2021-12-20
Se la crisi ucraina rischia di trasformarsi in una «crisi di luglio»
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(Getty Images)
La crisi ucraina rischia di aggravarsi. E inizia a scorgersi un'inquietante analogia storica.
La crisi ucraina rischia di aggravarsi. E inizia a scorgersi un'inquietante analogia storica. Il Cremlino ha inviato delle proposte di accordo agli Stati Uniti e alla Nato, avanzando delle richieste precise. In particolare, Mosca pretende che Washington si impegni formalmente ad evitare che Paesi dell’ex Unione Sovietica facciano il loro ingresso nell’Alleanza atlantica. “Gli Stati Uniti d'America”, si legge nella bozza di trattato diffusa dai russi, “si impegnano ad evitare un'ulteriore espansione verso Est dell'Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico e a negare l'adesione all'Alleanza degli Stati dell'ex Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche”. “Gli Stati Uniti d'America”, prosegue il testo, “non stabiliranno basi militari nel territorio degli Stati dell'ex Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche che non siano membri dell'Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico, non utilizzeranno le loro infrastrutture per attività militari o svilupperanno con essi una cooperazione militare bilaterale”. La bozza continua poi così: “Le parti si astengono dal dispiegare le proprie forze armate e armamenti, anche nell'ambito di organizzazioni internazionali, alleanze o coalizioni militari, nelle aree in cui tale dispiegamento potrebbe essere percepito dall'altra parte come una minaccia alla propria sicurezza nazionale”. Le reazioni occidentali sono al momento piuttosto fredde. Il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha dichiarato che il dialogo con la Russia “dovrebbe anche affrontare le preoccupazioni della Nato sulle azioni della Russia, basarsi su principi e documenti fondamentali della sicurezza europea e svolgersi in consultazione con i partner europei della Nato, come l'Ucraina”. Non dimentichiamo tra l’altro che già in passato Stoltenberg avesse difeso il diritto di Ucraina e Georgia ad entrare nell’Alleanza atlantica. La Casa Bianca, dal canto suo, mantiene per ora una posizione un po’ ambivalente. Il consigliere per la sicurezza nazionale del presidente americano Joe Biden, Jake Sullivan, si è detto aperto a discutere le preoccupazioni nutrite da Mosca, ma ha anche sottolineato di voler porre dei paletti, chiedendo una de-escalation al confine con l’Ucraina. In tutto questo, un funzionario della Casa Bianca ha riferito al sito Axios che a breve Washington presenterà ai russi una “proposta più concreta”, sottolineando inoltre la necessità di coinvolgere gli alleati europei nella discussione del dossier. Una posizione, questa, ribadita anche dalla portavoce della stessa Casa Bianca, Jen Psaki. Ricordiamo, a livello generale, che il presidente russo Vladimir Putin tema un ingresso di Kiev della Nato, considerando una tale eventualità come un pericolo a quella che considera la sfera di sicurezza della Russia. L’Occidente, da parte sua, ritiene che la sovranità dell’Ucraina non possa essere violata e che la sua integrità territoriale debba essere salvaguardata. In tutto questo, Washington sospetta che Mosca possa procedere a un’invasione della stessa Ucraina all’inizio del 2022. Ed è quindi alla luce di questa situazione che si inserisce la proposta del Cremlino. Una proposta che, secondo alcuni analisti, risulterebbe carica di significati inquietanti. Stando al The National Interest, Putin avrebbe infatti appositamente avanzato una serie di richieste che Biden non sarebbe in grado di soddisfare, neanche se lo volesse (un cedimento su questo fronte esporrebbe infatti il presidente americano a un assedio politico dei repubblicani in patria e ad un irrigidimento dei rapporti con Ucraina, Polonia e repubbliche baltiche sul piano internazionale). In base a questa interpretazione, la mossa del leader russo suonerebbe come una sorta di “ultimatum di luglio” (da cui sarebbe poi sorta la Prima guerra mondiale) e risulterebbe pertanto finalizzata a creare il casus belli necessario per procedere con l’invasione. Uno scenario, questo, rispetto a cui Washington dovrebbe quindi tenersi pronta.