2023-04-16
        Tre nomi per il salvataggio Wartsila. Pure Rheinmetall in lizza per Trieste
    
 
Il 18 aprile vertice al ministero delle Imprese. Tempi stretti per i contratti di solidarietà.Sono tre i pretendenti per il rilancio dello stabilimento Wartsila di Trieste, gruppo finlandese con quartier generale a Helsinki, specializzato soprattutto nella fabbricazione di sistemi di propulsione e generazione d’energia per uso marino e centrali elettriche, con interessi anche nel settore dell’automotive.A mezzanotte del 14 aprile sono infatti sono scaduti i termini per la presentazione delle dichiarazioni di interesse dei soggetti disposti a subentrare nel colosso finlandese e a rilanciarne le attività produttive. In particolare, gli interlocutori sarebbero rimasti in tre con altrettanti progetti, mentre appare definitivamente caduta l’ipotesi legata ai brianzoli della Imr Industries, azienda specializzata nel settore delle quattro ruote. Nelle mani dell’advisor scelto dalla Wartsila Piero Fossati, dovrebbero essere giunte le proposte che portano ai giapponesi della Mitsubishi (probabilmente attraverso la H2 Energy) e agli austriaci del Christof Group. Il terzo nome sarebbe quello dei tedeschi della Rheinmetall, che - secondo indiscrezioni - dovrebbe avviare le trattative direttamente con il governo italiano e non con la multinazionale finlandese. Diversi anche i progetti dei giapponesi e degli austriaci. I primi potrebbero presentare iniziative legate al mondo dell’idrogeno; i secondi, specializzati nella costruzione di silos per liquidi speciali e impianti oil&gas, proseguirebbero in questo filone. Il quadro dovrebbe cominciare a diventare più chiaro il 18 aprile quando le parti si ritroveranno al tavolo del ministero delle Imprese. Nel caso della Rheinmetall, l’azienda avrebbe già incontrato rappresentanti del ministro delle Imprese e del made in Italy guidato da Adolfo Urso, il quale avrebbe manifestato l’intenzione di valorizzare il sito che ha la particolarità di essere particolarmente vicino al porto di Trieste. L’obiettivo sarebbe quello di garantire allo stabilimento una produzione di alto livello, con l’azienda tedesca che al momento avrebbe firmato una nota di interesse per il sito con la possibilità di svilupparvi nuovi prodotti espandendo i suoi mercati di riferimento.Certo è che alla Wartsila di Trieste il tempo stringe, anche perché il materiale da lavorare sta progressivamente diminuendo e con esso il lavoro da portare avanti. L’obiettivo sarebbe in primis quello che di chiedere per la Wartsila di Trieste i contratti di solidarietà dal primo maggio a patto, però, che si conoscano già le intenzioni dei potenziali compratori. Nel corso dell’incontro del 18 aprile, quindi, i sindacati si attendono che emergeranno «elementi concreti, con interessamenti ufficiali, altrimenti si aggraverebbero i problemi», fa sapere all’Ansa Antonio Rodà, segretario Uilm-Uil di Trieste. Il vero problema, di certo, è capire cosa succederà al personale che oggi opera all’interno dello stabilimento. Al momento ci sono meno di 451 lavoratori e la produzione, il comparto che si avvia alla dismissione, oggi conta 333 professionisti. Sarà questo il numero degli esuberi? Difficile dirlo. Senza contare gli almeno altrettanti lavoratori dell’indotto, molti dei quali sono già in cassa integrazione. Non manca molto, insomma, per conoscere il destino dello stabilimento e quello dei suoi attuali lavoratori. Con l’aiuto della Regione Friuli-Venezia Giulia, è già stata fatta luce sugli effetti della crisi Wartsila per l’indotto della zona aprendo subito un tavolo di confronto proprio con il ministero delle Imprese, che ha già parlato con i vertici aziendali. I deputati della Lega Aurelia Bubisutti, Massimiliano Panizzut e Daniele Moschioni si sono già mossi chiedendo al governo di prendere «nella dovuta considerazione la strategicità del settore» in cui opera la Wartsila.
        Leonardo Apache La Russa (Ansa)
    
Nessuna violenza sessuale, ma un rapporto consenziente». È stata archiviata l’indagine a carico di Leonardo Apache La Russa e l’amico Tommaso Gilardoni, entrambi 24enni, accusati di violenza sessuale da una di ventiduenne (ex compagna di scuola di La Russa jr e che si era risvegliata a casa sua).
        Nel riquadro, Howard Thomas Brady (IStock)