2024-05-29
Tifava Isis e voleva colpire un agente. Arrestato un marocchino a Torino
L’uomo progettava di partire per la Siria o l’Afghanistan. Intanto, picchiava altri musulmani e persino suo padre perché troppo «morbidi». Doveva essere già espulso, ma era rimasto qui per intoppi burocratici.Nella sua cella di detenzione del carcere sardo di Bancali aveva appeso un poster di Abu Muhammad Al Adnani, ovvero l’influencer dell’Isis. Il motto riportato sulla locandina è una dichiarazione di guerra: «Soldati dello Stato islamico sfoderate le vostre spade e preparate le vostre lance. O ci sarà vittoria o incontreremo Allah come martiri». Halili El Mahdi, classe 1995, marocchino condannato nel 2019 per terrorismo a Torino (dopo la condanna gli era stata revocata la cittadinanza italiana ed era finito in un Cpr con ordine di espulsione che, però, si è inceppato), stando agli investigatori della Digos che ieri gli hanno notificato una nuova accusa di associazione con finalità terroristiche, «ha sempre rifiutato ogni tentativo di deradicalizzazione». A conti fatti, insomma, sarebbe un combattente indomito, nonché l’autore dei primi testi di propaganda jihadista scritti in italiano. Uscito dal carcere, El Mahdi è tornato a Torino, dove, hanno ricostruito gli investigatori, trascorreva gran parte delle sue giornate nella moschea della pace e in quella di An Nour. Qui si isolava dal resto della comunità, rifiutandosi di pregare con i fedeli presenti, che «accusava di non essere dei buoni musulmani». L’indagato, ha ricostruito chi indaga, è arrivato addirittura a picchiare suo padre, che avrebbe definito «abietto» perché non osservava «rigorosamente», stando alla sua interpretazione, i precetti del Corano. Lui che a un responsabile dell’accoglienza notturna del Sermig di Torino, aveva detto «dal terrorismo non si esce», se ne andava in giro a predicare la guerra santa. L’8 dicembre è entrato nel circolo culturale Dar As Salam di Torino e, proprio mentre l’imam Ahmed Md Maruf stava celebrando, gli ha gridato dietro in arabo: «Ipocrita, perché non mandi i musulmani a combattere in Palestina contro Israele?». Poi, mentre gli sferrava una raffica di pugni in faccia, ha detto anche di essere convinto che il religioso lavorasse per la polizia. Quando pochi giorni dopo è stato raggiunto dagli investigatori della Digos che stavano indagando sull’aggressione in moschea ha malmenato anche due poliziotti. Con gli uomini in divisa El Mahdi deve avercela particolarmente. Parlando con un suo amico, ministro di culto, Ibrahim Gabriele Iungo, si lascia scappare di voler «passare dalle parole ai fatti». E a «pagarne le conseguenze» sarebbe stato «un poliziotto». Poi aggiunge: «Quando sarà, ho il big bang dentro». Parole che messe nero su bianco da uno che «reperiva, riceveva, consultava, archiviava, condivideva e diffondeva materiale di propaganda dello Stato islamico», devono aver fatto un certo effetto anche agli inquirenti. L’azione di propaganda era aperta ai suoi seguaci. Su una pagina Facebook accessibile solo agli iscritti e denominata «Metodologia profetica» aveva cominciato a diffondere il suo verbo. Già in carcere era stato descritto così: «Si manifesta con orgoglio e dichiaratamente un appartenente all’Isis. Segue tutti gli appuntamenti individuali della preghiera, curandosi poco di quelli collettivi. Lo si trova a pregare anche durante la notte. Passa le sue giornate studiando il Corano». E la sua analisi comportamentale, alla fine, è risultata essere questa: «Si dichiara esperto di quella che definisce la Giurisprudenza islamica, della quale si proclama divulgatore, anche con la stesura di un manuale operativo (che gli investigatori gli hanno sequestrato in cella, ndr); ha dichiarato di tifare per l’Isis, unica entità a dare reale sicurezza». Mentre sugli attentati in Europa ha affermato di pensarla così: «È stato applicato un giusto principio di retribuzione per la presenza occidentale in Siria». Mentre in alcune lettere mai spedite che sono state trovate nella sua cella aveva scritto: «Volevo chiedere a Samir come raggiungere i soldati dello Stato, ma mi stanno addosso e lo farò più avanti; senza farmi beccare chiederò ad Arslan (verosimilmente Faiz Arslan, detenuto per reati legati al terrorismo islamico, ndr) di andare dai talebani; questi bastardi mi vedono innocuo ma io li attaccherò». Uscito di cella ha trasformato una panchina del Parco Dora nella sua camera da letto. Il giorno invece lo passava in moschea. Un campanello d’allarme l’ha lanciato proprio l’imam di An Nour, Mostapha El Garouache: «Ha sempre sostenuto che noi non siamo dei veri musulmani; è arrabbiato con noi, con le forze di polizia e con la sua famiglia; El Mahdi è un pazzo a piede libero». Il gip che l’ha privato della libertà ha sottolineato, tra le esigenze cautelari, che «l’indagato appare una persona totalmente incapace di frenare i propri istinti criminali, nonché impermeabile a ogni monito proveniente dalle autorità». A completare il quadro ci hanno pensato i giudici della Corte d’assise, che nella sentenza di condanna hanno messo in evidenza che El Mahdi aveva «avuto contatti qualificati con associati all’Isis; prodotto e diffuso, attingendo alle fonti ufficiali dello Stato islamico, documenti di propaganda volte all’eversione violenta mediante il terrorismo; tenuto lezioni specifiche volte a radicalizzare altre persone; attuato una consapevole attività di apologia e istigazione dei delitti e fornito un contributo, cosciente e volontario, di valenza causale efficiente per la vita e la sopravvivenza dell’associazione terroristica Isis». In sostanza aveva preparato testi, video e documenti Pdf in italiano «destinati», secondo l’accusa, «a un corso di lezioni, facili da comprendere e memorizzare, da lui stesso definito come destinato alla diffusione tramite il web [...]per insegnare quella che riteneva la vera fede». La sua ossessione: quella dei combattenti.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.