2022-06-30
Thriller politico dentro la Farnesina svela i misteri dei palazzi del potere
L’ultimo libro di Daniele Capezzone in vendita in edicola con «La Verità» e «Panorama». Scoprite chi è l’assassino.Una gatta, un ex politico pentito e il sottobosco di spin doctor e portaborse ministeriali: sono gli ingredienti del giallo dell’estate, Delitto alla Farnesina, in vendita in edicola con «La Verità» e «Panorama» a 7,90 euro. Guest star: la gatta Cleopatra.Un’ambulanza? La sirena della polizia? Il grido di guerra dei Sioux? Nel dormiveglia, un Michele Morabito ancora imbambolato ebbe bisogno di qualche decina di secondi per realizzare che nessuna delle tre ipotesi era quella giusta. Quel che l’aveva svegliato alle 4.42 del mattino era solo il meeeeooowww della sua gatta Cleopatra. Sette chili abbondanti di muscoli-ciccia-pelo, assemblati in formato magnum, e con il superbonus di una determinazione feroce: in uno scontro di volontà tra Cleopatra e un umano, e in particolare tra Cleopatra e uno specifico umano, cioè Michele, non c’era dubbio su chi fosse destinato a prevalere. [...] Distratta la piccola tigre, Michele era finalmente autorizzato a prepararsi il caffè. E anche a pensare un po’ a se stesso. Aveva compiuto da poco 49 anni, e la decisione di lasciare la politica, quasi cinque anni prima, era stata tanto dolorosa sul momento quanto benefica in prospettiva. Certo, era e rimaneva la sua passione, e da una passione non ci si può certo dimettere: ma aveva capito che era giunto il momento di voltare pagina. Non poteva più bastargli girare, neanche troppo metaforicamente, con una lettera di dimissioni in tasca per marcare autonomia, per essere costantemente pronto a disimpegnarsi: negli ultimi anni gli sembrava che la battaglia politica, con rare eccezioni, avesse perso qualunque parentela, sia pure alla lontana, con le idee, e fosse divenuta un esercizio di sottomissione a capi spesso bisognosi di apparire forti benché in realtà maledettamente insicuri, o comunque a loro volta prigionieri - poveri cristi - di meccanismi infernali. E poi ai loro staff, a corti di miracolati, a comunicatori, spin doctor, consulenti. Cazzari funambolici, nella migliore delle ipotesi. Improvvisatori pericolosi per se stessi e per gli altri, nella peggiore. Con una minoranza di persone qualificate e coraggiose – ad ogni livello - destinate, invece, a rovinarsi il fegato e l’esistenza. [...] Portati a termine tutti gli altri riti della sua alba (doccia per sé, trattamento di bellezza per la micia, e una piccola rassegna stampa online che intratteneva altri insonni come lui, già persi a smanettare su Facebook e Twitter alle 7 di mattina), Michele si ricordò quello che aveva disperatamente tentato di rimuovere. Ed era una notizia ferale: quel giorno sarebbe dovuto andare alla Farnesina, al ministero degli Esteri. Da tempo, infatti, aveva cercato con tutte le forze di scansare l’invito del portavoce del ministro per un caffè. Già non era interessato a parlare col ministro, figurarsi con i suoi collaboratori. L’idea di sottoporsi alla corvée di andare in visita, ascoltare l’autopresentazione di uno sconosciuto, simulare interesse, sentirsi delineare scombiccherati scenari geopolitici frammisti a liti italo-italiane condominial-correntizie-infrapartitiche, lo deprimeva profondamente. Ma, al terzo invito rinviato in meno di due settimane, non si era più potuto sottrarre: [...] Gennaro Cantone, per tutti Genny, quella mattina si sentiva a proprio agio nel suo nuovo ufficio alla Farnesina. Sbiancamento dentale eseguito a regola d’arte, un po’ di lampada solare, vestitino slim fit in terital, camicia bianca stretta e elasticizzata. Se non fosse stato per quelle maniglie dell’amore e per un filino di panza evidenziato dalla camicia aderente, la soddisfazione sarebbe stata totale. Nel paesino in provincia di Napoli dov’era vissuto per ventinove anni, non avevano creduto in lui. Lo prendevano in giro, le battute, i sorrisini… Ancora se li sentiva addosso quei commenti feroci al bar fino a qualche mese prima: «Ma Genny dove crede di andare?». Glieli aveva ricacciati in gola, però. Sì, ok, i soli 35-voti-35 rimediati online nella consultazione telematica interna agli Onesti in Movimento non gli avevano permesso di spiccare del tutto il volo: non era entrato in lista, e quindi niente Camera dei Deputati. [...] Ma poi era arrivata la notiziona: il ministro l’aveva personalmente voluto nel suo staff alla Farnesina. Certo, di politica estera non sapeva niente. Però - questa era la frase per chiudere le discussioni al bar - era stato preso per un rapporto fiduciario. Il ministro, giovanissimo anche lui, in mezzo a tutti quei marpioni del ministero, in quel nido di vipere, aveva assolutamente voluto una squadra giovane e leale: tutti Onesti in Movimento, tutti ragazzi, e quasi tutti campani. Lui, Genny, un mese prima era stato nominato portavoce. A dire il vero, all’inizio non aveva capito bene che cosa dovesse fare. Studiare i dossier politici, no, non era in grado: e poi ci pensava quel secchione di Attilio Bestetti, l’unico non campano, e soprattutto l’unico non scelto dal ministro. Gestire gli appuntamenti del ministro, nemmeno: ci pensava la segreteria particolare. Occuparsi veramente dei rapporti con i media? Neanche a pensarci: c’era l’ufficio stampa del ministro più l’apparato di comunicazione degli Onesti in Movimento. Morale: Genny non faceva un cazzo, [...]