2023-01-31
La terza stagione di «Mare fuori» debutta domani su RaiPlay
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Il cast di «Mare fuori» durante la presentazione della terza stagione (Ansa)
Il primo febbraio, la piattaforma streaming renderà disponibile il terzo capitolo della serie, già rinnovata per una quarta stagione (e, si dice, pure per una quinta e una sesta). RaiDue, lo stesso capitolo, lo trasmetterà più avanti, il 15 del mese, con sei prime serate.Quando la Rai l’ha mandata in onda la prima volta, correva l’annus horribilis, il 2020, Mare Fuori non ha avuto un gran successo. Sembrava una di quelle serie, una fiction in verità, destinata ad una tiepida accoglienza: poche parole, poche chiacchiere, un pubblico esiguo. Cose, tutte, cui Internet ha dato una svolta inedita, quel genere di svolta alla quale la televisione generalista, da sola, non avrebbe potuto portare. RaiPlay prima, Netflix poi hanno rilanciato la serie, fiction pardonne. Allora, qualcosa si è mosso: la platea si è fatta più ampia, spettatori nuovi si sono avvicinati allo show e Mare Fuori, nello spazio di qualche mese, è diventato un cult. La serie tv, prodotta da Rai Fiction e Picomedia, ha attratto a sé quel genere di individui che di solito si tiene alla larga dalla televisione tradizionale, dai canali del Servizio Pubblico. Degli spettatori totali, il 70% si è scoperto avere meno di trentacinque anni, il 50% meno di venticinque. Lo show, storia verosimile ma non vera di quel che accade fra le mura dell’Istituto di Pena Minorile di Napoli, è stato distribuito in venticinque Paesi e adattamenti ne saranno fatti all’estero. Mare Fuori, diretta da Ivan Silvestrini e ideata da Cristiana Farina, è diventata il successo che la sola distribuzione lineare le avrebbe negato. Non stupisce, perciò, che nel programmarne il terzo lancio, la terza stagione, la Rai abbia deciso di capovolgere il suo schema tipico. Mare Fuori, con Carolina Crescentini a interpretare Paola Vinci, direttrice dell’Istituto, non debutterà sui canali Rai, ma su RaiPlay. Il primo febbraio, la piattaforma streaming renderà disponibile il terzo capitolo della serie, già rinnovata per una quarta stagione (e, si dice, pure per una quinta e una sesta). RaiDue, lo stesso capitolo, lo trasmetterà più avanti, il 15 del mese, con sei prime serate. «L’anteprima di Mare Fuori in streaming è solo l’inizio, si continuerà su questa strada», ha promesso Carlo Fuortes, amministratore delegato della Rai, nel corso della canonica conferenza stampa, raccontando di Mare Fuori come della dimostrazione del fatto che non sia «vero che la Rai non parla ai giovani». «Il problema della tv pubblica è l’erosione del pubblico giovane. Noi abbiamo invertito la tendenza in modo clamoroso, con una ricetta semplice, ovvero sia raccontare storie con protagonisti giovani ad un pubblico che sia giovane», gli ha fatto eco Michele Zatta, di Rai Fiction, lasciando a Maria Pia Ammirati, direttrice, il compito di spiegare a parole in cosa consista questa «ricetta semplice». «Questa è una serie che aderisce alla realtà del linguaggio, dei sentimenti e delle ambizioni dei ragazzi; è una serie polifonica, cosa difficilissima, è merito di Cristiana Farina e Maurizio Careddu, che hanno realizzato una serie limpida. E poi questa è una serie che parla di libertà, cosa a cui aspirano tutti i ragazzi, che siano detenuti o che si trovino fuori dal carcere minorile». Mare Fuori, che nella terza stagione avrà nuovi personaggi e nuovi intrecci, non è andata ad inventarsi chissà che. Solo, si è chiesta come possano vivere carcerati minorenni, adolescenti la cui costruzione di un’identità adulta è vincolata allo spazio risicato della prigione. Come possano interagire con loro le guardie, cosa possano provare i dirigenti. Si è fatta poche domande, Mare Fuori, e a queste ha cercato di rispondere con verosimiglianza. Senza strafare. Con una misura che, all’interno di una televisione spesso smodata, si è rivelata la chiave del suo successo.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)