2018-07-11
Il re degli eurodeputati con doppio stipendio è Renato Soru. Il dem incassa 1,5 milioni di euro extra l'anno
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Un report di Transparency international eu svela i nomi dei parlamentari che hanno seconde entrate. Il record è del fondatore di Tiscali ed ex segretario del Pd in Sardegna. Seguono un pokerista lituano e Guy Verhofstadt, l'amico di Emma Bonino. Il Codice etico vieta il lobbismo all'interno dell'Ue e molti politici sono a rischio. Ma su 24 violazioni (per conflitti d'interesse e viaggi pagati dalla famiglia presidenziale azera), nessuna ha portato a sanzioni. Gli italiani sono secondi soltanto ai francesi in questa speciale classifica, mentre il gruppo «più ricco» grazie alle attività collaterali è quello della destra nazionalista di cui fanno parte Lega e Front national. Quest'ultimo rischia la chiusura, denuncia la leader Marine Le Pen, dopo la decisione dei giudici francesi di confiscare 2 milioni di euro a causa di un sospetto utilizzo improprio dei fondi Ue. Lo speciale contiene quattro articoli Ai parlamentari europei non basta lo stipendio da deputati. Più della metà svolge infatti un secondo lavoro che frutta, nel complesso, 25.000 euro l'anno. A riferirlo sono gli ultimi dati pubblicati da Transparency international eu (organizzazione internazionale non governativa che si occupa di corruzione). Dal report emerge come il 60% dei membri del parlamento europeo hanno dichiarato di avere un secondo lavoro al di fuori dell'Aula. In totale i 751 deputati hanno dunque dichiarato 1.366 attività extra. Numero aumentato del 13% dall'inizio del nuovo mandato (luglio 2014). Molti eurodeputati hanno giustificato il loro secondo lavoro dichiarando come grazie a questo, riescono a mantenere i contatti con i precedenti datori di lavoro, in modo da non ritrovarsi senza un'occupazione quando finirà il mandato (sempre se non saranno rieletti). Altri ancora hanno sostenuto che il secondo lavoro è necessario per essere sempre collegati con la società e capire quali siano le sue reali esigenze. Al primo posto della speciale classifica c'è Renato Soru, ex governatore e segretario del Pd in Sardegna, che deve le sue entrate extra, superiori a 1,5 milioni di euro, al suo ruolo in Tiscali, di cui è fondatore e membro del cda. Alle sue spalle si colloca il lituano Antanas Guoga, pokerista e imprenditore, con quasi 1,4 milioni di doppio stipendio. Sul gradino più basso del podio c'è Guy Verhofstadt, leader dell'Alde e amico di +Europa, la formazione di Emma Bonino, con un reddito extra compreso tra i 920.000 e i 1,4 milioni di euro, grazie al suo ruolo da direttore di Sofina e alle conferenze ben remunerate. Altri tre italiani figurano nella top 30: l'imprenditore Remo Sernagiotto, membro dei Conservatori e riformisti europei, il popolare Salvatore Domenica Pogliese (commercialista) e il leghista Angelo Ciocca, che è anche consigliere regionale. L'organizzazione sottolinea come «avere un lavoro esterno può creare conflitti di interessi o impedire ai deputati di dedicare tutto il tempo necessario al ruolo di rappresentati eletti». Conflitto che si genera soprattutto quando gli eurodeputati fanno parte di una lobby. Posizione che mal si concilia con il divieto, presente all'interno del Codice di condotta dell'Ue. Il Codice stabilisce infatti il divieto, per tutti i membri de parlamento, di fare attività di lobbismo all'interno dell'Ue. «Dall'inizio del mandato», spiega il report «sono 49 i deputati che hanno avviato attività lavorative secondarie, quattro dei quali guadagnano più di 100.000 euro l'anno». Ma non solo, perché il secondo lavoro diventa ancora più delicato, in materia di conflitti di interesse, quando si svolgono attività di: consulenza, libero professionista o avvocato. I deputati non hanno specificato ulteriori dettagli in merito alla professione e dunque risulta impossibile capire quanto la loro attività all'europarlamento avvantaggi quelle private. Dai dati raccolti da Transparency international eu, i deputati europei, di tutti i partiti politici, hanno dunque guadagnato da luglio 2014 al 2018, dal secondo lavoro, una somma che oscilla tra i 18 e i 41 miliardi di euro. Nonostante il codice di condotta sia presente dal 2012, all'interno dell'Ue, il compito di farlo rispettare