2025-05-30
Putin rilancia le trattative a Istanbul. Ma Kiev si impunta sul memorandum
Proposto un secondo round di colloqui per lunedì prossimo, l’Ucraina però vuole sapere prima ciò che lo zar metterà sul tavolo. Rubio marca Lavrov: «Serve buona fede». Erdogan si erge a mediatore ideale e gongola.Un punto interrogativo aleggia sul processo di pace ucraino, dopo che Mosca ha proposto una nuova tornata di colloqui con Kiev a Istanbul per lunedì prossimo. «Ci auguriamo che tutti coloro che sono sinceramente, e non solo a parole, interessati al successo del processo di pace sostengano lo svolgimento di un nuovo round di negoziati diretti russo-ucraini a Istanbul», ha dichiarato mercoledì il ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov. Kiev, dal canto suo, non ha escluso nuovi colloqui, ma ha chiesto che Mosca renda noto prima dell’incontro il memorandum con le proprie proposte relative al cessate il fuoco. «Non siamo contrari a ulteriori incontri con i russi e stiamo aspettando il loro “memorandum”, in modo che l’incontro non sia vuoto e possa davvero avvicinarci alla fine della guerra», ha affermato il ministro della Difesa ucraino, Rustem Umerov.E proprio su questo punto si registra una certa distanza tra le parti. «La parte russa, come concordato, ha prontamente elaborato un memorandum pertinente, che definisce la nostra posizione su tutti gli aspetti volti a superare in modo affidabile le cause profonde della crisi», ha sottolineato Lavrov, secondo cui Mosca avrebbe intenzione di presentare il proprio documento durante l’eventuale incontro del 2 giugno. «Voglio affermare chiaramente che al momento non abbiamo ancora ricevuto il documento russo. Nonostante i russi avessero promesso di inviarlo dopo l’incontro di Istanbul», ha dichiarato, dall’altra parte, il portavoce del ministero degli Esteri ucraino Heorhii Tykhyi, riferendosi al precedente incontro russo-ucraino del 16 maggio. «Il cosiddetto memorandum che avevano promesso e che sostenevano di essere in preparazione da più di una settimana, nessuno l’ha visto», ha rincarato la dose Volodymyr Zelensky, che ha invocato nuove sanzioni. «La Russia ha appena proposto di incontrarsi a Istanbul lunedì, per iniziare a discutere di questi progetti. Quindi pretendere la consegna della bozza immediatamente non è costruttivo», ha invece affermato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, per poi aggiungere che Kiev - che ieri ha raggiunto un accordo con il Fmi per una tranche da 500 milioni di dollari come assistenza finanziaria - non ha ancora dato risposta ufficiale sulla sua eventuale partecipazione al meeting del 2 giugno. Peskov ha anche precisato che, almeno per ora, non sarebbero previsti ulteriori colloqui tra Donald Trump e Vladimir Putin. «No, non ci sono ancora piani del genere», ha dichiarato, rispondendo ai giornalisti. Ricordiamo che, nei giorni scorsi, l’inquilino della Casa Bianca ha mostrato notevole irritazione verso il capo del Cremlino. In tal senso, mercoledì, Trump ha detto che «tra circa due settimane» sarà chiaro se lo zar abbia realmente intenzione di porre fine al conflitto o meno. Inoltre, sempre mercoledì, il segretario di Stato americano, Marco Rubio, ha avuto una telefonata con Lavrov per discutere dei prossimi colloqui russo-ucraini a Istanbul e, nell’occasione, ha chiesto all’omologo russo un «dialogo costruttivo e in buona fede con l’Ucraina».Come detto, Istanbul aveva già ospitato un incontro tra la delegazione di Kiev e quella di Mosca lo scorso 16 maggio: nonostante non fosse stato seguito da svolte eclatanti, quel meeting era comunque stato il primo tra i belligeranti dal lontano 2022. Ankara sta quindi acquisendo progressivamente peso nel processo diplomatico ucraino. Non a caso, ieri Recep Tayyip Erdogan ha fortemente caldeggiato i nuovi colloqui del 2 giugno. «La Turchia ritiene che lo slancio raggiunto nei colloqui di Istanbul sia un’opportunità per una pace duratura tra le parti», ha detto. «Siamo in contatto con Russia e Ucraina. Stiamo dicendo loro di non chiudere la porta finché rimane aperta», ha proseguito. In tutto questo, il ministro degli Esteri turco, Hakan Fidan, ha detto che «date le circostanze attuali, le parti hanno bisogno di un luogo in cui incontrarsi di persona e sedersi attorno a un tavolo per negoziare». «In questo senso», ha continuato, «la Turchia è in realtà l’attore ideale». «Entrambe le parti, in linea di principio, vogliono un cessate il fuoco: nessuno direbbe apertamente di no. Sarebbe difficile giustificarlo di fronte all’opinione pubblica mondiale. Non è qualcosa che ti solleva dal punto di vista morale. Ma d’altra parte, entrambe le parti hanno richieste di cessate il fuoco diverse. Queste richieste devono essere conciliate», ha inoltre spiegato il ministro turco, che, sempre ieri, era atteso a Kiev dopo che, lunedì, era stato a Mosca, dove aveva incontrato Putin.A sostenere la necessità di una mediazione è frattanto stato anche papa Leone XIV, che, mercoledì, ha invocato, tra le altre cose, «la pace in Ucraina e dovunque si soffra per la guerra». Vale a tal proposito la pena di sottolineare che Trump aveva recentemente proposto proprio il Vaticano per ospitare i possibili negoziati tra ucraini e russi.
Charlie Kirk (Getty Images). Nel riquadro Tyler Robinson
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