2025-04-22
Trump ottimista su un’intesa Russia-Ucraina in settimana, Kiev può dimenticarsi la Nato
Volodymyr Zelensky alle strette: gli Usa premono per la concessione della Crimea e garantiscono a Mosca l’esclusione degli invasi dal Patto atlantico. Vladimir Putin fa ripartire i bombardamenti.Intanto, dopo i dossier riservati finiti in mano all’«Atlantic», il capo del Pentagono, Pete Hegseth, avrebbe mandato a moglie e fratello i piani di attacco in Yemen. Il tycoon lo difende: «Fake news».Lo speciale contiene due articoli Dopo una Pasqua segnata da un fragile cessate il fuoco durato appena 30 ore, in Ucraina si è tornati a combattere. Lo scambio di accuse tra Mosca e Kiev sui responsabili delle violazioni è solo il riflesso diplomatico di una tregua mai davvero osservata. Secondo le autorità ucraine, la Russia ha infranto la propria promessa di sospendere le ostilità con oltre 2.900 violazioni, con attacchi che hanno coinvolto infrastrutture civili, raid aerei e l’impiego massiccio di droni. Dall’altro lato, il ministero della Difesa russo ribatte che è stata Kiev a violare l’intesa per ben 4.900 volte, sostenendo di aver subito attacchi su obiettivi militari e civili durante tutto l’arco del cessate il fuoco. La ripresa dei bombardamenti russi ha riguardato principalmente il fronte orientale con lanci di droni kamikaze, missili Onyx e Kh-31P sulle aree di Kharkiv, Mykolaiv e Sumy, dove gli attacchi non si sono mai fermati del tutto e secondo il comandante ucraino Oleksandr Syrskyi, Mosca avrebbe tentato - senza riuscirci - di sfondare. Nella notte tra domenica e lunedì, la Russia ha lanciato 96 droni e tre missili, alcuni diretti verso Kiev. A Kherson è stato colpito un obiettivo costiero, a Zaporizhzhia si sono sentite forti esplosioni. L’Ucraina ha rivendicato un attacco a una base russa per droni nella regione di Kursk, uccidendo almeno venti operatori. Una sequenza di attacchi che ha segnato la ripresa delle ostilità tra le parti e ha riportato il conflitto in prima linea.Tuttavia, mentre cresce la tensione sul piano militare, su quello diplomatico si apre una settimana decisiva per il possibile cessate il fuoco. Donald Trump ha parlato di «buone chance di un accordo tra Russia e Ucraina in settimana». Da domani, invece, dopo che il vertice dei volenterosi a Parigi si è chiuso con un nulla di fatto, l’iniziativa diplomatica torna nelle mani del fronte anglosassone. A Londra si riaprirà il tavolo dei negoziati: nell’agenda del vertice a cui parteciperanno rappresentanti di Kiev, Washington, Parigi e Londra stessa, si discuterà della possibilità di raggiungere in tempi brevi un cessate il fuoco immediato e duraturo. Anche la Cina ha fatto sapere di considerare «positivi» gli sforzi in corso per un cessate il fuoco. «Siamo pronti a procedere nel modo più costruttivo possibile», ha scritto Volodymyr Zelensky su X. «Al cessate il fuoco si risponde con un cessate il fuoco, agli attacchi con la difesa». La linea ucraina non cambia, ma il clima sì: gli Stati Uniti, oltre ad aver lasciato intendere che un’intesa è vicina, hanno avuto colloqui riservati in cui, secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, avrebbero proposto a Kiev un pacchetto articolato che include lo stop all’ingresso nella Nato e l’accettazione dell’annessione russa della Crimea. Ipotesi che per ora restano politicamente impraticabili per Zelensky, ma che confermano quanto il pressing americano stia aumentando. «L’Ucraina non discute la questione dell’integrità territoriale con i suoi partner nei negoziati per la fine della guerra. Questo è contrario alla Costituzione» ha affermato il consigliere del capo dell’Ufficio presidenziale, Serhiy Leshchenko, «Tutti i negoziatori che partecipano alle riunioni in Arabia Saudita o in Francia dicono chiaramente che la questione dell’integrità territoriale dell’Ucraina non viene discussa affatto». Il Cremlino ha fatto sapere di aver ricevuto «segnali positivi» da parte americana proprio su questo fronte. «Una adesione dell’Ucraina alla Nato resta una minaccia diretta alla Federazione russa», ha ribadito il portavoce Dmitry Peskov, «Washington ci ha assicurato a vari livelli che l’adesione dell’Ucraina alla Nato è fuori questione. Questo ci soddisfa e coincide con la nostra posizione». Vladimir Putin, dopo aver detto durante un incontro con i capi delle municipalità a Mosca che «nessuno dubita della vittoria russa», ha fatto sapere che valuterà la proposta di una tregua di 30 giorni per evitare attacchi a obiettivi civili. «Bisogna trovare un modo per impedire che vengano colpiti i civili», ha dichiarato. Poi ha aggiunto che «Kiev continua a usare le infrastrutture civili per scopi militari». Dichiarazioni ambigue, come il comunicato russo che ha rivendicato l’attacco di sabato a Sumy che ha causato 35 vittime civili, sostenendo