2023-04-28
Troppe assenze, autogol del governo sul Def
Giancarlo Giorgetti (Ansa)
Primo incidente della legislatura. Al centrodestra mancano 25 deputati e 6 voti alla risoluzione sullo scostamento di bilancio, da approvare a maggioranza assoluta. Giancarlo Giorgetti sui deputati: «Non sanno che fanno». Riscritta la nuova relazione, oggi il vaglio.Un po’ di superficialità, magari qualcuno che ignorava le finezze del regolamento e si è fatto attrarre anzitempo dal clima pre-ponte, e la frittata è servita. Così ieri pomeriggio a Montecitorio si è consumato quello che può definirsi il primo vero incidente parlamentare di questa legislatura a guida centrodestra. Quando l’aula della Camera è passata al voto della risoluzione di maggioranza sullo scostamento di bilancio (propedeutica al voto del Def) il dato numerico mostrato dal display dell’emiciclo è stato accolto con un boato da stadio nei banchi dell’opposizione. Questo perché i «sì» si sono fermati a 195, quando invece ne occorrevano 201, vale a dire la metà più uno dei componenti della Camera, necessitando questo tipo di documenti la maggioranza assoluta e non la maggioranza semplice. Un quorum fisso, dunque, che non si abbassa per effetto delle assenze. Molte, troppe tra i banchi del centrodestra: 25, in percentuale più abbondanti in Fi e Lega (9 e 11, con un tasso di defezioni rispettivamente del 20 e del 16,7 per cento) e più contenute in Fdi (5, con il 4,2 per cento), tanto da far indispettire il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, che solo una manciata di minuti prima dell’infausto voto aveva presenziato al question time per illustrare una serie di norme del governo a sostegno delle famiglie. Dando per scontato che l’esito del voto sullo scostamento non avesse alcun significato politico, Giorgetti ha chiamato in causa una certa irresponsabilità, osservando che «i deputati o non sanno o non si rendono conto».Toni comprensibilmente trionfali dal centrosinistra, che ha parlato con più voci (tra cui ovviamente quelle di tutti i leader di partito), tendenti a evidenziare incapacità o sciatteria nella gestione d’aula, mentre dalla maggioranza si è escluso qualsivoglia segnale politico, anche se l’incidente ha creato non pochi imbarazzi, soprattutto in vista dell’imminente approvazione del dl sul cuneo fiscale, prevista per il primo maggio, sul quale si era dilungato Giorgetti. L’esecutivo è stato così costretto a convocare in fretta e furia una nuova riunione del Cdm (col premier Giorgia Meloni assente poiché a Londra in visita ufficiale, che ha parlato di «brutta figura» ed «eccesso di sicurezza», «ma il Def verrà approvato dal Parlamento nei prossimi giorni e il governo manterrà il suo impegno», ha assicurato) per licenziare una nuova relazione sullo scostamento di bilancio e a procedere a un nuovo voto sulla risoluzione stamani, questa volta si spera senza imprevisti. Tornando a ciò che aveva annunciato il ministro dell’Economia nel primo pomeriggio, dovrebbe trattarsi di ulteriori sgravi fiscali per le famiglie già da lunedì. Come è noto, Giorgetti nei giorni scorsi ha insistito sulla necessità di abbassare le tasse che per chi ha figli, con particolare attenzione alle fasce di reddito più basse, e ha così indicato l’imminente decreto sul taglio del cuneo fiscale come primo contenitore delle misure annunciate. Questo intervento si articolerà su due fronti, e cioè con delle contribuzioni e con l’innalzamento della soglia del valore dei benefici non pecuniari (quali ad esempio buoni pasto e auto aziendali). «Il governo», ha spiegato Giorgetti, «destinerà i margini di bilancio disponibili per finanziare, per l’anno in corso, un nuovo taglio dei contributi sociali a carico dei lavoratori dipendenti con redditi medio-bassi e un innalzamento del limite dei fringe benefit per i lavoratori dipendenti con figli, perseguendo in tal modo», ha proseguito, «il duplice scopo di incrementare i redditi reali delle famiglie e al contempo limitare la rincorsa salari-prezzi, che renderebbe la vampata inflazionistica causata dai prezzi energetici e alimentari più sostenuta nel tempo, trasformandola in strutturale». E se dalle imprese del settore energetico è arrivato un contributo congruo attraverso la tassa sugli extra-profitti (2,76 miliardi di euro nel 2022), per le banche è invece arrivata dal ministro una «bacchettata», visto che all’innalzamento dei tassi d’interesse ripetutamente decretato dalla Bce non ha fatto seguito un incremento del margine riconosciuto ai correntisti. Ragion per cui via XX settembre ha tenuto a far sapere che non è sua intenzione «trascurare questa dinamica». Anche perché le banche del nostro Paese, secondo Giorgetti, non stanno risentendo della recente crisi che ha investito due istituti in Usa e in Svizzera, «non sintomatici dello stato di salute del sistema bancario italiano». Al netto di questo, ha aggiunto Giorgetti, «il Mef collabora a livello europeo per rafforzare ulteriormente il quadro normativo in relazione alla disciplina del rischio di credito e al completamento dell’Unione bancaria». Inevitabile infine, sempre nel contesto dei rapporti con Bruxelles e alla luce degli ultimi pronunciamenti della Commissione sulla concorrenza, un passaggio sui balneari, sollecitato da +Europa: «Anche a livello personale», ha detto Giorgetti, «la vicenda è particolarmente cara e sentita e il governo nella elaborazione dei provvedimenti legislativi che disciplineranno la materia terrà in adeguata considerazione le fattispecie nelle quali la destinazione dei beni pubblici ha finalità di carattere culturale, sociale e sportivo».
Nel riquadro Roberto Catalucci. Sullo sfondo il Centro Federale Tennis Brallo
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