spetta al Parlamento europeo e al suo presidente. Negli ultimi cinque anni ci sono stati almeno 24 violazioni del Codice che non state sanzionate. Molto spesso i deputati non hanno dichiarato attività come la partecipazione a eventi, regali di un certo valore o viaggi pagati da governi stranieri. Attività che non potrebbero essere fatte dai parlamentari. L'accondiscendenza del presidente del Parlamento europeo non è cambiata negli anni. Martin Schulz prima e Antonio Tajani ora hanno deciso di non sanzionare le violazioni al Codice, nonostante siano state confermate dal Comitato consultivo europeo. Il sistema di operare dell'Ue impallidisce se lo si confronta con quello degli Stati Uniti o della Francia. Negli Usa, ai membri del congresso non è permesso avere attività secondarie che rischiano di essere in conflitto di interesse. Inoltre, non possono ricevere pagamenti superiori al 15% del loro reddito politico. Nel caso in cui si verificasse, l'importo in eccesso verrà verso nelle casse del Tesoro degli Usa. In Francia invece è stata creare un'autorità indipendente che monitora tutte le violazioni del codice etico. Questa ha poteri investigativi e può accedere ad ogni singola dichiarazione dei redditi dei membri politici francesi. INFOGRAFICA !function(e,t,n,s){var i="InfogramEmbeds",o=e.getElementsByTagName(t)[0],d=/^http:/.test(e.location)?"http:":"https:";if(/^\/{2}/.test(s)&&(s=d+s),window[i]&&window[i].initialized)window[i].process&&window[i].process();else if(!e.getElementById(n)){var a=e.createElement(t);a.async=1,a.id=n,a.src=s,o.parentNode.insertBefore(a,o)}}(document,"script","infogram-async","https://e.infogram.com/js/dist/embed-loader-min.js"); <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="True" data-href="https://www.laverita.info/transparency-international-eu-renato-soru-2585674058.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="il-gruppo-con-piu-doppiolavoristi-quello-degli-euroscettici" data-post-id="2585674058" data-published-at="1760880048" data-use-pagination="False"> Il gruppo con più doppiolavoristi? Quello degli euroscettici L'Europa delle nazioni e delle libertà, gruppo politico di estrema destra che accoglie la Lega e il Front national, ha il numero maggiore di deputati che svolgono un secondo lavoro. Oltre il 54% dei suoi membri hanno infatti dichiarato un reddito medio annuo, per deputato, proveniente da un secondo lavoro, pari a 172.175 euro. Media nettamente superiore al resto dei gruppi politici che si attesta sui 103.429 euro. È tra l'altro di pochi giorni fa la notizia che al Rassemblement national (ex Front national) verranno confiscati i 2 milioni di euro che il partito avrebbe dovuto ricevere come anticipo del finanziamento pubblico: è quanto è stato deciso dai giudici francesi incaricati di un'inchiesta europea sul presunto utilizzo improprio dei fondi Ue destinati agli assistenti parlamentari. L'atto è stato giustificato dai materiali finora raccolti dagli inquirenti durante l'inchiesta penale: secondo l'ipotesi accusatoria il Fn avrebbe dirottato i fondi Ue per gli assistenti parlamentari a beneficio di dipendenti del partito che operavano in Francia, e non a Bruxelles. In questo modo sarebbero stati sottratti 7 milioni di euro fra il 2009 e il 2017. «Da domani, il Rassemblement national non potrà più praticare alcuna attività politica» e «sarà morto alla fine di agosto» ha dichiarato la leader Marine Le Pen, fra gli indagati dell'inchiesta. «Confiscando la nostra dotazione pubblica senza sentenza su questo pseudo caso degli assistenti i giudici applicano la pena di morte a titolo conservativo», ha scritto su Twitter.Al secondo posto nel report stilato da Transparency c'è il Partito popolare europeo con il 35% dei membri che hanno dichiarato attività all'estero. Al terzo posto troviamo l'Europa della libertà e della democrazia diretta (M5s e Ukip) con il 34% di membri con attività secondaria. All'ottavo posto, fanalino di coda della classifica si trova infine la Sinistra unitaria europea/Sinistra verde nordica con il 18% dei parlamentari che svolgono un secondo lavoro.Tra i casi degni di nota si evidenziano Nigel Farange, membro dell'Ukip (Europa della libertà e della democrazia diretta), e Jean-Luc Schaffhauser del Front national. Entrambi, nel corso del loro mandato hanno aumentato