2022-04-29
Tortura mascherine fino al 15 giugno
L’obbligo resta sui mezzi di trasporto, nei cinema, nei teatri, nei palasport e, soprattutto, nelle scuole. Un’inutile cattiveria senza alcuna base scientifica. Un concentrato di contraddizioni made in Speranza che fa di noi un’eccezione nel mondo. In negativo...Ragazzi, allegria: il carnevale continua. Siete tutti invitati al gran ballo delle mascherine. Pulcinella Speranza e Arlecchino Draghi scherzavano (a carnevale ogni scherzo vale) quando nei mesi scorsi lasciavano intendere che dal primo maggio avremmo potuto fare a meno della museruola chirurgica o Ffp2: l’obbligo è stato infatti prorogato sui mezzi pubblici, nel trasporto locale, nei treni a lunga percorrenza, nei teatri, nei palazzetti dello sport e soprattutto a scuola. Ci sono voluti un emendamento al decreto e un’ordinanza ponte (melius abundare) per stabilire che mentre il resto del mondo si libera e torna a respirare, noi continueremo ad avere il bavaglio davanti alla bocca. Un modo per prepararci, evidentemente, alla democrazia che hanno in testa. Ci avevano promesso che dopo il 30 aprile saremmo tornati alla normalità. Invece basterà entrare in un’aula scolastica per capire che la normalità ce la possiamo scordare. La normalità che ci aspetta nelle scuole, infatti, è quella degli insegnanti non vaccinati che restano rinchiusi negli sgabuzzini, pagati per non fare nulla, e degli studenti con le mascherine sul volto. Dovranno tenerla per ore e ore, senza respiro, fino al 15 giugno, cioè fino all’ultimo giorno, temperature roventi o no. Salvo poi togliersela appena escono e vanno a giocare ai giardinetti (elementari) oppure vanno al bar (liceali). Strano no? Che il virus sia aggressivo solo con chi studia l’aritmetica o la Divina Commedia? È forse la versione di latino che favorisce il contagio? O forse è lo studio delle tabelline? Possibile che chi va sull’altalena o si prende un caffè sia al riparo dal Covid e chi invece legge una poesia di Leopardi no? Il governo dei migliori, evidentemente, pensa che imparare qualcosa sia pericoloso. E infatti lancia un messaggio chiaro: chi studia si contagia. Chi si diverte no. Vai a ballare in discoteca? Niente mascherina. Vai in pizzeria con gli amici? Niente mascherina. Vai allo stadio a vedere la partita di calcio? Niente mascherina. Ma se ti viene per caso in mente di andare a scuola, mal te ne incoglie: beccati la mascherina per tutto il giorno e non fiatare. Non riesci a seguire le lezioni? Meglio. Ti senti soffocare? Esci. Anzi, resta direttamente a casa. Così forse non si riuscirà in questo modo a sconfiggere davvero il Covid. Però si sconfigge quest’ansia di apprendere a tutti i costi che rovina le nuove generazioni italiane. Lucignolo e il Paese dei balocchi sono in festa. Che ci volete fare? Quando si ha una missione così importante da portare avanti (imbavagliare i ragazzi) non si guarda in faccia nessuno. E pazienza se quasi tutti gli esperti e gli scienziati, da Matteo Bassetti a Andrea Crisanti, sostengono che ormai tenere quest’obbligo è una follia: questa volta «lo dice la scienza» non vale. Pazienza se ci sono state sentenze di tribunali (Tar del Lazio, n. 9343, 9 agosto 2021) che hanno detto che dove c’è il distanziamento tenere quest’obbligo è illegittimo: le sentenze si possono ignorare. Pazienza, soprattutto, se nel resto del mondo l’obbligo delle mascherine è stato abolito non solo per le scuole ma totalmente: noi siamo l’Italia, abbiamo Speranza e perciò non abbiamo speranza. Gran Bretagna? Obbligo totalmente abolito a gennaio. Danimarca? Obbligo totalmente abolito a febbraio. Svezia? Pure. Finlandia? Pure. Polonia, Romania, Ungheria, Svizzera, Croazia? Pure. Le mascherine restano obbligatorie in qualche Paese, come Francia e Spagna, solo per mezzi pubblici e ospedali. A scuola non le impone nessuno ormai. Proprio nessuno. Tranne noi. Siamo gli unici al mondo. Convinti di essere nel giusto. Un po’ come quelli che imboccano l’autostrada contromano e si domandano: ma perché tutti vanno nell’altra direzione? E per quanto riguarda i luoghi di lavoro? Dal primo maggio l’obbligo non sarà più generalizzato, o meglio resterà solo dove è stato fissato da accordi sindacali e regole aziendali. Però le mascherine in fabbrica e in ufficio sono «fortemente raccomandate». Così dice l’ordinanza. E poi: si possono togliere nei bar e nei ristoranti, ma restano (come dicevamo) sui treni e nei teatri. Si possono togliere allo stadio, ma restano al palazzetto dello sport. Eccetera. Il risultato finale è da labirintite, come sempre. Pensavamo di andare verso il ritorno alla vita normale e invece di normale c’è solo la solita demente ipocrisia. Infatti, stando alle nuove regole, dal primo maggio potremo accalcarci in un pub senza mascherine, ma poi dovremo indossarle appena saliremo sul tram, anche se vuoto. Potremo ammassarci nella curva dello stadio senza mascherine, ma se anziché il calcio amiamo il basket, allora dovremo rigorosamente metterle (il Covid, evidentemente, oltre che chi studia odia anche chi segue la pallacanestro). Potremo avvinghiarci senza ritegno in discoteca senza mascherine, ma caso mai preferissimo il teatro saremo obbligati a tenerle. E se qualcuno prova a chiedersi perché, la risposta che arriva dal governo è sempre la stessa: «Dobbiamo essere cauti, la pandemia non è finita». Sarà. La pandemia non è finita. La pazienza sì, però.