2025-06-05
Conti ok, ma torna l’assalto alla casa
Valdis Dombrovskis (Ansa)
La Commissione promuove Roma (che ha persino accumulato un tesoretto di spesa), però chiede di aggiornare i valori catastali. E anche l’Ocse vuole tasse sugli immobili.Ma come sono buoni in Europa: ci evitano i compiti a casa, nel frattempo però vorrebbero portarci via la casa. Non sembri una barzelletta: nel momento in cui la Commissione valuta positivamente la politica di bilancio dell’Italia - e ci mancava il contrario; sono troppi gli indicatori favorevoli per darci una bastonata in testa - e ammette che abbiamo un tesoretto da 4,2 miliardi da spendere, torna anche a insistere sull’aggiornamento «dei valori catastali nell’ambito di una più ampia revisione delle politiche abitative». A Bruxelles, ma in realtà a Berlino e a Parigi perché lì stanno i maggiori operatori di real estate, insomma quelli che fanno il mercato immobiliare, il fatto che il 77% degli italiani abbia l’appartamento di proprietà (anche se tanti sono gravati da mutuo) non gli va giù. Ci provano da anni ad attaccare la proprietà privata - i provvedimenti delle case green sono tarati in modo tale che le case vecchie perdano di valore: da quest’anno stop all’impianto di caldaie a gas, entro il 2030 riduzione delle emissioni del 16% - ma gli è sempre andata male anche se Mario Monti per compiacere l’Ue mise l’Imu sulla prima casa. Comunque in Italia le tasse immobiliari danno già un gettito pari al 2,6% del Pil che malcontato è pari a 53 miliardi. Sulla casa c’è poi un «attacco concentrico» visto che anche l’Ocse parlando dei nostri conti ieri è tornata a ribadire: «Per rendere sostenibile il debito è necessario che si contenga la spesa per interessi e che a medio termine si varino nuove riforme sulle pensioni, che si passi alla tassazione sulla proprietà per fare spazio agli investimenti pubblici». È per questo che di nuovo Giorgio Spaziani Testa - presidente di Confedilizia - ha scritto su X: «Dopo il Fondo monetario, puntuale, a consigliare l’Italia di aumentare le tasse sugli immobili arriva l’Ocse. Qui il messaggio è più esplicito: non si usa neppure il giochino del catasto». A Bruxelles lo fanno, ma non cambia la sostanza. Come detto però nel pacchetto di primavera del semestre europeo, la Commissione evita all’Italia - come anche a Francia, Ungheria, Malta, Polonia e Slovacchia - correzioni di bilancio perché «non sono necessari ulteriori passi nel quadro della procedura per deficit eccessivo, nonostante i superamenti della soglia del 3% nel rapporto deficit/Pil». Riguardo all’Italia l’Ue scrive che sta spendendo meno di quanto previsto dall’Europa e ha accumulato un «tesoretto virtuale» senza sforare i parametri. La spesa prevista per l’Italia in corso d’anno è stimata in crescita dell’1,2% ben al di sotto dell’1,6% ipotizzato dalla Commissione nell’ambito del patto di stabilità. Questo mancato aumento dello 0,4 per cento corrisponde all’incirca a 4,2 miliardi disponibili nel bilancio italiano. E non è affatto poco. Ovviamente non ci possono promuove e a piene mani - anche perché al governo c’è Giorgia Meloni, una conservatrice che non fa parte della maggiorana Ursula di Ppe- Pse - ma sono costretti ad ammettere che l’Italia non si è appellata - come invece già hanno fatto 16 Paesi - alla clausola di salvaguardia per aumentare le spese militari e però «l’Italia ha come altri cinque paesi - Ungheria, Grecia, Paesi Bassi, Slovacchia e Svezia - degli squilibri nei conti che restano vulnerabili oltre ad avere difficoltà - come Grecia e Romania - nel ridurre le disuguaglianze e migliorare la qualità dell’occupazione». Forse ai signori Bruxelles sono sfuggiti tre dati e un evento: abbiamo pareggiato i conti del Pil pro-capite con la Francia e dimezzato il gap con la Germania, abbiamo il più consistente avanzo primario tra gli Stati europei, abbiamo il tasso di occupazione più alto di sempre e creato in solo anno 288.000 nuovi posti di lavoro e infine - ecco l’evento - tutte le agenzie ci hanno confermato il rating migliorando però l’outlook (la tendenza). A Bruxelles però non basta e così ci danno una lista delle cose da fare a cominciare dalla riforma del catasto (per poi tassare le case). La lista - come un disco rotto - comprende: «Rendere il sistema fiscale più favorevole alla crescita contrastando ulteriormente l’evasione fiscale, riducendo il cuneo fiscale sul lavoro e le restanti spese fiscali, comprese quelle relative all’imposta sul valore aggiunto e ai sussidi dannosi per l’ambiente, oltre a intensificare gli sforzi per rendere più efficace ed efficiente la spesa pubblica». A Bruxelles sono straordinari: perdono le elezioni (ultimo caso in Polonia) non contano nulla sullo scenario internazionale, ma non perdono il vizio di sentirsi superiori.
Antonella Bundu (Imagoeconomica)
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