Al tramonto la follia dell’auto solo elettrica

Al tramonto la follia dell’auto solo elettrica

Che spegnere il motore termico entro il 2035 fosse un atto di autolesionismo dell’Europa a noi è sempre stato chiaro fin dal primo giorno in cui se ne parlò. E infatti negli ultimi anni abbiamo scritto a ripetizione contro la follia delle auto elettriche imposte per decreto da Bruxelles. Non serve infatti essere ingegneri per capire che nel breve periodo le vetture a batteria non possono sostituire i veicoli a combustione. E non soltanto per i costi, che nel caso delle quattro ruote a pila continuano a essere superiori rispetto a quelli dei mezzi alimentati da benzina o gasolio. Ma anche per una serie di questioni pratiche, che vanno dai tempi di ricarica ai punti in cui è consentito «fare il pieno», per finire alla capacità della rete elettrica di reggere un consumo diffuso, con milioni di macchine agganciate alle colonnine per caricarsi d’energia.

Mamdani ha sedotto una città a suon di bugie
Zohran Mamdani (Ansa)
Nella religione musulmana, la «taqiyya» è una menzogna rivolta agli infedeli per conquistare il potere. Il neosindaco di New York ne ha fatto buon uso, associandosi al mondo Lgbt che, pur incompatibile col suo credo, mina dall’interno la società occidentale.

Le «promesse da marinaio» sono impegni che non vengono mantenuti. Il detto nasce dalle numerose promesse fatte da marinai ad altrettanto numerose donne: «Sì, certo, sei l’unica donna della mia vita; Sì, certo, ti sposo», salvo poi salire su una nave e sparire all’orizzonte. Ma anche promesse di infiniti Rosari, voti di castità, almeno di non bestemmiare, perlomeno non troppo, fatte durante uragani, tempeste e fortunali in cambio della salvezza, per essere subito dimenticate appena il mare si cheta. Anche le promesse elettorali fanno parte di questa categoria, per esempio le promesse con cui si diventa sindaco.

Dimmi La Verità | Francesco Gallo: «Il Ponte sullo Stretto ed elezioni regionali»

Ecco #DimmiLaVerità del 10 novembre 2025. Il deputato di Sud chiama Nord Francesco Gallo ci parla del progetto del Ponte sullo Stretto e di elezioni regionali.

Schlein, Landini e compagni contestano il taglio delle tasse per chi guadagna 2000 euro

Usa: il destino di una parte dei dazi è nelle mani della Corte Suprema
Donald Trump (Ansa)

La Corte Suprema degli Stati Uniti si appresta a pronunciarsi sulla legittimità di una parte dei dazi, che sono stati imposti da Donald Trump: si tratterà di una decisione dalla portata storica.

Al centro del contenzioso sono finite le tariffe che il presidente americano ha comminato ai sensi dell’International Emergency Economic Powers Act (Ieepa). In tal senso, la questione riguarda i dazi imposti per il traffico di fentanyl e quelli che l’inquilino della Casa Bianca ha battezzato ad aprile come “reciproci”. È infatti contro queste tariffe che hanno fatto ricorso alcune aziende e una dozzina di Stati. E, finora, i tribunali di grado inferiore hanno dato torto alla Casa Bianca. I vari casi sono quindi stati accorpati dalla Corte Suprema che, a settembre, ha deciso di valutarli. E così, mercoledì scorso, i togati hanno ospitato il dibattimento sulla questione tra gli avvocati delle parti. Adesso, si attende la decisione finale, che non è tuttavia chiaro quando sarà emessa: solitamente, la Corte Suprema impiega dai tre ai sei mesi dal dibattimento per pronunciarsi. Non è tuttavia escluso che, vista la delicatezza e l’urgenza del dossier in esame, possa stavolta accelerare i tempi.

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