoscenza delle prove raccolte, noi respingiamo qualsiasi accusa diretta a Szymon Marciniak».«Secondo le nostre informazioni», continua l’intervento della Federcalcio di Varsavia in difesa del suo arbitro, egli «ha preso parte all’incontro di lavoro Everest come relatore invitato. Durante la conferenza ha tenuto una presentazione di 40 minuti. L’incontro ha avuto luogo il 29 maggio scorso a Katowice. Al convegno hanno partecipato 12 relatori. Subito dopo la sua relazione, Szymon Marciniak si è recato a Varsavia, dove ha preso parte al Pko bp ekstraklasa gala che ha concluso la stagione calcistica». La seconda cosa che ha aiutato Marciniak è stato un lungo post in sua difesa preparato da lui stesso e condiviso sui social. In tale post, egli ha professato urbi et orbi «incrollabile» fede nei «valori sostenuti dalla Uefa, in particolare l’inclusività e il rispetto per tutti gli individui indipendentemente dal loro background. Questi principi sono al centro dello spirito del calcio e si allineano perfettamente con le mie convinzioni personali».Morale, alla fine a Nyon, dove ha sede la Uefa, si è conclusa l’indagine interna sull’arbitro polacco, stabilendo che egli potrà dirigere la partitissima dei prossimi giorni. Tutto è bene quel che finisce bene, dunque? Non esattamente. Se c’è una morale a tutta questa vicenda, infatti, è che oggi puoi esser pure il miglior direttore di gara del pianeta, ma c’è sempre un arbitro sopra la tua testa: quello del pensiero unico che devi omaggiare, e che stabilisce chi tu possa frequentare. Non proprio un esempio di ciò che si chiama libertà.
«The Iris Affair» (Sky Atlantic)
La nuova serie The Iris Affair, in onda su Sky Atlantic, intreccia azione e riflessione sul potere dell’Intelligenza Artificiale. Niamh Algar interpreta Iris Nixon, una programmatrice in fuga dopo aver scoperto i pericoli nascosti del suo stesso lavoro.