2024-07-26
Toti si arrende ai giudici e si dimette. Così è stato costretto a mollare
Giovanni Toti e Matteo Salvini (Ansa)
Stamattina verrà consegnata in Regione la lettera con cui rinuncia alla carica di governatore. In questo modo potrebbe ottenere la libertà e tornare nell’arena. Magari contro chi lo ha lasciato solo.La caccia al nuovo cinghialone, il Bettino Craxi 2.0, ha dato i risultati che la sinistra e i media attendevano dal 7 maggio scorso, giorno del suo arresto. Giovanni Toti, governatore sospeso della Liguria, braccato come poche volte è accaduto da un gruppo di magistrati convinti di avere a che fare con Al Capone, questa mattina, prima delle 10 (c’è chi dice alle 9,30) farà depositare la sua lettera di dimissioni nell’ufficio del presidente della Regione facente funzioni, il leghista Alessandro Piana. È l’epilogo della riedizione dell’assedio al leader del Garofano da parte della Procura di Milano, uno scontro senza precedenti in Liguria tra l’autorità politica e quella giudiziaria. Toti ha governato per nove anni con risultati egregi, al punto che l’università di Göteborg, come si legge nell’articolo qui sotto, ha collocato la Liguria in cima alla lista delle Regioni italiane che i cittadini percepiscono come ben amministrate. Ma secondo i magistrati questo buon governo, premiato da una rielezione in carrozza nel 2020, in realtà nascondeva chissà quale malaffare. Il Guardasigilli Carlo Nordio che il pm lo ha fatto è stato molto chiaro: «Nessuna inchiesta può e deve condizionare la legittimità di una carica politica o amministrativa che è stata determinata dall’autorità popolare». E poi ha aggiunto. «Ho riletto con grande attenzione la “Fenomenologia dello spirito” di Hegel e sono riuscito a capirla. Ho letto questa ordinanza e non ho capito nulla». E anche noi, che qualche carta giudiziaria l’abbiamo letta, facciamo fatica a comprendere come sia possibile che dopo interrogatori fiume e memorie ricche di spiegazioni il governatore uscente sia ancora ristretto, dopo quasi tre mesi, dentro la propria casa di Ameglia. Gip e pm hanno mostrato la faccia peggiore della giustizia, una giustizia medievale per dirla con l’avvocato Stefano Savi: la libertà viene concessa solo in cambio di una confessione o delle dimissioni. Secoli di cultura giuridica e un radicato concetto di Stato di diritto piegati a un’idea dell’obbligatorietà dell’azione penale che è parsa orientata politicamente. Clamoroso quanto accaduto il 18 luglio, il giorno della manifestazione della sinistra sotto la Regione, un’adunata guidata dalla segretaria dem Elly Schlein. La mattina la Procura ha consegnato all’avvocato Savi una nuova ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Toti. Una clamorosa coincidenza. La notizia, come è ovvio, non sarebbe dovuta uscire dal Palazzo di giustizia. Peccato che i giornalisti che si trovavano nei corridoi fossero informati in tempo reale. Per giustificarsi hanno subito dato la colpa agli investigatori, anche se erano accampati negli uffici della Procura.Un incredibile assist per l’adunata del pomeriggio. Un nuovo arresto a uso e consumo dei comizi politici. L’istanza degli inquirenti è datata 15 luglio, la gip Paola Faggionii ha letto e ordinato la misura cautelare nel giro di poche ore e il 18 aveva già emesso il nuovo provvedimento. E la Procura? Si è giustificata dicendo che se avesse consegnato l’ordinanza il giorno successivo qualcuno avrebbe potuto considerarla una conseguenza delle orazioni di Schlein e compagni.Gli stessi che forse non ricordano più che un loro sindaco, Claudio Burlando, nel 1993, era stato arrestato, chiuso in carcere, costretto alle dimissioni e poi assolto e risarcito. Verrebbe da ridere se non ci fosse da piangere. La verità è che i pm potevano attendere anche una settimana o persino di più. Non c’era nessuna urgenza di