che si stesse celebrando «una cerimonia per militari ucraini coinvolti nei crimini nella regione di Kursk», definendo quindi l’attacco «una meritata punizione».Nel frattempo il capo del Cremlino, stando a quanto scritto ieri dall’agenzia Tass, ha firmato la legge sulla ratifica dell’accordo sul partenariato strategico globale con l’Iran che era stato siglato lo scorso gennaio in occasione della visita del presidente iraniano Masoud Pezeshkian a Mosca. L’accordo va a definire il quadro giuridico per l’ulteriore sviluppo della cooperazione tra i due Paesi in una prospettiva a lungo termine in settori strategici che riguardano la difesa, la lotta al terrorismo, l’energia, la finanza, i trasporti, l’industria, l’agricoltura, la scienza, la cultura e le tecnologie.<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/trump-putin-intesa-guerra-ucraina-2671816461.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="unaltra-chat-mette-nei-guai-hegseth" data-post-id="2671816461" data-published-at="1745269013" data-use-pagination="False"> Un’altra chat mette nei guai Hegseth «Secondo alcune persone a conoscenza dei fatti, il segretario alla Difesa degli Stati Uniti, Pete Hegseth avrebbe inviato informazioni sensibili sugli attacchi in Yemen in una chat crittografata che includeva la moglie e il fratello». A dare la notizia è il New York Times. Hegseth ha condiviso informazioni dettagliate su imminenti attacchi rivolti contro obiettivi Huthi il 15 marzo in una chat privata sull’app di messaggistica crittografata Signal, che includeva sua moglie, ex produttrice di Fox News, Jennifer Cunningham Hegseth, suo fratello, Phil Hegseth, il suo avvocato personale, Tim Parlatore e una decina di persone della sua cerchia personale e professionale. Fatti che il presidente americano Donald Trump ha bollato come «fake news» messe in giro da «impiegati insoddisfatti». «Hegseth sta facendo un grande lavoro. Chiedete agli Huthi», ha dichiarato ieri. Eppure, alcuni tra i soggetti a conoscenza di questa chat hanno riferito, secondo il quotidiano newyorkese, che le informazioni condivise da Hegseth nella chat comprendevano gli orari di volo dei caccia destinati a colpire gli Huthi in Yemen. «In pratica», scrivono i giornalisti Greg Jaffe, Eric Schmitt e Maggie Haberman, «gli stessi piani d’attacco che aveva condiviso, sempre quel giorno, in un’altra chat su Signal nella quale era stato erroneamente incluso il caporedattore dell’Atlantic, Jeffrey Goldberg». La moglie di Hegseth, Jennifer, non è una dipendente del Pentagono, sede del dipartimento della Difesa, ma ha viaggiato con lui all’estero e non sono mancate le critiche nei suoi confronti per aver preso parte a incontri riservati con leader stranieri. Il fratello, Phil, e Tim Parlatore, invece, lavorano entrambi al Pentagono, ma, secondo il giornale, «non è ancora chiaro perché i due avrebbero avuto bisogno di conoscere i dettagli di imminenti attacchi militari contro gli Huthi in Yemen». «L’esistenza di una seconda chat su Signal in cui Hegseth ha condiviso informazioni militari altamente riservate e che finora non era stata riportata rappresenta l’ultimo sviluppo di una serie di eventi che stanno mettendo sotto esame la sua gestione della Difesa e il suo giudizio». E, stando all’analisi del Times, «a differenza della chat in cui fu erroneamente incluso l’Atlantic, quella appena rivelata era stata creata da Hegseth stesso. Includeva sua moglie e gente a lui professionalmente legata ed era stata avviata a gennaio, prima della sua conferma come segretario alla Difesa». Pare, inoltre, che il capo del Pentagono accedesse alla chat tramite il suo telefono personale, non quello governativo. Invece, la chat rivelata dall’Atlantic a marzo era stata creata dal consigliere per la Sicurezza nazionale del presidente Donald Trump, Mike Waltz, per consentire il coordinamento tra i principali funzionari della Sicurezza nazionale dell’esecutivo, come il vicepresidente J.D. Vance, il direttore dell’intelligence nazionale, Tulsi Gabbard, e Hegseth stesso, in vista degli attacchi statunitensi. La prima volta Waltz si era assunto la responsabilità di aver incluso per errore nella chat il reporter dell’Atlantic, Goldberg. L’aveva chiamata «Huthi Pc small group» per riflettere la presenza di membri delle alte sfere dell’amministrazione, che si riunisce per discutere le questioni di sicurezza nazionale più delicate. Il mantenimento nella chat della moglie, del fratello e dell’avvocato di Hegseth, «nessuno dei quali sembra avere motivo per essere informato su dettagli operativi di un’azione militare in corso», commenta il giornale, «solleva interrogativi sul rispetto dei protocolli di sicurezza da parte di Hegseth».
Charlie Kirk (Getty Images). Nel riquadro Tyler Robinson
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