2025-07-26
Trump deriso, la sinistra riscopre la satira
La sitcom animata «South Park», spesso invisa ai progressisti perché politicamente scorretta, inaugura la nuova stagione mostrando The Donald poco dotato e «rifiutato» a letto da Satana. E gli stessi detrattori, ora, benedicono la libertà di criticaSe la sinistra americana avesse preso come punto di riferimento South Park, probabilmente non ci sarebbe stato bisogno di Donald Trump. Nel senso che la piaga del politicamente corretto sarebbe stata velocemente cauterizzata con la satira più rovente e la cultura woke non sarebbe mai nemmeno emersa. Di conseguenza non ci sarebbe stato bisogno della salutare cura ricostituente imposta dalla nuova destra statunitense alle università e ai media avvelenati dalle stupidaggini sulle quote etniche, il controllo del linguaggio e le esondazioni gender.La serie animata creata da Trey Parker e Matt Stone è in onda dal 1997, e dopo due anni di stop ha ripreso le trasmissioni negli Usa su Comedy Central, canale legato a Paramount che ha raggiunto con i creatori della sitcom un accordo per lo streaming da 1,5 miliardi di dollari (così riporta Newsweek). La prima puntata doveva farsi notare, e per raggiungere l’obiettivo non poteva esserci nulla di meglio che un bell’attacco a Donald Trump. Il quale viene ritratto a letto assieme a Satana, con quest’ultimo che gli rifiuta un rapporto sessuale e commenta le scarse dimensioni degli organi genitali del presidente. Non scandalizzatevi: South Park è cibo per stomaci d’acciaio, a confronto Simpson e Griffin sono cose da bambini, e del resto il cartoon si rifà alla grande tradizione della satira americana e della stand up comedy, dove niente e nessuno merita pietà o dolcezza. Si può non apprezzare, come no, ma bisogna comunque rispettare la forma d’arte in questione, che è una delle poche vere e nobili esclusive dell’Occidente. La satira ci caratterizza fin dalla antichità classica, è l’apoteosi della libertà di espressione e merita di essere preservata perché è dissacrante, e dunque prevede che vi sia qualcosa di sacro. In ogni caso la Casa Bianca non ha reagito troppo male alle critiche, anzi ha dato una risposta forse poco brillante ma che contiene elementi di verità. Taylor Rogers, uno dei portavoce governativi, ha dichiarato che «l’ipocrisia della sinistra non ha davvero fine: per anni hanno attaccato South Park per quello che hanno etichettato come contenuto offensivo, ma improvvisamente lo stanno elogiando. Proprio come i creatori di South Park, la sinistra non ha contenuti autentici o originali, motivo per cui la sua popolarità continua a raggiungere minimi storici. Questo spettacolo», ha detto Rogers, «non è stato rilevante per oltre 20 anni ed è appeso a un filo con idee poco ispirate in un disperato tentativo di attirare l’attenzione. Il presidente Trump ha mantenuto più promesse in soli sei mesi di qualsiasi altro presidente nella storia del nostro Paese, e nessuno spettacolo di quarta categoria può far deragliare la serie vincente del presidente Trump». Che South Park non sia stato rilevante per vent'anni non è esattamente vero, e nemmeno che ai creatori manchino le idee. La risposta ufficiale è insomma un filo troppo risentita e un po' trombona. Ma almeno non si sono invocate censure o mordacchie. Trey Parker, a nome del gruppo creativo della serie, si è limitato a un commentare con sarcasmo il risentimento trumpiano: «Siamo davvero dispiaciuti», ha detto, ovviamente intendendo il contrario. Una cosa vera, però, la Casa Bianca l’ha detta. L’universo culturale sinistrorso, prima di oggi, non ha mai amato granché South Park. Anche perché Parker e Stone si sono messi d’impegno a demolire tutti i santini liberal e a massacrare scientemente le minoranze. A differenza dei nostri satiristi della domenica, South Park non ha certo risparmiato i cattolici, ma si è accanito con vigore anche su musulmani ed ebrei. Ha violentemente sbertucciato destra e sinistra, e per lungo tempo (per lo meno dalla metà degli anni Duemila) si è fatto beffe degli ecologisti, tanto da attirarsi risentite accuse di negazionismo climatico. Razzismo, antisemitismo, islamofobia, omofobia: Parker e Stone hanno una collezione di rimostranze, cause e controversie. Ed è proprio questo che li rende ammirevoli: se attacchi tutti, allora sei credibile. Purtroppo la satira occidentale, con rare eccezioni come Bill Burr o Dave Chapelle, in un modo o nell’altro ha sempre ossequiato il wokismo o comunque ha tendenzialmente abbracciato le rivendicazioni della sinistra. Salvo poi fingere di indignarsi quando il politicamente corretto si è imposto ed è diventato totalitario. Se, come nella disputa fra South Park e la Casa Bianca, il pungolo dei satirici fa comodo alla causa sinistrorsa, allora i progressisti si atteggiano a difensori della libertà, ma quando tocca a loro finire nel mirino cambiano atteggiamento. Ecco perché sarebbe bene che i conservatori mantenessero su questo tema la barra dritta, a ogni latitudine. In fondo - o almeno è bello pensarlo - Parker e Stone hanno fatto «una cosa di destra»: hanno fatto esercizio di libertà e pensiero critico. Attività che al mondo progressista sono da tempo sconosciute.
Jose Mourinho (Getty Images)