2019-02-02
Boicottano la Maglie in Rai perché è fuori dal coro
Gianfranco Funari, che sulle reti del servizio pubblico conduceva un programma che era più politico delle tribune politiche, non era iscritto all'Ordine dei giornalisti. E ciò nonostante, pur avendo fatto il rappresentante di commercio, il croupier e persino il cabarettista, nessuno gli chiese l'esibizione del patentino bordeaux da cronista per condurre i programmi della Rai. Stessa cosa è capitata a Piero Chiambretti, (...)(...) che negli anni Ottanta su Rai 3 imperversava con trasmissioni tipo Va' pensiero, un contenitore tv dove si susseguivano interviste ironiche e approfondimenti culturali. Tra gli esentati dall'iscrizione alla categoria degli imbrattacarte, a cui anch'io modestamente appartengo, si potrebbe poi citare Fabio Fazio, il quale ogni volta che invita un onorevole e lo sottopone a sorrisini e fusa, fa più politica degli stessi politici che ospita. E tuttavia, sebbene né Funari, né Chiambretti e neppure Fazio siano ora o siano mai stati giornalisti, a nessuno è venuto in mente di inibire loro la conduzione di programmi in onda sulle reti del servizio pubblico, con la scusa che chi non sia iscritto al sacro Ordine che tutela la professione di cronista non possa fare domande o esprimere un'opinione. Però questa è l'obiezione che viene mossa nei confronti di Maria Giovanna Maglie, candidata a condurre una striscia quotidiana sulla rete ammiraglia della Rai. La Maglie, infatti, pur avendo fatto per tutta la vita la giornalista, da qualche anno non è iscritta all'Ordine. Non conosco le ragioni per cui la collega abbia deciso di non rinnovare il patentino bordeaux. Se lo abbia fatto per dimenticanza o semplicemente perché ritiene inutile per chi fa questo mestiere l'iscrizione all'albo. Io stesso penso da tempo che l'Ordine debba essere abolito e quando, nel 1997, i Radicali proposero di abrogarlo, fui tra i pochi direttori a schierarmi a favore del sì. Purtroppo il plebiscito non raggiunse il quorum e così siamo qui ancora a fare i conti con l'elenco degli iscritti.Bene, anzi male: Maria Giovanna Maglie non è iscritta. Ma io mi domando: qual è il problema? Che la signora faccia e abbia fatto negli ultimi quarant'anni la giornalista è cosa nota anche ai sassi, fin da quando, nel 1991, seguì per conto del Tg 2 la Guerra del Golfo. La sera le sue cronache informavano gli italiani di quel che stava accadendo in quell'angolo del mondo, una guerra che, come si ricorderà, vide schierata contro l'Iraq una coalizione multinazionale. Dopo di che l'abbiamo seguita per anni come corrispondente da New York. E prima di approdare al servizio pubblico era stata all'Unità e negli anni dopo la Rai ha scritto per altri quotidiani, dal Giornale al Foglio, oltre che collaborato a trasmissioni radiofoniche. Insomma, iscritta o non iscritta all'Ordine, Maria Giovanna Maglie è una giornalista. Fa questo di mestiere, anche se ha scelto - da libera professionista - di non pagare la tessera dell'Ordine.Dunque, si può imporre a una giornalista di non fare la giornalista per il servizio pubblico solo perché non ha il tesserino? La sola domanda fa ridere e chi ha posto la questione dovrebbe scappare a nascondersi prima di essere spernacchiato. Perché è evidente che questa faccenda del libricino con i bollini delle tasse da 100 euro è un pretesto per metterle i bastoni fra le ruote. La verità è che la Rai, intesa come corporazione che ha gli occhi strabici orientati solo a sinistra, una giornalista che ama Trump e non disprezza Salvini non la vuole. All'Usigrai, il sindacato interno, il conduttore va bene solo se dice che il presidente americano è un puzzone e il vicepresidente italiano è un barbaro. Altrimenti no, il collega - anzi, la collega - non è adatta ad apparire all'ora di cena sui teleschermi degli italiani.La questione è tutta qui ed è politica. Anche fra i 5 stelle si è levata qualche voce contro la Maglie, alla quale verrebbe addebitato d'essere raccomandata. Il che è un pretesto forse ancora più ridicolo di quello del patentino da giornalista. Che vuol dire raccomandata? Nella tv pubblica ci sono legioni di giornalisti raccomandati e nessuno ha mai obiettato alcunché. Enzo Biagi, che in Rai è ancora oggi venerato come un santo, diceva che quando c'era da assumere alcuni cronisti, a Viale Mazzini la procedura era la seguente: mettiamo a libro paga un democristiano, un comunista e un socialista. Se poi avanza un posto, diamolo a uno bravo. Ecco, nel caso della Maglie dev'essere il turno di quella brava.