2025-01-04
Il fronte Nato perde colpi anche in Ucraina
Cittadini di Kharkiv dopo un bombardamento russo nel dicembre 2024 (Ansa)
Secondo un sondaggio, i cittadini sotto le bombe che considerano inaccettabile il diktat russo sulla non adesione al Patto atlantico passano in sei mesi dal 54 al 47%. E la quota di chi non tollera perdite territoriali scende dal 38 al 21%. Intanto è picco di diserzioni.A ormai tre anni di distanza dall’inizio della guerra in Ucraina, il popolo ucraino appare sempre più stanco e disilluso, tant’è che è disposto a rinunciare ai territori occupati da Mosca pur di arrivare alla pace. Il cambiamento d’umore era già noto, reso evidente dai sondaggi condotti lo scorso anno, ma diventa ancora più lampante nell’ultimo sondaggio condotto a dicembre dall’Istituto internazionale di sociologia di Kiev (Kiis). Per arrivare alla pace, il 47% degli intervistati accetterebbe un «rinvio della liberazione dei territori temporaneamente occupati» dai russi, ma sarebbe contrario al veto di Mosca sull’ingresso di Kiev nella Nato. Mentre il 41% sarebbe favorevole. Certo, il 47 % rappresenta sempre una quota importante, tuttavia è impossibile non considerare il sondaggio compiuto a giugno, quando i pareri contrari rappresentavano il 54%. Dunque, si tratta di un calo di 7 punti percentuali nell’arco di sei mesi, evidenziando una posizione più flessibile riguardo al diktat russo sulla Nato. Sempre nel sondaggio, è stato chiesto agli ucraini se fossero disposti a un’altra opzione: rinunciare al momento alla restituzione dei territori occupati e della Crimea da parte della Russia, in cambio dell’entrata nella Nato e nell’Ue e il 64 % degli intervistati ha risposto affermativamente, mentre a giugno i favorevoli erano il 47%. I contrari sono il 21% ma a giugno scorso erano il 38%. Un’altra indagine condotta sempre dal Kiis, mostra che il 51% degli ucraini non è favorevole a cedere territori a Mosca, mentre prima delle elezioni di Trump in ottobre era il 58 %. Una tendenza che era già emersa lo scorso novembre, quando Gallup aveva reso noto che nel sondaggio condotto tra agosto e ottobre 2024, ben il 52% degli intervistati manifestava la volontà di trattative tra il governo ucraino e Mosca, mentre solamente il 38% era ancora volenteroso di imbracciare le armi. Tirando le fila di questi risultati, è evidente quanto, per parte del popolo ucraino, lo status dei territori occupati da Mosca appaia come una questione secondaria nelle dinamiche per raggiungere la pace. È interessante notare che all’inizio della guerra, il 92% degli ucraini pensava che andassero recuperati i territori persi nel 2014 mentre ora una fetta considerevole degli intervistati sarebbero disposti a rimandare, a chissà a quando, la questione. E sebbene si parli diplomaticamente di «rinvio della restituzione dei territori» e non della perdita permanente, gli ucraini sarebbero disposti a questa concessione a patto che non si mettano i bastoni tra le ruote all’ingresso nella Nato e all’adesione all’Ue. Ma soprattutto alla Nato, che è la vera posta in gioco anche per Mosca. Una questione che va avanti da 34 anni, anzi da ancor prima della dissoluzione dell’Unione Sovietica, quando al crollo del muro di Berlino, con il regime sovietico già agli sgoccioli, il segretario di Stato di George Bush, James Baker, aveva comunque assicurato al leader sovietico Mikhail Gorbaciov che la Nato non si sarebbe allargata a Est. Promesse puntualmente disattese nel corso degli anni, con l’espansione dell’Alleanza atlantica nei Paesi dell’ex Urss fino ad arrivare al documento del presidente russo Vladimir Putin inviato a dicembre del 2021 a Stati Uniti e Nato in cui, per disinnescare le tensioni nell’Europa orientale, aveva richiesto il non allargamento della Nato e l’esclusione degli Stati che facevano parte dell’Urss. Documento che è diventato carta straccia tanto per Joe Biden quanto per l’allora segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg. Tornando al presente, i fatti di cronaca di ieri sono in linea con i risultati del sondaggio sul popolo ucraino: è stata inviata un’indagine da parte dell’ufficio investigativo di Kiev su sospetti di diserzione della 155° brigata meccanizzata, «Anna di Kiev», addestrata dai francesi. Secondo la testata ucraina Censor.net un elevato numero di soldati dispiegati in Donbass avrebbe disertato. Stando a quanto riportato dal giornalista Yurii Butusov solamente 51 soldati, tra i quasi 2.000 mandati in Francia, aveva oltre un anno di servizio militare. E sembra che centinaia di soldati abbiano abbandonato prima di essere dispiegati al fronte, rendendosi irreperibili. La diserzione si collega anche all’arruolamento di giovani diciottenni che diventerà una realtà a breve secondo Mosca. Si tratta di una conferma di quanto trapelato già a novembre, quando Biden avrebbe chiesto al presidente ucraino Volodymyr Zelensky l’abbassamento dell’età a 18 anni dei soldati ucraini. E ieri infatti il servizio di intelligence russo (Svr), confermando la notizia, ha aggiunto: «Le informazioni a disposizione del Svr indicano che è con preoccupazione che le élite politiche occidentali notano un declino nella capacità dell’esercito ucraino di resistere all’assalto delle Forze armate russe». Chi sembra scollato dalla realtà è proprio Zelensky che avrebbe ordinato la produzione di 30.000 droni a lungo raggio e 3.000 missili. Il primo ministro ucraino Denys Shmyhal ha infatti reso noto che saranno stanziati circa 50 miliardi di euro quest’anno per la difesa e la sicurezza.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.