2025-04-19
Pace in Ucraina, difesa e immigrati: per gli Usa Roma è la Capitale dell’Ue
Giorgia Meloni e Donald Trump a Washington (Ansa)
Nel comunicato congiunto dopo il vertice Meloni-Trump, l’Italia diventa il riferimento europeo. Ignorata Ursula (chiamata dal premier), promosso il Piano Mattei. Ora Chigi avrà un ruolo negli Accordi di Abramo.La visita di Giorgia Meloni a Washington è stata un successo. Anche fonti europee, ieri, hanno dovuto ammettere che la sua missione americana ha creato «ulteriori ponti» tra le due sponde dell’Atlantico. E attenzione: il successo non riguarda soltanto la sempre più significativa sintonia politica tra il premier e Donald Trump. La questione è molto più profonda. Ed emerge chiaramente dal comunicato congiunto tra Usa e Italia pubblicato l’altro ieri. Nel documento, si rende noto che il presidente americano ha accettato l’invito dell’inquilina di Palazzo Chigi a visitare il nostro Paese. Nell’occasione, non si esclude che possa tenersi un «incontro tra Usa e Ue». Segno, questo, che Trump ha esplicitamente riconosciuto alla Meloni il ruolo di mediatrice tra Washington e Bruxelles. Ancor più significativo è il fatto che nel comunicato non venga citato alcun esponente della Commissione europea. Con buona pace di Ursula von der Leyen, che ieri ha comunque avuto un colloquio telefonico con la Meloni, definito «positivo». Il punto è che dal comunicato congiunto di giovedì emerge manifestamente come Trump veda nel nostro premier un interlocutore di primo piano rispetto alle questioni europee: sia come mediatrice ma anche come sponda per contrastare alcune tendenze tutt’altro che filoamericane che si registrano in seno all’Ue. Non a caso, nel documento l’Italia accoglie «con favore gli investimenti americani nell’Intelligenza artificiale e nei servizi cloud». Parliamo, cioè, di settori rispetto a cui Bruxelles si sta irrigidendo nei confronti di Washington. «Dobbiamo sviluppare le nostre capacità in ambito tecnologico», ha recentemente affermato il vicepresidente esecutivo della Commissione europea, Henna Virkkunen. Un altro fronte di convergenza tra Trump e la Meloni è quello dell’immigrazione clandestina. «Gli Usa e l’Italia ribadiscono il loro impegno comune nel contrastare l’immigrazione illegale», recita il comunicato congiunto. «Intensificheremo i nostri sforzi comuni per sradicare i gruppi criminali organizzati internazionali coinvolti nel traffico di migranti e nella tratta di esseri umani», si legge ancora. Appena pochi giorni fa, in un’intervista rilasciata a Unherd, JD Vance, che ieri ha incontrato a Roma la Meloni, aveva criticato l’Europa proprio per non aver attuato quella stretta migratoria sempre più richiesta dai suoi stessi cittadini. Un terzo punto importante riguarda poi la Difesa. «La nostra cooperazione in materia di Difesa deve basarsi su una catena di approvvigionamento transatlantica profonda ed estesa», recita il comunicato. Il che è da intendersi come uno schiaffo alla clausola «buy European» del piano europeo Readiness 2030, caldeggiata da Parigi. Insomma, Trump vede nell’inquilina di Palazzo Chigi una sponda per contrastare le spinte antiamericane portate avanti da vari Paesi Ue. Nonostante non venga citata esplicitamente, la questione dirimente per la Casa Bianca resta la Cina. Il presidente Usa vuole infatti che Bruxelles allenti i suoi rapporti con Pechino, laddove Francia, Germania e Spagna stanno spingendo a favore di una linea filocinese. Meloni, dall’altra parte, ha fatto uscire l’Italia dalla Nuova via della seta nel 2023: un elemento, questo, che non sfugge di certo all’amministrazione Trump. Ma non è tutto. Il comunicato tocca anche dossier geopolitici molto importanti per l’Italia. «Seguendo l’esempio del successo degli Accordi di Abramo del presidente Trump, gli Usa e l’Italia coopereranno su progetti infrastrutturali cruciali e valuteranno la possibilità di sfruttare il potenziale del Piano Mattei», si legge. Segno, questo, che la Meloni potrebbe ritagliarsi il ruolo di mediatrice con Tripoli e Tunisi, qualora Trump volesse estendere al Maghreb gli Accordi di Abramo. Tutto questo, mentre le due parti hanno ribadito «il loro incrollabile impegno nei confronti della Nato»: ciò vuol dire che Trump ha de facto aperto alla possibilità di un maggiore sostegno al fianco meridionale dell’Alleanza atlantica. Il che è nell’interesse nazionale italiano. È anche in quest’ottica che la Meloni ha annunciato che l’Italia raggiungerà la soglia del 2% del Pil nei contributi economici alla Nato. Un allineamento fondamentale tra Washington e Roma è stato altresì evidenziato sulla diplomazia ucraina. «Usa e Italia sottolineano che la guerra in Ucraina deve finire e sostengono pienamente la leadership del presidente Trump nel mediare un cessate il fuoco e nel realizzare una pace giusta e duratura», recita il comunicato. Uno schiaffo a Emmanuel Macron che, durante il summit parigino dei «volenterosi» di fine marzo, aveva avuto parole quasi di scherno nei confronti della diplomazia Usa. Certo, è vero che l’Italia si è impegnata a importare un maggiore quantitativo di gas naturale liquefatto statunitense. Però, come abbiamo visto, è anche vero che Roma ha ottenuto molto sia in termini di riconoscimento politico che di più stretti legami in vari settori strategici. Il rafforzamento delle relazioni transatlantiche è fondamentale per il nostro interesse nazionale. Il futuro dell’Italia non può passare dalla Cina.