le entrate di 200.000 euro l'anno. Nel dettaglio Schaffhauser ha guadagnato 270.012 euro l'anno dall'attività di consulenza svolta presso la società Mwd Dubai. Azienda per la quale non sono disponibili informazioni online sui clienti o sulle attività svolte. In questo modo diventa difficile, se non impossibile, capire se l'attività secondaria di Schaffhauser può in qualche modo influenza la sua attività parlamentare o trarre vantaggi da questa. Inoltre, a rendere ancora più complicata la verifica dei redditi extra sono i non poteri che ha il Parlamento europeo. Volendo, infatti, il Parlamento non po' svolgere indagini sulle dichiarazioni presentate dai deputati. <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem2" data-id="2" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/transparency-international-eu-renato-soru-2585674058.html?rebelltitem=2#rebelltitem2" data-basename="italiani-secondi-soltanto-ai-francesi" data-post-id="2585674058" data-published-at="1760880048" data-use-pagination="False"> Italiani secondi soltanto ai francesi Francia e Italia ai vertici della classifica per la quantità di compensi esteri guadagnati dai loro europarlamentari, dal 2014. Stando ai dati di Transparency international eu, il 51% dei deputati francesi ha dichiarato di aver svolto una seconda attività lavorativa durante il mandato, ottenendo nel complesso redditi extra pari 4,8 milioni di euro. Al secondo posto ci sono gli italiani. In questo caso solo il 18% ha dichiarato redditi extra, ricavando somme per quasi 3 milioni di euro. Al terzo posto ci sono i deputati tedeschi. Il 50% ha svolto un secondo lavoro ottenendo compensi per circa 1,5 milioni di euro. I parlamentari meno inclini a svolgere un secondo lavoro sono gli estoni. Il reddito derivante da attività extra parlamentati, per tutti gli eurodeputati estoni, è di 14 euro. Il Paese che invece ha il maggior numero di esponenti politici che svolgono un secondo lavoro è il Belgio con il 62%. Al secondo posto l'Austria con il 56%. E al terzo il Lussemburgo con il 50%. Nonostante, un maggior numero di esponenti politici svolgono un secondo lavoro, il compenso totale non raggiunge neanche lontanamente quello dei colleghi francesi o italiani. <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem3" data-id="3" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/transparency-international-eu-renato-soru-2585674058.html?rebelltitem=3#rebelltitem3" data-basename="tutti-i-buchi-del-sistema-per-le-dichiarazioni" data-post-id="2585674058" data-published-at="1760880048" data-use-pagination="False"> Tutti i buchi del sistema per le dichiarazioni Per la prima volta nella storia del Parlamento europeo, per il periodo legislativo 2014-2019, i deputati hanno dovuto compilare una dichiarazione dove elencavano i redditi extra parlamentari ottenuti. Sin dalla prima sessione plenaria, ogni mese, i deputati hanno dunque dovuto aggiornare le loro entrate, partecipazioni a società o a consigli di amministrazione. Dal 2014 le dichiarazioni sono da compilare elettronicamente. Le dichiarazioni chieste dal 2012 erano invece state scritte a mano nella lingua madre di ogni deputato. Il nuovo sistema informatico non richiede però di inserire la somma esatta guadagnata al mese, ma un dato indicativo. Inoltre, i deputati sono gli unici responsabili della loro dichiarazione. Non c'è infatti nessun organo terzo che controlla la veridicità degli importi inseriti o mancanti. Nel caso in cui si dovesse omette un reddito o dichiarare il falso si è soggetti alle sanzioni previste nel Codice di condotta Ue. Queste vanno dall'ammonimento, all'esenzione di voto. Dal 2014 a oggi è stato ammonito un solo deputato, nonostante siano state constatate ben 24 violazioni negli ultimi cinque anni. Alcune violazioni hanno riguardato sei deputati che non hanno dichiarato viaggi di lusso in Azerbaigian, pagati dalla famiglia presidenziale. Un altro caso, degno di nota, è l'ex deputato Michel Louis che ha presentato 200 emendamenti in materia di protezione di dati, identici alle osservazioni fatte dalla lobby per la quale lavorava. Per questi casi il presidente di turno del Parlamento europeo ha dunque deciso di non dover sanzionare i deputati in questione.
Nel riquadro: Ferdinando Ametrano, ad di CheckSig (IStock)
Francesca Albanese (Ansa)