Il Nikkei 225 supera di circa tre punti l’indice azionario mondiale. Dopo un lungo periodo di stagnazione, il Paese riparte anche grazie alle piccole imprese innovative. E l’inflazione rimane sotto controllo.
Il Nikkei 225 supera di circa tre punti l’indice azionario mondiale. Dopo un lungo periodo di stagnazione, il Paese riparte anche grazie alle piccole imprese innovative. E l’inflazione rimane sotto controllo.Da inizio anno, l’indice Nikkei 225, fra i più rappresentativi della Borsa giapponese e che raggruppa i 225 titoli delle maggiori compagnie quotate, sta facendo meglio dell’indice azionario mondiale (circa 3 punti in più come rendimenti). Questa è già una notizia perché negli ultimi anni la piazza di Tokyo ha perso sempre questa battaglia, vedendo il suo peso negli indici assottigliarsi sempre più. Oggi, nel paniere delle azioni mondiali dei Paesi sviluppati, il Giappone pesa il 6% circa (contro il 68% degli Usa) e sono lontanissimi i tempi in cui valeva invece il 40%. Fra il 1985 e il 1990 il Giappone raggiunse una sorta di apice in termini di prosperità economica, caratterizzato da una crescita fenomenale in alcune industrie (come l’elettronica di consumo e le auto) ma anche da speculazione, corruzione, cattiva gestione economica e prestiti eccessivi.Nei primi anni Novanta la bolla poi è scoppiata ed è iniziato quello che gli esperti chiamano il «decennio perduto», ovvero una fase di recessione e stagnazione economica durata a lungo per il Paese del Sol Levante. In realtà, alcune forze remano contro il Giappone, come il declino demografico e uno dei più alti debiti pubblici al mondo (ben superiore a quello dell’Italia), ma questa economia ha mostrato di essere molta diversificata, con la presenza di grandi conglomerati industriali e finanziari e anche di società di media e piccola taglia innovative e sottovalutate. Con una popolazione di circa 125 milioni di abitanti e un reddito pro capite tra i più elevati in assoluto (circa 35.000 dollari) e un basso tasso di inflazione (rispetto a quella che vediamo in Europa), il Giappone insomma presenta una forte produttività e le sue aziende stanno aumentando anno dopo anno i margini di profitto e la corporate governance sta migliorando (un forte tallone d’Achille nel passato).Certo, il rallentamento economico c’è anche in Giappone e le previsioni per questo primo trimestre 2023 per le società giapponesi sono di utili netti in crescita del 2% contro il 5% del trimestre precedente. Sullo sfondo di un rallentamento economico globale, inoltre, la domanda di smartphone e computer sta diminuendo in tutto il mondo, mentre il perdurare del prezzo elevato delle materie prime comprime la redditività. «Uno dei punti di forza delle società giapponesi è la liquidità disponibile che viene stimata in circa 100 trilioni di yen per le sole società quotate diverse dalle istituzioni finanziarie», spiega Salvatore Gaziano, direttore investimenti di Soldiexpert scf, «C’è molto spazio per acquisizioni e investimenti di capitale e la Banca centrale giapponese da diversi anni interviene non solo sul mercato monetario e obbligazionario, ma anche sull’azionario».Nel marzo 2021, infatti, l’istituto centrale è passato all’acquisto, ma solo in periodi di instabilità finanziaria. Nella scorsa settimana a fronte del crollo della Silicon valley bank è intervenuta con acquisti di Etf per circa 70,1 miliardi di yen (circa 500 milioni di euro) per calmierare il mercato.
Donald Trump (Ansa)
Luci e ombre nel primo anniversario della rielezione alla Casa Bianca: promosso in Medio Oriente, rimandato sull’Ucraina. Borsa ai massimi ma «sopravvalutata». L’inflazione cresce e la Fed mantiene i tassi alti. Stallo record sulla legge di bilancio.
Gli elettori della Virginia chiamati a scegliere il nuovo governatore si sono espressi: «Trump you are fired! (sei licenziato, ndr). In uno stato però tendenzialmente blu, che nel 2024 aveva scelto Kamala Harris. E confermando il trend, ha optato per la democratica Spanberger. Sebbene il governatore uscente fosse repubblicano. Colpa dello shutdown a detta di molti. Cosa sia lo vedremo alla fine. E comunque negli ultimi 20 anni i democratici alla guida della Virginia sono stati scelti cinque volte su sette. Ma al netto delle elezioni in Virginia, e dando per scontato che la città di New York e lo Stato del New Jersey votassero democratico (per intendersi sono un po’ come Bologna e la Toscana per il Pd), a un anno esatto dalla sua rielezione alla Casa Bianca qual è il bilancio della seconda presidenza Trump?
Buchi nella sicurezza, errori di pianificazione e forse una o più talpe interne. Questi i fattori che hanno sfruttato i ladri che hanno colpito al Louvre di Parigi. Ma dove sono i gioielli e chi sono i responsabili?
Elly Schlein (Ansa)
Nicola Fratoianni lo chiama per nome, Elly Schlein vi vede una «speranza», Stefano Patuanelli rilancia la patrimoniale.
Brutte notizie per Gaetano Manfredi, Silvia Salis, Ernesto Maria Ruffini e tutti gli altri aspiranti (o presunti tali) federatori del centrosinistra: il campo largo italiano ha trovato il suo nuovo leader. Si chiama Zohran Mamdani, ha 34 anni, è il nuovo sindaco di New York, che del resto si trova sullo stesso parallelo di Napoli. La sua vittoria ha mandato in solluchero i leader (o sedicenti tali) della sinistra italiana, che vedono nel successo di Mamdani, non si riesce bene a capire per quale motivo, «una scintilla di speranza» (Alessandro Alfieri, senatore Pd). Ora, possiamo capire che l’odio (si può dire odio?) della sinistra italiana per Donald Trump giustifichi il piacere di vedere sconfitto il tycoon, ma a leggere le dichiarazioni di ieri sembra che il giovane neo sindaco di New York le elezioni le abbia vinte in Italia.
Ecco #EdicolaVerità, la rassegna stampa podcast del 6 novembre con Carlo Cambi






