2023-10-26
L’amicizia dimenticata tra Evola e il poeta in romanesco Trilussa
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Carlo Alberto Camillo Salustri, in arte Trilussa (Getty Images)
Lo scrittore delle celebri favole in dialetto nasceva 152 anni fa. Pochi sanno che il pensatore tradizionalista lo frequentava e che diede anche interessanti interpretazioni politiche dei suoi testi.Il 26 ottobre 1871, dunque esattamente 152 anni fa, nasceva a Roma il poeta e scrittore Trilussa, pseudonimo anagrammatico di Carlo Alberto Camillo Salustri. Dopo aver scritto sonetti nei quali prendeva di mira la Roma borghese, successivamente Trilussa passò alla creazione di un tipo di favola in romanesco che intendeva rappresentare una sorta di parodia delle favole classiche, ma che ben presto divenne una sorta di genere a sé stante, arricchito anche da una insistente dimensione satirica. Animato da sinceri sentimenti patriottici di matrice risorgimentale, Trilussa convisse con il fascismo senza aderirvi, ma anche senza esprimere una opposizione antifascista esplicita. Pochi ricordano, tuttavia, che lo scrittore romano aveva un lettore dal nome piuttosto ingombrante: Julius Evola. Si tratta di una delle poche letture apparentemente disimpegnate di Evola che conosciamo, dato che l'autore tradizionalista era sempre avaro di particolari sulle proprie passioni e quasi mai parlava di autori che non fossero immediatamente riconducibili alla formulazione di una particolare visione del mondo. Ma, appunto, anche il rapporto di Evola con Trilussa non è meramente letterario. Evola ne parlò, per esempio, in un articolo uscito sul Roma nel 1972. A proposito della presunta adesione all'antifascismo dello scrittore, Evola spiegava che “in Trilussa si deve riconoscere un carattere, che si mantenne uguale a se stesso sia prima che durante il fascismo e che ebbe in proprio il coraggio della verità. Le sue satire e la sua ironia, sempre signorili, non si esercitavano per amor di sé stesse, corrosivamente, ma per aver in vista qualcosa di più degno, a cui il poeta non vedeva corrispondere né gli uomini, né le cose”.La passione di Evola per Trilussa non era peraltro basata unicamente sui libri. A quanto pare, infatti, i due si conoscevano e si frequentavano, trovando apprezzamento l'uno verso l'opera dell'altro. È lo stesso Evola a raccontarlo: “Di Trilussa, io ero amico, ed egli ben sapeva come le mie idee fossero tutt’altro che democratiche. Non basta. Trilussa stesso non giudicava antifascista l’orientamento delle sue satire e della sua poesia, nelle loro incidenze politiche. Così quando Mondadori si accinse a pubblicare la raccolta completa delle sue poesie, Trilussa mi chiese di scrivere, per esse, una prefazione, proprio per mettere in luce questo punto. Lo accontentai. Poi l’editore cambiò parere e il mio saggio uscì in più puntate in Regime Fascista, il giornale di Roberto Farinacci, nel 1933. Trilussa ne fu assai soddisfatto”. Una delle favole preferite da Evola era, non sorprendentemente, Il gallo e l'aquila. Eccone il breve testo:Fissato ne l'idea de l'uguajanzaun Gallo scrisse all'Aquila: - Compagna,siccome te ne stai su la montagnabisogna che abbolimo 'sta distanza:perché nun è né giusto né civilech'io stia fra la monnezza d'un cortile,ma sarebbe più commodo e più bellode vive ner medesimo livello.-L'Aquila je rispose: - Caro mio,accetto volentieri la proposta:volemo fa' amicizzia? So' disposta:ma nun pretenne che m'abbassi io.Se te senti la forza necessariaspalanca l'ale e viettene per aria:se nun t'abbasta l'anima de falloio seguito a fa' l'Aquila e tu er Gallo. Chiosa Evola: “Mentre la democrazia conosce solo quella parità che costringe il superiore ad abbassarsi, secondo ogni sana dottrina è ammissibile e non distruttiva la parità condizionata dalla misura in cui l’inferiore sappia innalzarsi fino al livello del superiore”.Un altro testo trilussiano che attirò l'attenzione di Evola era La candela.Davanti ar Crocifisso d'una Chiesauna Candela accesase strugge da l'amore e da la fede.Je dà tutta la luce,tutto quanto er calore che possiede,senza abbadà se er focola logra e la riduce a poco a poco.Chi nun arde nun vive. Com'è bellala fiamma d'un amore che consuma,purchè la fede resti sempre quella!Io guardo e penso. Trema la fiammella,la cera cola e lo stoppino fuma...Per Evola, in questa immagine della candela che arde incurante delle conseguenze è ritratto il tipo umano opposto a quello vile, opportunista e gradasso satireggiato solitamente dal poeta romano. Non manca, infine, l'elogio del Trilussa patriota. Evola, in realtà, era poco incline agli slanci patriottici e alla febbre nazionalista, ma di sicuro l'accenno all'aquila romana contenuto ne Er libbro der mago non deve essergli dispiaciuto:Doppo tant'anni, l'Aquila romana,che stava chiusa in fonno d'una tanafra l'oche che cascaveno dar sonno,libberata dar popolo, risòrte,spalanca l'ale, vola, e dice ar monno:l'Italia sarà granne e sarà fortea dispetto de quelli che nun vonno!
Vladimir Putin e Donald Trump (Ansa)