2021-08-12
La tortura dei cantieri rovina le vacanze
In milioni hanno scelto la macchina per questioni di sicurezza. Senza fare però i conti con l'idiozia della programmazione dei lavori. Concentrati nel mese peggiore dell'anno.Quelli che si sono potuti permettere qualche giorno di ferie si sono trovati - all'andata o al ritorno - nel bel mezzo di code interminabili perché ogni due per tre procedevano a passo d'uomo, in fila indiana, su una sola corsia, spesso perdendo ore preziose delle loro meritatissime vacanze. Soprattutto dopo quello che tutti abbiamo passato nell'anno e mezzo che abbiamo alle spalle, ma che - non scodiamocelo mai - abbiamo dentro di noi e che ci ha mangiato l'anima, la mente, talvolta perfino la voglia di vivere. Sapete, quest'estate, quanti cantieri sono aperti? Ben 120. Un numero mostruoso, irragionevole, ingiusto, dannoso. Eppure è così. Anche quest'anno, soprattutto quest'anno. Ora le ipotesi sono due: o a chi gestisce questo tipo di cose non gliene frega nulla, o son tutti bassi di statura e, come cantava De André, hanno la testa troppo vicino al culo e le due parti si influenzano negativamente. E questo per quattro motivi.Il primo riguarda il tempo delle persone. Non era prevedibile che, soprattutto quest'anno le famiglie avrebbero preferito utilizzare i propri mezzi per spostarsi anche per evitare luoghi di possibile contagio come i treni o gli autobus? Ci voleva molto a saperlo. Bastava prendere 1.000 numeri di telefono a caso e sentire le famiglie italiane. E poi, il tempo delle famiglie non conta nulla? Il tempo è un bene essenziale soprattutto per le famiglie con figli e le vacanze sono un diritto, non solo uno svago. Chi ripagherà lo stress, la fatica, di mamme e papà incolonnati per ore magari con anziani e bambini a bordo? Chi restituirà loro questa dignità calpestata?Il secondo riguarda la decisione idiota di lasciare aperti questi cantieri durante le vacanze estive nel tempo della pandemia. Chi non ha visto, viaggiando, chilometri di cantieri aperti ma con nessuno a lavorarci? Non si potevano fare in inverno? Non si poteva programmare il tutto in modo da evitare questo calvario alle famiglie italiane? I vertici dell'Aspi ci fanno sapere che sono lavori necessari e che la rete in certi punti ha 60 anni e va fatta la manutenzione. Ma allora perché, se sono così urgenti, certi cantieri sono aperti ma non ci sono operai a lavorare (con tutto il rispetto per questi operai che svolgono un lavoro duro, rischioso e faticoso non poco)? E poi se ne accorgono proprio ora, guarda caso dopo il ponte Morandi? Prima non lo sapevano? Lo sapevano eccome ma se ne sono fregati. Improvvisamente diventano urgenti lavori rimandati da anni. Non si potevano fare, ad esempio, durante il lockdown e le quarantene quando erano pochissimi quelli che viaggiavano?Il terzo riguarda i costi. Quest'anno tra i rincari della benzina e l'aumento dei pedaggi la stangata sarà di 280 euro. Veramente gli automobilisti italiani sono trattati come dei bancomat per le casse dello Stato. Non solo file estenuanti, sperpero del tempo altrui che vale oro perché sono ore di vita sottratte agli affetti e al riposo, ma anche la mazzata economica. E poi, cosa vogliamo fargli a questi automobilisti? Mandarli tutti in monopattino per raggiungere i luoghi delle vacanze? Obbligarli a porre sui sedili degli aggeggi che gli ricordino, essendo posti in zona natiche, che quella è la loro sorte?Il quarto riguarda il turismo. Ma al governo tutto questo va bene? Ma non avevano detto che questa stagione avrebbe rappresentato una svolta nella ripartenza del settore e che avrebbe rianimato un'economia ormai esanime, soprattutto in quel comparto produttivo? Ma ci siete passati dalla Liguria? Avete raggiunto lì un luogo di vacanza senza utilizzare l'elicottero? Avete visto la situazione martoriata nella quale si trova? Il presidente della regione, Giovanni Toti, credo che ormai sia afono a furia di urlare contro questa situazione, e ha ragione da vendere. E meno male che il ponte Morandi - chi non ricorda le affermazioni dei 5 stelle, di Conte, dell'indimenticabile ministro Toninelli contro i Benetton che poi han fatto un affarone grazie ancora ai nostri soldi - che tutto sarebbe cambiato, che i controlli e la manutenzione sarebbero stati programmati, che lo Stato avrebbe obbligato i gestori ad attenersi alle regole? Dov'è finito tutto ciò? Da nessuna parte. Siamo alle solite Calimero, come recitava un'antica pubblicità.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)