
I medici igienisti: «Sbagliate le stime sui 100.000 disobbedienti, nel migliore dei casi sono 700.000». Ed è ancora caos sulle multe.I numeri dei disobbedienti all'obbligo vaccinale vanno rivisti al rialzo, e di molto. Non sono 30.000 da zero a sei anni e 70.000 dai sei ai 16 anni, come segnalavano alcune stime di marzo. I non vaccinati, a rischio di restare fuori della classe o di dover pagare una pena pecuniaria, sarebbero almeno sette volte di più.A quasi un anno dal decreto vaccini del ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, l'unica certezza sembra essere il caos. Non solo le Regioni non sanno come applicare le sanzioni, ma anche sui numeri degli inadempienti le stime devono essere riviste. Il decreto Lorenzin, diventato legge n.119/2017, prevede che, dopo il 10 marzo, non possano frequentare la scuola i bambini da zero a sei anni che non sono in regola con le vaccinazioni obbligatorie e che non hanno effettuato le prenotazioni per effettuarle alla Asl di competenza. Per gli alunni dai sei ai 16 anni non è prevista l'esclusione dalle lezioni, ma una sanzione amministrativa da 100 a 500 euro. Dopo il 10 marzo, ogni Regione ha provveduto, in ordine sparso, a delle proroghe. Comunque, dallo scorso 30 aprile, sono le Asl che, a partire dagli elenchi consegnati dai presidi delle scuole, devono richiamare i genitori per fissare la data delle vaccinazioni mancanti. Se dopo un avviso e una diffida resta l'inadempimento dell'obbligo, scattano le sanzioni per i più grandi, mentre i minori di sei anni non sono ammessi in classe. In questi giorni le Regioni hanno iniziato ad avere qualche numero reale su vaccinati e inadempienti. Qualcosa ha iniziato a non quadrare anche solo leggendo quanto pubblicato dalla Regione Veneto, a fine aprile, su dati del 31 marzo. A rischio sanzioni sono circa 50.000 giovani veneti dai sei a 16 anni perché hanno saltato almeno una vaccinazione. Dovrebbero invece restare fuori dalle classi 14.458 bambini con meno di sei anni, nel caso in cui il provvedimento venisse applicato tassativamente senza deroghe. Di fronte a questi dati, la stima su scala nazionale dei 30.000 minori di sei anni non in regola con le vaccinazioni ha iniziato a traballare: possibile che la metà sia solo in Veneto? «I calcoli sono molto complicati da fare, soprattutto per la fascia 6-16 anni», spiega Fausto Francia, presidente della Società italiana di igiene (Siti). «Sulla carta sono inadempienti anche quelli che hanno saltato un solo richiamo per la vaccinazione, come ad esempio l'antipolio, che dopo l'infanzia non si fa più. Questi valori poi non distinguono la quota di coloro che non possono essere vaccinati per motivi di salute, sono già immunizzati, non reperibili o trasferiti rispetto a quelli i cui genitori rifiutano l'iter vaccinale obbligatorio. Inoltre, le Regioni hanno tempi diversi per i richiami di vaccini, quindi alcuni ragazzi potrebbero ancora recuperare». Se si estrapolassero dal Veneto i dati nazionali, «avrebbero saltato almeno una dose di vaccino circa 700.000 ragazzi da zero ai 16 anni», continua il professore. Non è possibile dire con certezza quanti siano a rischio sanzione, ma anche solo la metà sarebbero cinque volte di più delle stime iniziali. «Probabilmente, tra i maggiori di sei anni, i disobbedienti saranno alla fine tra 500.000 e 600.000», dicono dalla Siti. Impossibile, al momento, avere un quadro completo dalle Regioni, che forniscono dati in modo non sempre omogeneo. La Regione Toscana ha 104.134 inadempienti da sei a 16 anni (12.566 nella fascia 0-6). La Lombardia ha comunicato i dati segnalando che, a fine marzo, non erano stati vaccinati contro il tetano 93.729 bambini e 108.740 contro il morbillo. In Friuli Venezia Giulia sono 5.800 i disobbedienti da zero a 16 anni, nelle Marche 20.000, ma non si sa quanti siano a rischio sanzione. A Bologna dovrebbero pagare una sanzione 3.500 genitori, in Sicilia 125.145. Mentre le altre Regioni non hanno ancora capito come procedere con le multe da 100 a 500 euro, che sulla carta dovrebbero partire in questi giorni come lettere di richiamo da parte delle Asl. L'Umbria invece ha già proceduto per i 900 disobbedienti. Come riporta la testata locale Tuttoggi.info, «a metà marzo 2018, in Umbria i soggetti già sanzionati sono 318, mentre risultano 443 le pratiche in corso di valutazione». Nell'Usl Umbria 2 «le multe sono state 196, di cui 18 già pagate e 37 annullate per successivo adempimento all'obbligo, mentre in 24 casi è stato presentato ricorso». Dati più certi arrivano dagli stimati 80.000 no vax, i contrari per principio, ma che potrebbero anche non dover pagare nessuna sanzione. Nel caos di numeri e di norme incombe anche l'incognita del nuovo governo, che potrebbe rimettere tutto quanto in discussione.
Zohran Mamdani (Ansa)
Nella religione musulmana, la «taqiyya» è una menzogna rivolta agli infedeli per conquistare il potere. Il neosindaco di New York ne ha fatto buon uso, associandosi al mondo Lgbt che, pur incompatibile col suo credo, mina dall’interno la società occidentale.
Le «promesse da marinaio» sono impegni che non vengono mantenuti. Il detto nasce dalle numerose promesse fatte da marinai ad altrettanto numerose donne: «Sì, certo, sei l’unica donna della mia vita; Sì, certo, ti sposo», salvo poi salire su una nave e sparire all’orizzonte. Ma anche promesse di infiniti Rosari, voti di castità, almeno di non bestemmiare, perlomeno non troppo, fatte durante uragani, tempeste e fortunali in cambio della salvezza, per essere subito dimenticate appena il mare si cheta. Anche le promesse elettorali fanno parte di questa categoria, per esempio le promesse con cui si diventa sindaco.
Ecco #DimmiLaVerità del 10 novembre 2025. Il deputato di Sud chiama Nord Francesco Gallo ci parla del progetto del Ponte sullo Stretto e di elezioni regionali.
Donald Trump (Ansa)
La Corte Suprema degli Stati Uniti si appresta a pronunciarsi sulla legittimità di una parte dei dazi, che sono stati imposti da Donald Trump: si tratterà di una decisione dalla portata storica.
Al centro del contenzioso sono finite le tariffe che il presidente americano ha comminato ai sensi dell’International Emergency Economic Powers Act (Ieepa). In tal senso, la questione riguarda i dazi imposti per il traffico di fentanyl e quelli che l’inquilino della Casa Bianca ha battezzato ad aprile come “reciproci”. È infatti contro queste tariffe che hanno fatto ricorso alcune aziende e una dozzina di Stati. E, finora, i tribunali di grado inferiore hanno dato torto alla Casa Bianca. I vari casi sono quindi stati accorpati dalla Corte Suprema che, a settembre, ha deciso di valutarli. E così, mercoledì scorso, i togati hanno ospitato il dibattimento sulla questione tra gli avvocati delle parti. Adesso, si attende la decisione finale, che non è tuttavia chiaro quando sarà emessa: solitamente, la Corte Suprema impiega dai tre ai sei mesi dal dibattimento per pronunciarsi. Non è tuttavia escluso che, vista la delicatezza e l’urgenza del dossier in esame, possa stavolta accelerare i tempi.






