2022-04-06
Trump speaker: la pazza idea spaventa Biden
Nancy Pelosi e Donald Trump (Getty Images)
Se i repubblicani, come pare, alle elezioni di metà mandato incasseranno la maggioranza anche alla Camera, potrebbero nominare The Donald al posto di Nancy Pelosi. Un ribaltone che darebbe enorme visibilità al tycoon e spianerebbe la strada all’impeachment di Joe Biden.E se il prossimo speaker della Camera dei rappresentanti fosse Donald Trump? L’idea circola da mesi in vari settori del Partito repubblicano. Ed è recentemente tornata al centro dell’attenzione. A fine marzo, introducendo l’ex presidente a un comizio, il deputato Matt Gaetz ha dichiarato: «Dateci la possibilità di licenziare Nancy Pelosi, riprenderci la maggioranza, mettere sotto accusa Joe Biden e proporrò Donald Trump come speaker della Camera». Un’affermazione a cui il diretto interessato ha replicato un po’ sibillinamente, dicendo: «Beh, è stato interessante». Tuttavia, appena pochi giorni dopo, l’ex presidente è sembrato fare marcia indietro rispetto a una simile eventualità. Interpellato sulla questione, ha infatti risposto: «No, non è qualcosa che voglio fare». Nei mesi passati, l’idea di una candidatura di Trump come speaker della Camera era stata sollevata più volte. Lo scorso novembre, a ventilare una simile ipotesi fu per esempio l’ex capo dello staff della Casa Bianca, Mark Meadows. Lo stesso Trump, a giugno, non aveva escluso l’idea, definendola «molto interessante». Tecnicamente l’elezionedell’ex presidente a speaker sarebbe possibile, perché la Costituzione non prevede che questo incarico sia assegnato necessariamente a un deputato (sebbene, come sottolineato dal Congressional Research Service, gli speaker siano finora stati tutti dei membri della Camera). Tanto più che, secondo i sondaggi, è al momento probabile che i repubblicani riusciranno a riconquistare entrambi i rami del Congresso alle elezioni di metà mandato del prossimo novembre. Come abbiamo visto, l’ex inquilino della Casa Bianca sta dando segnali contrastanti su questo tema, alternando manifestazioni di interesse a smentite: un comportamento, questo, che potrebbe essere frutto di una strategia, per mantenere alta l’attenzione politica e mediatica su di sé. Certo: non è detto che all’ex presidente converrebbe necessariamente assumere quell’incarico. Il ruolo di speaker implica un’attività di logorante mediazione. Senza poi trascurare che, almeno in casa repubblicana, questo incarico ha stroncato promettenti carriere politiche (si pensi a John Boehner e Paul Ryan). Dall’altra parte, Trump potrebbe tuttavia conseguire non pochi vantaggi. Quella poltrona consentirebbe all’ex presidente di guidare l’opposizione alle politiche dell’attuale Casa Bianca in vista del 2024 e potrebbe offrirgli anche la possibilità di avviare un procedimento per mettere in stato d’accusa il sempre più impopolare Biden. Ricordiamo che il processo di impeachment viene istruito dalla Camera a maggioranza semplice, per essere poi celebrato in Senato, dove - per arrivare a un verdetto di colpevolezza - sono necessari i due terzi dei voti. Ora, non è un mistero che, negli ultimi mesi, svariati esponenti repubblicani (come Lindsey Graham, Ted Cruz e Jim Jordan) hanno ipotizzato di mettere Biden in stato d’accusa. Sarà un caso, ma i controversi affari di suo figlio Hunter in Ucraina, Russia e Cina stanno tornando sotto i riflettori. La settimana scorsa, i senatori Grassley e Johnson hanno pubblicato una ricevuta che dimostra come Hunter avesse ottenuto 100.000 dollari dall’allora colosso cinese Cfec (azienda legata all’Esercito popolare di liberazione, che coltivava rapporti con il Cremlino). Alcuni deputati repubblicani hanno inoltre chiesto alla Casa Bianca di consegnare le registrazioni dei contatti intercorsi tra lo stesso Hunter e l’amministrazione Obama (in cui Joe Biden era vicepresidente). In particolare, l’elefantino sta valutando la presenza di un conflitto di interessi di cui starebbe cercando oggi di avvantaggiarsi la Russia: i repubblicani trovano infatti sospetto che il Cremlino abbia di recente messo sotto sanzioni Hunter (il quale non ricopre alcun incarico ufficiale). Quello stesso Hunter che, quando a ottobre 2020 fu accusato da Trump di aver preso nel 2014 3,5 milioni di dollari dalla moglie dell’ex sindaco di Mosca, venne invece pubblicamente difeso da Vladimir Putin in persona: una circostanza, questa, che pone ulteriori interrogativi sui rapporti tra Hunter e la Russia. Tra l’altro, il Wall Street Journal ha confermato che, nel 2014, una società del figlio di Biden ha ricevuto 142.300 dollari da Kenes Rakishev: oligarca kazako, che - secondo Le Media - è vicino al leader ceceno Ramzan Kadyrov (sostenitore di Putin e coinvolto nell’invasione russa dell’Ucraina). A peggiorare la situazione per il presidente americano ci si sono messi anche i giornali un tempo amici: il New York Times e il Washington Post hanno infatti confermato l’esistenza del famigerato laptop di Hunter, specificando che gran parte del materiale contenutovi è stato autenticato. Il Washington Post ha nella fattispecie riportato che il figlio di Biden ha ricevuto 4,8 milioni di dollari da Cfec. Insomma, i sospetti di conflitto di interessi non mancano e i repubblicani hanno già fatto sapere che continueranno a investigare. Impeachment in vista? È troppo presto per dirlo. Certo è che l’eventualità di un Trump Speaker dev’essere vissuta da Biden come un incubo.
Giancarlo Fancel Country Manager e Ceo di Generali Italia
Rifugiati attraversano il confine dal Darfur, in Sudan, verso il Ciad (Getty Images)
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