2025-07-21
Trump legalizza le cripto. Concorrenza al dollaro gestito dall’«odiato» Powell
True
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La Camera Usa ha approvato norme sulle criptovalute, regolando le stablecoin e bloccando il dollaro digitale della Fed. Bitcoin ai massimi, cresce l’interesse istituzionale, ma emergono timori per una «moneta parallela» controllata dai colossi tech.
La Camera Usa ha approvato norme sulle criptovalute, regolando le stablecoin e bloccando il dollaro digitale della Fed. Bitcoin ai massimi, cresce l’interesse istituzionale, ma emergono timori per una «moneta parallela» controllata dai colossi tech.Negli Stati Uniti, patria dei cowboy, è finalmente arrivato il momento di dare un ordine legale alle criptovalute. La Camera dei Rappresentanti ha approvato a colpi di 308 voti a favore (e 222 contrari, decisamente tanti) il Genius Act — che, a dispetto del nome da Silicon Valley, è un tentativo serio di mettere ordine nel caos delle stablecoin, quei token digitali che imitano il dollaro senza avere una banconota in tasca.Sorpresa delle sorprese: il provvedimento è sostenuto anche da una fetta di Democratici. Sì, proprio loro, che fino a ieri vedevano nel Bitcoin la scomunica monetaria. Ma quando il vento tira forte, anche i più puri si mettono il cappuccio da minatore digitale.La novità è che stavolta Trump, quello che chiamava le criptovalute «una truffa», si è scoperto cripto-entusiasta. Sarà mica perché nel frattempo ha interessi in società come World Liberty Financial? Macché. Sarà la visione. O forse la provvidenziale occasione di mettere bocca sui portafogli pensionistici americani, dove si vocifera voglia far entrare criptovalute, oro e private equity con un ordine esecutivo che sa tanto di operazione nostalgia (o propaganda elettorale).Ma non è tutto. In questa Crypto Week made in Washington, sono passati anche altri due provvedimenti: il Digital Asset Market Clarity Act of 2025 e - rullo di tamburi - l’Anti-CBDC Act, quello che vuole impedire alla Fed di emettere una valuta digitale. In pratica: “Bitcoin sì, dollaro digitale statale no, grazie”. Una scelta che fa sorridere chi sperava in una versione digitale della banconota verde. E che invece si ritrova con una jungla di token privati a stelle e strisce.Intanto, mentre al Congresso si fanno le leggi, Bitcoin fa i massimi: oltre 120.000 dollari. Gli investitori, da buoni segugi, avevano già annusato l’aria di regolamentazione «amica» e sono entrati pesanti. Come ha spiegato Steve Sosnick, strategist di Interactive Brokers: «Il mercato aveva già scontato l'entusiasmo. Ma il fatto che non ci sia stata una svendita post-annuncio dimostra che gli operatori sono fiduciosi: questa volta la politica non si tirerà indietro».E in effetti, il vento è cambiato. Le stablecoin, una volta relegate agli scambi di nicchia, ora si candidano a diventare la spina dorsale della nuova finanza americana. Collateralizzazione 1:1, cioè ogni dollaro digitale è garantito da un vero dollaro (o quasi), e via libera alle microtransazioni, ai pagamenti istantanei e all’interesse di giganti come Walmart e Amazon, che stanno valutando se emettere stablecoin fatte in casa. Altro che PayPal: qui si parla di moneta da supermercatoSecondo gli analisti di Bloomberg e Reuters, questa nuova infornata legislativa rappresenta un punto di svolta per l’intero settore. La regolamentazione federale sulle stablecoin favorirà la crescita del mercato crypto, ma con un twist: «Le altcoin, Ethereum in primis, stanno già sovraperformando Bitcoin - spiega un report di TradingView - con +43,6% nell’ultimo mese per Eth, contro il +14,1% del re dei token».Insomma, Bitcoin attira i titoli, ma Ethereum raccoglie i dividendi della fiducia istituzionale. Sempre secondo gli analisti, le criptovalute minori (escluse Bitcoin ed Ethereum) hanno visto una crescita della capitalizzazione del 25,4%, un segnale che l’interesse si sta finalmente diversificando. Non più solo "oro digitale", ma un intero ecosistema che prende forma.Non mancano, però, le perplessità. E stavolta è il turno della Federal Reserve, messa all’angolo dalla politica. Probabilmente un riflesso della lite fra Trump e Powell. Non potrà emettere la sua versione digitale del dollaro. E mentre le stablecoin private si espandono, c’è chi parla di «dollaro ombra»: una valuta virtuale che viaggia nei circuiti internazionali senza passare dal via (né dalla Fed).Non a caso, il Financial Times lancia l’allarme: con i big tech in posizione dominante, il rischio è che si crei una moneta parallela, fuori dal controllo delle banche centrali. Uno scenario che potrebbe innescare nuove tensioni tra Stato e colossi privati, in una lotta per la supremazia monetaria 3.0.E così, mentre il debito americano vola oltre i 34 trilioni e i Treasury bond si trasformano in collaterale per le stablecoin, ci si chiede: chi comanda davvero nella nuova economia digitale? Il Congresso, Wall Street o Jeff Bezos.
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