comunicare a Toti, che si trovava ai domiciliari, che nella vicenda degli spot elettorali regalati dall’Esselunga al suo movimento i pm avevano intravisto non solo la corruzione, ma anche il finanziamento illecito e forse avevano scovato pure qualche spot donato in vista delle elezioni nazionali del 2022 oltre che per quelle comunali. Ma la mossa di Toti, le dimissioni di oggi, sono la conseguenza di un isolamento politico sempre più evidente. La sua maggioranza dà la sensazione di essere in fase di smobilitazione pre elettorale. Ieri il sito di Primocanale ha rivelato che la Lega di Imperia ha confermato le candidature per le prossime elezioni regionali, evidentemente ritenute imminenti, del presidente Piana e dell’assessore Sonia Viale. L’ex ministro (garantista) Claudio Scajola ha preannunciato le dimissioni di Toti in nome del «bisogno di normalità». Per oggi era stata convocata in Regione una riunione, poi revocata, delle forze maggioranza «per analizzare le implicazioni politiche e amministrative e garantire la continuità e l’efficienza nella gestione della Regione alla luce dei recenti sviluppi che hanno coinvolto il presidente Giovanni Toti». Vale a dire il secondo arresto, considerato dall’ex giornalista un aiutino per la sinistra. Che sembra non essere disdegnato neppure a destra.I media intanto pubblicano quotidianamente notizie che mettono in discussione il buon governo regionale e che adombrano intoppi nelle tante grandi opere avviate. Ci fanno sapere che è stato bloccato il riempimento dei cassoni sottomarini della nuova diga foranea con i rifiuti delle demolizioni, che è slittata di un anno la chiusura dei lavori per lo scolmatore del torrente Bisagno, che montano le proteste per la nuova metro a cielo aperto, che ci sono ripensamenti a livello regionale sul rigassificatore a Vado, uno dei cavalli di battaglia di Toti. E così via. Non basta. La politica nella vicenda del governatore ha mostrato di essere afona. Quando abbiamo raccontato che inspiegabilmente uno 007 era intervenuto nella questione della proroga di una importante concessione portuale, la stessa che ha portato agli arresti il governatore, nessun rappresentante dei partiti ha chiesto spiegazioni, nessun giornale ha indagato sulla spy story. Inizialmente da Roma era trapelata la notizia che qualche approfondimento sarebbe stato fatto, ma poi si è fermato tutto. Anche la storia dei dirigenti Pd a libro paga dell’imprenditore indagato Mauro Vianello e da questi portati in giro per facilitare i propri affari, non ha scaldato gli esponenti della destra.Anzi in porto è stato nominato commissario aggiunto dall’attuale governo un esponente della sinistra, il professor Alberto Maria Benedetti, con ottimi rapporti in Procura come scudo contro gli attacchi giudiziari. La sindrome di Stoccolma ha travolto la maggioranza. E le richieste di Toti di colloqui con i rappresentati delle principali forze di governo sono state vissute con fastidio. Matteo Salvini aveva dato la disponibilità a incontrare il governatore uscente venerdì 19 alle ore 13 ad Ameglia. Il 18 è arrivata, però, la nuova ordinanza e così l’avvocato Savi ha dovuto ripresentare l’istanza di autorizzazione per i faccia a faccia con Salvini, con il viceministro Edoardo Rixi, segretario della Lega in Liguria, e con i rappresentanti degli altri partiti, da Maurizio Lupi a Ilaria Cavo, coordinatrice ligure del movimento di Toti. Il 19 il pm ha dato parere favorevole e il gip Faggioni ha autorizzato. Ma ormai erano le 14:29. La pec non mente. E Salvini era già partito per Piacenza. L’ultimo treno di solidarietà al prigioniero politico di Ameglia era passato. Ma adesso Toti, grazie alle dimissioni e Procura permettendo, potrebbe presto tornare a fare politica da uomo libero. Senza debiti di riconoscenza.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.